Ieri ho avuto il privilegio di moderare la sesta edizione del Convegno sul Lavoro Marittimo organizzato dall’omonimo Assessorato del Comune di Procida.
3 panel con circa 30 relatori rappresentativi delle diverse categorie legate al trasporto marittimo e delle istituzioni di riferimento.
Un confronto aperto, a tratti animato e caratterizzato da una rara energia positiva e propositiva.
Penso che la chiave del successo sia stata quella di coinvolgere in un’unica sede, dando pari rilevanza e spazio, i diversi portatori di interesse: lavoratori, armatori, enti di formazione, istituzioni (Corpo delle Capitanerie di porto, MIT, Struttura di missione per le Politiche del Mare), dando la possibilità a ciascuno di evidenziare le priorità concrete di lavoro per sostenere il lavoro marittimo e di confrontarsi su di esse.
Quando un appuntamento arriva alla sesta edizione e cresce, significa due cose: che gli organizzatori e promotori hanno la competenza e la caparbietà per rinnovare ogni anno le tematiche che affrontano e soprattutto che il tema è centrato.
E in questo caso penso che ci troviamo di fronte a entrambe le situazioni.
L’Assessorato guidato da Carmine Sabia, con il prezioso supporto dell’anima di questo evento, Fabio Pagano e la “benedizione” del Sindaco Raimondo Ambrosino, ha avuto la capacità di dare sostanza e continuità a un appuntamento che dedica la sua prioritaria attenzione al motore vero dell’economia italiana.
È bello ragionare di lavoro marittimo perchè partiamo dalle persone e del loro prezioso contributo allo sviluppo, alla crescita dell’Economia e della cultura del mare, vitali per il nostro Paese.
Nei tre panel abbiamo esplorato 3 aspetti centrali: formazione e occupazione, Piano del mare e digitalizzazione, isole minori.
Nei prossimi giorni verrà redatto un documento di sintesi degli innumerevoli spunti emersi, ma ne possiamo già anticipare alcuni per flash.
Innanzitutto le parole chiave, sostenute all’unanimità dei presenti: semplificazione, digitalizzazione, omogeneità normativa, allo scopo di garantire una reale competitività non solo dell’economia del mare più in generale, ma anche e soprattutto del lavoro marittimo.
E ancora tecnologia: a supporto del lavoro marittimo, oltre che delle imprese.
Poi:
⁃ maggiore integrazione tra istituti di formazione, in primis gli Istituti Trasporti e Logistica (per molti ancora oggi Nautici) e le reali esigenze del mondo del lavoro, a partire dai programmi scolastici.
⁃ Lavoro condiviso a tutti i livelli per ridare linfa vitale alla vocazione marittima dei giovani.
⁃ Tutela reale della continuità territoriale delle isole minori con una infrastrutturazione e un sostengono coerenti ed efficienti.
⁃ Regole certe per garantire la modernizzazione delle infrastrutture portuali e la transizione energetica di porti e navi.
Infine: il Piano del Mare, da tutti unanimemente considerato un punto di svolta nella politiche marittime del nostro Paese. Così come l’istituzione del CIPOM e, ovviamente, la nomina del Ministro per le Politiche del Mare Nello Musumeci, di cui è stato apprezzato l’approccio aperto al confronto e la vocazione alla sintesi.
Disporre di un punto di riferimento su cui far convergere proposte e istanze è quello che da tempo chiedevano gli stakeholder associativi e le imprese.
Numerose sono state le proposte puntuali di adeguamento delle normative, di driver di sviluppo su cui concentrare risorse e investimenti, ma mi preme sottolineare soprattutto il metodo e lo spirito dell’evento, finalizzato realmente a dare un contributo fattivo alla valorizzazione del lavoro marittimo italiano.
E con esso all’intera Economia del Mare.