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John Portelli: “Lavoriamo tutti per il Brand Italia”

Abbiamo intervistato il Direttore Generale di Roma Cruise Terminal

Del 12 Dicembre 2016

Il 24 novembre è stato inaugurato da Roma Cruise Terminal il cantiere per la costruzione del Terminal 12 bis nord nel porto di Civitavecchia.

Si tratta di un’area di oltre 10.000 metri quadrati progettata per movimentare oltre 4.000 passeggeri e 9.000 bagagli, con un investimento di oltre 20.000.000 di euro.

Abbiamo intervistato il Direttore Generale John Portelli.

 

Che tempi prevedete per la realizzazione del terminal?

Il mio obiettivo è di concludere i lavori entro il 2018.

 

Quali margini di crescita prevedete per Civitavecchia?

Secondo i nostri piani, margini di crescita ci saranno.

Se si considera che nei prossimi anni è prevista una crescita di passeggeri nel Mediterraneo pari al 3,5% all’anno, questo riguarderà anche Civitavecchia.

 

Cosa potrà distinguere Civitavecchia dagli altri hub crocieristici del Mediterraneo?

Mi piace mettere in risalto le cose che hanno in comune i primi tre porti del Mediterraneo: Venezia, Barcellona e Civitavecchia.

Tutti hanno una vicinanza importante con gli aeroporti, oltre che la presenza di voli e di collegamenti con tutti gli scali più importanti d’Europa e dell’America.

Hanno una adeguata presenza di alberghi per i passeggeri che vogliano trascorrere nelle città uno o più giorni prima o dopo la crociera.

Tutte sono città turistiche e quindi offrono le facilities necessarie ai turisti.

Civitavecchia, nello specifico, ha Roma e il Lazio, che offrono ciò di cui hanno bisogno i turisti.

Roma è sicuramente in grado di ricevere passeggeri, visto che il 1.400.000 crocieristi in transito sono un numero piccolo rispetto al totale dei suoi turisti.

 

Quali azione ritiene necessarie per migliorare l’accoglienza dei passeggeri?

Sicuramente il servizio ferroviario. L’ideale sarebbe avere un collegamento diretto tra il porto e l’aeroporto di Fiumicino.

Oggi la stazione di Civitavecchia è un po’ distante dal porto.

Entrando in una fase di crescita, è necessario che si rafforzi il rapporto che comunque c’è sempre tra porto e città, perché insieme bisogna imparare a gestire meglio il flusso dei passeggeri.

Secondo uno studio dell’Università Bocconi, il 30% dei passeggeri, esclusi gli equipaggi, che transita per Civitavecchia, resta in città.

E’ importante che chi è responsabile del turismo trovi le soluzioni migliori per l’accoglienza, a partire dalla segnaletica e dalle informazioni.

La maggioranza dei nostri passeggeri si ferma a Roma o a Fiumicino anche perché lì abbiamo già un buon servizio di accoglienza a disposizione.

C’è una cosa in particolare che non riusciamo a capire: come mai i passeggeri devono uscire dal porto per prendere un bus che li porta in città? Un servizio diretto sarebbe certamente meglio.

 

Di cosa ha bisogno il settore per crescere?

Per le grandi navi servono investimenti maggiori. Venezia li ha fatti. Noi a Civitavecchia li stiamo facendo con questo terminal.

Il vantaggio dell’Italia è la bellezza del Paese e questo è un fattore che resterà sempre importante per attrarre le crociere.

Questo vale anche per tutte le navi.

Secondo lo studio Italian Cruise Watch, ci sono in Italia 39 porti capaci di accogliere meno di 50.000 passeggeri. Questo significa che le navi piccole hanno già oggi tante scelte possibile sulle destinazioni in cui andare.

 

L’Italia che ruolo può giocare all’interno del panorama internazionale delle crociere?

Una cosa che vedo, in cui spero e sono ottimista che si potrà fare, è di continuare a lavorare insieme al Brand Italia.

I rapporti e le intenzioni da parte degli armatori ci sono, i porti italiani stanno aderendo alla CLIA, che consente un dialogo costante tra gli operatori, così possiamo progredire.

Il crocierismo è uno dei settori che malgrado la crisi è ancora in crescita.

Basta vedere anche gli investimenti nei cantieri italiani.

A Civitavecchia lavorano quasi 50 ditte locali ogni anno. E’ un beneficio importante per il territorio.

Se lavoriamo insieme per promuovere il brand Italia, come fanno gli spagnoli, e manteniamo un legame forte con CLIA possiamo andare avanti.

L’importante è che lavorino insieme il terminal, l’autorità marittima, l’autorità di sistema portuale.

Gli armatori stanno investendo molto in questo settore, che è una risorsa che ha un potenziale importante.

Possiamo aspettarci grandi cose per Civitavecchia ma non solo.