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In vigore la nuova normativa sui dragaggi nei porti italiani

Del 28 Ottobre 2016

E’ in vigore dal 6 settembre la nuova normativa per le operazioni di dragaggio nei porti italiani.

Con un pacchetto di interventi, due regolamenti e una modifica normativa, si è conclusa la riforma che porterà a superare le difficoltà tecniche e operative che sono state riscontrate in questi anni nella realizzazione delle opere di dragaggio.

 

I due regolamenti

Il primo tratta le modalità di dragaggio nelle aree portuali e marino-costiere che ricadono all’interno dei SIN, Siti di Interesse Nazionale.

Il secondo, in attuazione dell’articolo 109 del Decreto Legislativo 152/2006, è il regolamento che disciplina la procedura per l’approvazione dei progetti di dragaggio al di fuori delle aree SIN, le modalità e i criteri per la gestione del materiale dragato, tra cui l’immersione in mare dei materiali di escavo dei fondali marini.

I provvedimenti sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 6 settembre e sono, quindi, già in vigore.

 

Gli altri provvedimenti

Con la legge del 28 dicembre 2015 n. 221 (il cosiddetto “Collegato Ambientale”) sono state semplificati i criteri di costruzione delle casse di colmata e delle vasche di raccolta.

Con questa norma si prevede che la tutela delle acque e del suolo avvenga attraverso le migliori tecnologie disponibili, tenendo conto della tipologia di materiale che si va a trattare caso per caso. Ma è stato fatto di più.

Con un’altra modifica al Collegato Ambientale e grazie al lavoro svolto da un gruppo di lavoro istituito presso il Ministero dell’Ambiente, a cui hanno preso parte il Ministero dei Trasporti, il Ministero della Salute, ISPRA, ISS e il CNR, sono state definite le linee guida e i valori di riferimento che consentono l’automatica deperimetrazione delle aree a mare da SIN a SIR (Siti di Interesse Regionale).