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Legambiente presenta il dossier “Isole sostenibili 2017”

Del 12 Agosto 2017

Energia, acqua, economia circolare, mobilità. La sfida delle isole di tutto il mondo passa e si intreccia con questi quattro temi per una gestione e un futuro sempre più sostenibile e innovativo. Una scommessa che è stata raccolta da 22 grandi e piccole isole del Pianeta – da quelle del Pacifico all’Atlantico, da quelle dei Mari del Nord all’Australia – impegnate nella transazione di uno scenario al 100% rinnovabile.

Il segreto? Mettere a sistema progetti green e ripensare ad una gestione sostenibile delle proprie risorse locali, e in questa rivoluzione anche le 20 isole minori italiane hanno grandi potenzialità, e qualcuna comincia a percorrere la giusta strada: ad esempio nella raccolta differenziata Capri (Na) e Pantelleria (TP) con una raccolta differenziata rispettivamente al 56% e 45%. Qualche miglioramento lo si vede anche nell’attenzione alla mobilità sostenibile, tra le isole virtuose c’è Ponza (LT) dove sono cinque le linee di autobus che collegano i vari punti dell’isola, raggiungendo anche le spiagge più famose ed il porto con frequenza ogni 15 minuti, ed è possibile inoltre noleggiare biciclette elettriche. C’è poi chi guarda all’innovazione nei regolamenti edilizi come l’isola di Capraia (LI) che fissa obiettivi nelle nuove costruzioni per la bioedilizia e la permeabilità dei suoli (almeno il 25% della superficie) ed ha incentivato il ricorso ai tetti verdi. E poi le rinnovabili, dove di positivo ci sono solo le potenzialità, perché su ognuna delle isole minori italiane si potrebbero arrivare a soddisfare tutti i fabbisogni con il sole, il vento e le altre fonti rinnovabili.

A tracciare un quadro complessivo sulla sostenibilità delle isole è Legambiente, che ha presentato il dossier “Isole sostenibili” dove fa un’analisi ambientale delle isole italiane attraverso quattro voci – energia, acqua e depurazione, rifiuti e mobilità – ,raccontando le esperienze virtuose presenti in Italia e nel resto del mondo, le novità importanti che sono state introdotte (il Decreto del Ministero dello sviluppo economico che spinge la diffusione delle fonti rinnovabili nelle isole minori e la tassa di sbarco che prevede di destinare gli introiti a interventi di gestione e valorizzazione ambientale) e denunciando allo stesso tempo ritardi e difficoltà che frenano in qualche modo questa rivoluzione.

Legambiente ha lanciato un osservatorio sui processi di sostenibilità nelle isole minori italiane, pensato proprio per raccontare quanto sta avvenendo nelle isole e avviare anche in Italia un confronto pubblico per far comprendere le opportunità che esistono e gli obiettivi che occorre porsi per incentivare questa rivoluzione. Un cambiamento green che sta producendo risultati concreti in diverse isole nel Mondo sia per quanto riguarda la percentuale del fabbisogno energetico coperto sia per l’applicazione di tecnologie sempre più ricercate e innovative come ad esempio l’utilizzo del moto ondoso dei mari o di impianti idroelettrici ed eolici combinati insieme. Legambiente ricorda, poi, che la sfida per le isole italiane sta oggi nello spingere un modello energetico innovativo che punti sempre di più su sole, vento, mare e rinnovabili attraverso una innovativa gestione delle reti, dei sistemi di accumulo e di tecnologie efficienti che permetta di dare risposta anche alla domanda di mobilità (spingendo quella elettrica e quindi riducendo consumi di benzina e diesel), di riscaldamento/raffrescamento delle abitazioni e delle attività, di desalinizzazione dell’acqua di mare.

“Oggi – spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente da Festambiente – ci sono tutte le condizioni per realizzare un cambiamento positivo nelle isole minori, a vantaggio dell’ambiente e dei cittadini, della qualità e dell’occupazione, dell’attrattività turistica. Le buone pratiche che raccontiamo in questo dossier dimostrano che questa rivoluzione e occorra perseguirla spingendo tre obiettivi: puntare a un modello energetico al 100% rinnovabile sulle Isole al posto di quello attuale inquinante e costosissimo, realizzare un modello virtuoso di gestione della risorse idriche recuperando i gravi ritardi nella depurazione, spingere la raccolta differenziata dei rifiuti e il recupero dell’organico per la produzione di compost sull’isola. Ma per realizzare quello che serve alle isole italiane è necessaria una cabina di regia nazionale per accompagnare ogni isola nella realizzazione di questi obiettivi, sbloccando gli interventi nelle fonti rinnovabili e nella depurazione, e superando i veti che oggi esistono per gli impianti solari e eolici”.

Tornando al dossier “Isole Rinnovabili”, per quanto riguarda le energie pulite sulle isole minori in nessuna si arriva al 4% dei consumi elettrici, mentre nel resto d’Italia siamo al 35%. La diffusione presenta dei numeri molto bassi, ad esempio sull’isola di Capri sono presenti 92,15 mq di solare termico, 11,9 kW di solare fotovoltaico e 32,3 kWt di biomasse per il Comune di Capri; sono invece 25,94 i mq di solare termico installati nel Comune di Anacapri. Ad Ustica i 29,33 kW di solare fotovoltaico sono distribuiti su 5 impianti privati. A Pantelleria i 470 kW di solare fotovoltaico sono distribuiti tra 69 impianti, di cui uno a concentrazione da 85kW (presso l’aeroporto) e gli altri installati sull’ospedale, una scuola, alberghi e edifici privati. Inoltre sono presenti due impianti minieolici. Nell’isola di Capraia sono installati 2.388 kWe di una centrale alimentata a biodiesel di importazione derivante da coltivazioni di soia, girasole e colza. Il paradosso è che a fronte di potenzialità rilevantissime di diffusione di solare e eolico, i fabbisogni di energia sono garantiti oggi da vecchie, inquinanti e costose centrali a gasolio. Per quanto riguarda la partita della raccolta differenziata, le isole minori sono ancora molto indietro con una media del 18% (dati ISPRA e Comieco). I dati migliori di raccolta differenziata sono a Capri (56%) e a Pantelleria (45%), mentre molto preoccupanti sono quelli di Favignana (TP) con una differenziata al 19% e Lipari (ME) al 13%. E poi c’è la partita mobilità, dove le isole stanno cercando di fare passi avanti incentivando il trasporto pubblico, il bike sharing, il trasporto elettrico. Ad esempio l’isola di Capri che ha recentemente attivato 3 navette elettriche e un servizio di bike-sharing gratuito con 15 bici a disposizione dei turisti in 3 diverse zone del porto.

La rivoluzione green che stanno avviando diverse isole deve, però, far fronte ancora a diversi ritardi che riguardano la gestione delle risorse idriche e la depurazione. In diverse isole (come Favignana, Isola del Giglio (GR), Lampedusa (AG), Linosa (AG), Lipari (ME), Pantelleria (TP), Ustica (PA), Capraia (Li), Vulcano (ME) dove è in corso di realizzazione) è diffuso l’utilizzo di impianti di dissalazione che però molto spesso non riesce comunque a coprire la domanda. In particolare nelle isole della Sicilia il 50% della fornitura di acqua avviene ancora con navi cisterna e tale sistema presenta da sempre costi elevati. Drammatico è il ritardo nella depurazione, con sei isole che ne sono dotate (Tremiti (Fg), Capri, Lipari, Pantelleria, Ustica, Ventotene (LT) e Vulcano (Me)). Una situazione che Legambiente definisce vergognosa e che impatta sulla stessa appetibilità turistica dell’isola. Per questo è fondamentale spingere il completamento della depurazione degli scarichi esistenti, prevedendo anche trattamenti innovativi per il riutilizzo delle acque reflue (impianti di affinamento e fitodepurazione) anche per le utenze isolate.

Legambiente propone di approvare in ogni Isola un piano per arrivare al 100% di energia da fonti rinnovabili, attraverso interventi di efficienza energetica e riduzione dei consumi e di sviluppo degli impianti puliti. In questa direzione è fondamentale un ruolo di supporto da parte del Ministero dell’Ambiente nei confronti degli Enti Locali, e un coordinamento con le Soprintendenze in modo da trovare soluzioni condivise per i progetti. E poi importante realizzare un modello virtuoso di gestione della risorse idriche che punti a ridurre i consumi, a recuperare gli sprechi e le perdite (assai rilevanti) nella rete di distribuzione della risorsa. E spingere la raccolta differenziata dei rifiuti (attraverso un modello di porta a porta e di centri di raccolta) e il recupero dell’organico per la produzione di compost. L’associazione ambientalista ricorda anche come l’agricoltura può essere il perno intorno a cui ridisegnare un modello di economia circolare utile e fondamentale per le isole, che risentono sempre più dei cambiamenti climatici.

Sono due inoltre le novità normative importanti su cui si può puntare per avviare questo cambiamento. Il Decreto del Ministero dello sviluppo economico che incentiva le fonti rinnovabili nelle 20 Isole minori non interconnesse alla rete elettrica. E la Legge che ha introdotto il contributo di sbarco sulle Isole minori, che prevede di indirizzare le risorse per interventi di gestione e valorizzazione ambientale. Ma per sbloccare le rinnovabili serve ancora una Delibera dell’Autorità per l’energia. E rispetto al contributo di sbarco troppe Isole si muovono in ordine sparso e non è chiaro come le risorse possano davvero migliorare la situazione della gestione dei rifiuti, dell’acqua o valorizzare il turismo sulle Isole.

 

Esempi virtuosi – Nel dossier Legambiente raccoglie inoltre 22 esempi virtuosi di isole nel mondo che hanno scommesso sulla rivoluzione green. Dalle Isole Scilly nel Regno Unito alle Green Island nelle Filippine, per arrivare a Kodiak Island (USA), Hawaii (USA), King Island (Australia), Orkney Island (Scozia), Jamaica, Graciosa (Portogallo), Capo Verde, Sumba (Indonesia), Tilos (Grecia), El Hierro (Spagna), Samso (Danimarca), Eigg (Scozia), Bonaire (Paesi Bassi), Bornholm (Danimarca), Pellworm (Germania), Tokelau (Nuova Zelanda), Aruba (Paesi Bassi), Muck (Scozia), Wight (Inghilterra), Gigha (Scozia). Un esempio sono le Isole Scilly nel regno Unito dove si sta portando avanti un progetto che punta a tagliare le fatture, aumentare le energie rinnovabili e veicoli a basso tenore di carbonio, con l’utilizzo di veicoli elettrici e batterie domestiche in sistemi energetici intelligenti. A fronte di un investimento di 10,8 milioni di sterline, circa 12 milioni di euro, sulle Isole di Scilly si svilupperà un modello innovativo, sostenuto dalla principale azienda leader a livello mondiale nella batteria domestica, che svilupperà piattaforme che consentono di utilizzare veicoli elettrici e batterie intelligenti per contribuire a bilanciare l’offerta e la domanda all’interno del sistema energetico delle isole. Anche l’arcipelago delle Hawaii ha già iniziato il suo cammino verso un futuro sostenibile. Attualmente le Hawaii hanno già coperto per oltre il 23% il fabbisogno elettrico di energia grazie alle fonti rinnovabili, soprattutto grazie ad impianti solari e eolici. Ma non è tutto. La principale utility energetica dello Stato ha presentato un nuovo piano energetico che punta all’obiettivo del 100% di energia da fonte rinnovabile del Paese entro il 2045. La sfida delle Hawaii è quella di porsi come prima realtà degli Stati Uniti energeticamente indipendente. Ad oggi sono già stati installati 602 MW tra impianti fotovoltaici ed eolici. Inoltre sono in corso di implementazione smart grid che meglio integrino le risorse energetiche distribuite, una rete wireless moderna, contatori intelligenti e sistemi di accumulo sia su scala utility che a livello domestico.

 

Il dossier completo:

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