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Portualità e turismo per l’Economia del Mare

Intervista a Luciano Serra, Presidente Assonat e Vicepresidente Confturismo

Del 23 Maggio 2017

Cosa manca all’Italia per crescere nell’Economia del Mare?

L’Italia deve prendere coscienza dell’importanza dell’Economia del Mare, formulando concretamente un progetto strategico che sappia valorizzare e consolidare nei prossimi decenni la crescita di un settore sempre più importante.

In tal senso le imprese assumono un ruolo di primo piano, grazie ai loro investimenti privati e alla capacità di rispondere in maniera pronta ai cambiamenti di mercato. Cosa che fanno spesso rischiando in proprio e senza alcuna garanzia.

 

Ha notato anche lei una maggiore attenzione negli ultimi Governi italiani?

C’è stata certamente un’inversione di tendenza rispetto a un passato in cui la portualità turistica e la nautica in particolare erano stati oggetto di provvedimenti legislativi penalizzanti.

La tassa di possesso ha rischiato di ferire a morte molte imprese. Ma grazie anche al lavoro dell’associazione in questi anni, il settore ha saputo resistere alla crisi.

E ora la portualità turistica potrà svolgere un ruolo sempre più determinante nell’Economia del Mare.

Voglio anche ringraziare pubblicamente il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio per il suo impegno e la sua determinazione per l’attuazione definitiva del provvedimento che applica l’IVA al 10% a favore degli ospiti dei cosiddetti Marina Resort.

Questo processo di crescita però deve ora essere facilitato dalle componenti associative maggiormente rappresentative del settore. Occorre fare progetti comuni evitando protagonismi che sono ormai fuori luogo e fuori tempo.

 

Quali sono gli ultimi più importanti progetti di Assonat?

Abbiamo dato vita a un portale finalizzato a presentare l’offerta della portualità turistica a tutti gli operatori, mettendo a disposizione gratuitamente dei porti la piattaforma TripIn View, che dà nuove opportunità tecniche e funzionali capaci di valorizzare i marina italiani nell’accoglienza ai diportisti. Il sito è attualmente visitato da utenti di oltre 190 Paesi.

Abbiamo, poi, istituito percorsi formativi gratuiti per ogni tipologia di operatore presente nei marina e li abbiamo portati su tutto il territorio nazionale.

Si tratta di iniziative che abbiamo messo a disposizione, non solo dei nostri associati, ma di tutte le strutture nautiche interessate.

 

Quali sono le priorità per il futuro?

Vorremmo una disciplina nazionale delle concessioni di beni del demanio marittimo dedicati alla nautica da diporto che sia uniforme su tutto il territorio italiano.

E che garantisca:

  • una durata proporzionata e correlata al piano economico e finanziario degli investimenti;
  • una proroga della concessione qualora si rendano necessari interventi richiesti da nuove normative, dalle autorità competenti o per investimenti migliorativi effettuati dal concessionario;
  • il rinnovo delle concessioni demaniali che non si basino esclusivamente sulla migliore offerta economica, ma riconosca il valore professionale, tecnico e progettuale dell’imprenditore e dell’apporto dato nel valorizzare il bene demaniale affidato;
  • semplificazione burocratica con norme chiare e non interpretabili.

Chiediamo poi accesso ai fondi europei per facilitare gli investimenti volti alla riqualificazione generale delle attività e delle infrastrutture della portualità italiana e la modifica del codice della nautica.

 

Lei è stato recentemente eletto Vicepresidente di Confturismo, quali sono le sue principali azioni nell’immediato?

L’Italia ha raggiunto la quota di 56 milioni di turisti stranieri e si prevede un incremento costante dell’1,5% nei prossimi tre-quattro anni.

È inutile sottolineare l’importanza di questo settore per l’economia italiana.

Come Confturismo ci stiamo preparando al 2018, anno Italia/Cina.

Svilupperemo progetti che coinvolgano le imprese nel miglioramento dell’offerta turistica. A partire dalla valorizzazione della Via Francigena, ben lontana da quello che rappresenta il cammino di Santiago di Compostela in Spagna. Ogni azienda adotterà un chilometro di strada per sistemarla e renderla pronta ad ospitare i camminatori.

Per quanto mi riguarda, in particolare, mi occuperò direttamente di un progetto di valorizzazione delle Isole minori e della portualità turistica e lavorerò affinché un patrimonio prezioso come quello possa essere messo a disposizione dello sviluppo turistico nazionale.

In Europa ogni anno arrivano 500 milioni di turisti che valgono 360 miliardi; in Italia la durata media di permanenza è di 3 / 3,5 giorni. Dobbiamo rafforzarci, basta pensare che quello 0,50 vale 600 milioni di euro.