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AMBIENTE – Intervista alla Presidente WWF Italia Donatella Bianchi

Del 4 Agosto 2016

Dobbiamo dare valore al capitale naturale

Intervista alla Presidente Donatella Bianchi

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Cosa rappresenta il mare per WWF Italia?

In Italia, come nel resto del mondo il WWF lavora per preservare mari e oceani. Nello scenario globale il Mediterraneo, pur occupando poco meno dell’1 per cento della superficie blu, rappresenta un hot spot straordinario di biodiversità e di habitat. Nei prossimi anni sarà quindi centrale nelle strategie e nelle politiche di conservazione dell’associazione.

 

Cosa fare per invertire il trend di sovrasfruttamento della pesca?

Difendere la pesca legale, quella sostenibile e contrastare in tutti i modi quella illegale che non rispetta alcuna regola e mette in seria difficolta i piccoli pescatori, quello che praticano un prelievo sostenibile, quelli che da sempre si sentono custodi del mare e lo trattano con profondo rispetto.

Le attività illegali di pesca oltre a creare un danno economico alla categoria, immettono sui mercati pesce fuori controllo, fuori legge e spesso non certificato e quindi potenzialmente pericoloso anche per la salute umana.

I consumatori possono fare la differenza scegliendo il pesce giusto. Per questo abbiamo avviato a livello europeo una campagna chiamata fish forward per sensibilizzare e creare maggiore consapevolezza nei consumatori.

 

Quali sono le più grandi criticità ambientali del Mar Mediterraneo?

In questo momento senza dubbio la plastica. Il Mediterraneo rischia di essere la quinta isola di plastica del mondo, se non lo è già. Quantitativi inimmaginabili di plastica giacciono sui fondali o galleggiano sotto forma di microplastiche sulle quali si fissano contaminanti pericolosi se rinvenuti nella catena alimentare.

Le tartarughe mangiano plastica, i cetacei pure. Come prevedono le norme comunitarie, bisogna agire seriamente con azioni concrete di contrasto e mitigazione ma anche di studio. Questa è la principale battaglia per la salvezza del Mediterraneo e va affrontata creando una nuova cultura ma anche a livello politico di scala di bacino. Questo non significa che si debba abbassare la guardia su altre emergenze. E’ fondamentale raggiungere gli obiettivi fissati dall’iniziativa Mediterranea, ovvero raggiungere il buono stato di salute del nostro mare nei prossimi anni.

 

Quali le priorità per l’Italia per difendere il mare e le coste?

Valorizzare e incrementare la rete delle aree marine protette, e fare in modo che quelle esistenti vengano gestite al meglio, penso al Santuario dei Cetacei, un parco ancora sulla carta che mi auguro riesca finalmente a decollare. I primi segnali sembrano finalmente arrivare.

 

In che modo tutela dell’ambiente marino e sviluppo economico possono andare insieme?

Il WWF ha contribuito fattivamente alla istituzione del Comitato sul Capitale Naturale che ha visto la luce a fine 2015. Ora va attivato per fare si che l’ambiente venga considerato anche nella programmazione economica. La natura dà un valore, senza ciò che fornisce quotidianamente a tutti noi, l’economia non esisterebbe né lo sviluppo, basta pensare al turismo, alle produzioni agroalimentari, ai traffici marittimi, al diporto nautico.

Dobbiamo andare oltre il PIL e dare valore al capitale naturale.