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WWF: analisi sul Santuario Pegasos

Del 10 Settembre 2015

Rafforzamento della  governance con un piano di gestione rivisto e più operativo, maggiori risorse economiche, definizione di obiettivi precisi sui temi più caldi come inquinamento, il traffico marittimo, per limitare o eliminare i rischi di collisioni tra navi e balenottere nell’area del Santuario e in quelle limitrofe. Solo in questo modo il Santuario Pelagos, l’habitat principale della balenottera comune,  il più grande mammifero del Mediterraneo e il secondo al mondo, potrà difendere questo splendido abitante del mare  (http://www.wwf.it/cetacei/ ) e rendere sostenibili tutte le attività che vi si svolgono tra cui gli insediamenti civili e industriali costieri, i trasporti marittimi o il whale-watching.

Senza il rafforzamento di Pelagos in Mediterraneo siamo in grado di proteggere realmente solo l’1% del bacino, una percentuale ben al di sotto del 10% come richiesto entro il 2020 a livello internazionale (Obiettivo Aichi  n. 11, in attuazione della Convenzione internazionale sulla diversità biologica):  con un Santuario ben funzionante l’area del Mediterraneo effettivamente tutelata salirebbe al 4,56%.

Purtroppo il Santuario è ancora un gigante dai piedi di argilla: grandi responsabilità in capo alla Conferenza delle Parti (organo decisionale, che vede la partecipazione di Italia, Francia e Principato di Monaco), ma strumenti unitari insufficienti per l’implementazione di attività coordinate di tutela e di controllo. Manca un Ente gestore vero e proprio mentre il Segretariato Permanente non possiede ancora responsabilità chiare né i mezzi finanziari per garantire uno stato di conservazione favorevole. Anzi le risorse destinate al Santuario ammontano complessivamente a 490.000 euro l’anno, appena 6 centesimi di euro l’anno per ettaro, quando l’UICN (Unione internazionale per la conservazione della natura) stima che il budget necessario per un’area protetta simile al Santuario oscilli tra 32 e 110 euro l’anno per ettaro.

Sono alcuni degli elementi della prima Analisi condotta da WWF Italia e WWF Francia dal titolo “Santuario Pelagos: valutazione dello Stato attuale e proposte per una migliore gestione”, presentata questa mattina a Montecarlo, nel ‘cuore’ del Santuario. L’obiettivo del WWF è quello di fornire elementi di discussione, evidenziare gli aspetti positivi così come di critica costruttiva affinchè vi sia uno sforzo comune per un bene comune ma ancora a rischio.

La presentazione è avvenuta nel capoluogo monegasco a bordo di nave Palinuro, il veliero storico della Marina Militare Italiana che ha concluso il suo periplo legato alla Campagna di sensibilizzazione “MEdiTErraneo”  voluta da WWF e  Marina Militare. L’Analisi è stata illustrata, dalla Presidente del WWF Italia, Donatella Bianchi e dalla Presidente del WWF Francia, Isabelle Autissiér, mentre Sabina Airoldi dell’Istituto di Ricerca Tethys ha presentato gli ultimi risultati delle ricerche condotte sui cetacei all’interno del Santuario. 

 Vogliamo che Pelagos diventi un esempio internazionale di conservazione di biodiversità marina – ha dichiarato Donatella Bianchi, Presidente di WWF Italia – e per questo chiediamo di consolidare la collaborazione tra gli Stati  firmatari, Italia, Francia e Principato di Monaco, rispettando l’impegno internazionale e di procedere ad una governance allargata del Santuario che veda il pieno coinvolgimento delle Aree Marine Protette italiane e francesi e delle associazioni ambientaliste. E’ una sfida che ci sentiamo di lanciare perché riteniamo che dopo 16 anni sia arrivato il momento per fare un salto di qualità”.

Il WWF si augura che le sue proposte vengano  prese in considerazione e finalmente accolte in occasione della prossima riunione della Conferenza delle Parti di Pelagos, che si terrà in Francia a fine 2015.

Quest’anno abbiamo salutato con favore il primo incontro internazionale dei Comuni aderenti alla Carta di parternariato tenutosi a Livorno nel giugno scorso – ha dichiarato Giuseppe Di Carlo, direttore della Marine Initiative del Programma Mediterraneo del WWF – In questa occasione tutti i punti focali nazionali e il governo italiano, che attualmente presiede la Conferenza delle Parti,  hanno dato segni di un rinnovato impegno per quest’area”.

E il fatto che il Santuario sia una delle case predilette dai cetacei del Mediterraneo lo dimostrano i dati forniti in conferenza dall’Istituto Tethys, che da 28 anni monitora i cetacei del Santuario per 5 mesi consecutivi l’anno, partendo da Portosole, Sanremo.

“In questi ultimi anni, grazie ai finanziamenti del Ministero dell’Ambiente Italiano ad un progetto di telemetria satellitare condotto da IWC, Tethys, ISPRA e Università di Siena, sono state individuate le rotte di alcuni esemplari di Balenottera comune – ha dichiarato Sabina Airoldi di Tethys – che nella tarda primavera dallo Stretto di Sicilia si sono dirette a nord, raggiungendo in pochi giorni il Santuario e confermando l’importanza dello stesso come area di alimentazione estiva per questa specie”.

La stima fornita da Tethys sulla presenza dei cetacei nel Santuario è di circa 150 balenottere comuni e 39.000 stenelle striate e a breve verranno fornite anche le stime di altre specie di cetacei. grazie alla collaborazione tra vari Enti italiani e francesi e ai finanziamenti delle Parti dell’Accordo e del Segretariato Permanente. “Le stime sulla popolazione ci serviranno in futuro per verificare eventuali variazioni dell’abbondanza e della distribuzione delle diverse specie che verranno messe in relazione con le pressioni antropiche ed eventuali minacce – ha continuato Airoldi. Le altre specie presenti nel Santuario sono il capodoglio, il globicefalo, lo zifio, il grampo, il tursiope e il delfino comune.

Numeri che evidenziano l’importanza di stringere i tempi per raggiungere obiettivi concreti di conservazione. Nella sua Analisi, infatti, il WWF, pur riconoscendo il grande sforzo portato avanti sinora dal Segretariato permanente di Pelagos (ufficio unico di coordinamento operativo del Santuario), sottolinea la necessità di raggiungere 9 principali obiettivi di salvaguardia.  Al primo posto quello di intensificare la lotta all’inquinamento che impatta sui cetacei, dovuto a scarichi e immissione di sostanze pericolose,  un risultato, già previsto nell’Accordo istitutivo del Santuario e  nel suo Piano di Gestione.

Gli inquinanti potenzialmente pericolosi per i cetacei non si sono ridotti a seguito  dell’effettiva operatività di Pelagos né tantomeno grazie agli accordi presenti nell’area. A fronte di leggeri miglioramenti la contaminazione dei cetacei rimane elevata.

Le ricerche dell’Università di Siena, condotte dal team Laboratorio Biomarkers, finanziate dal Ministero dell’Ambiente,  riportano dati allarmanti per l’area del Santuario riguardo al tema del Marine Litter che non interessano solo i cetacei ma l’intera catena trofica del Santuario. Poiché il principale mammifero marino di questa parte di Mediterraneo, la Balenottera minore (Balaenoptera physalus),  è un formidabile ‘filtratore’ esso risulta  un indicatore della presenza di sostanze inquinanti: questi giganti si concentrano nel periodo estivo nell’area del Santuario per nutrirsi e ad ogni attività di filtrazione ingeriscono oltre 70.000 litri di acqua. Uno dei principali nemici è rappresentato dalle microplastiche (frammenti di plastica inferiori a 5 mm) derivanti da varie tipologie di rifiuti plastici provenienti da fonti terrestri, da reti di nylon o altri residui dell’industria della pesca. Tali frammenti plastici  si accumulano sia sulla superficie marina che nella colonna d’acqua zone dove le balene in particolare si alimentano. La conseguenza per loro è l’assunzione di ftalati (additivi delle plastiche), sostanze che hanno la capacità di alterare il sistema endocrino delle specie animali. Inoltre i materiali plastici fungono da vere e proprie ‘spugne’ per altre sostanze tossiche presenti sulla superficie marina  in particolare inquinanti persistenti (PCBs, HCB, DDT), aumentando così la minaccia per la vitalità delle popolazioni di cetacei.

Queste ricerche sono solo un esempio delle tante condotte grazie ai finanziamenti da parte di Pelagos a enti e organismi di Italia e Francia,  e sono uno dei punti a favore del Santuario. Sono state svolte anche altre attività, come quelle relative  allo studio del comportamento dei cetacei presenti nell’area, alla creazione di banche dati, a campagne di analisi tossicologiche. L’ampio coinvolgimento della comunità scientifica ha permesso di migliorare la conoscenza di alcune specie presenti nel Santuario, così come positiva è stata finora l’attività di comunicazione per la sua promozione.

 

OBIETTIVI ANCORA LONTANI

La mancata cooperazione tra i tre Paesi interessati è, secondo l’Analisi del WWF, uno dei fattori che hanno reso poco efficace la gestione del Santuario e  non ha consentito il conseguimento degli obiettivi di tutela dichiarati. Ad esempio, non vi è ancora omogeneità nella volontà di regolare i traffici per evitare le  collisioni tra cetacei e imbarcazioni,  che sono la prima causa di morte non naturale per capodogli e balenottere, e per limitare l’inquinamento sonoro, fonte di disturbo rilevante per questi animali. Il sistema di segnalazione RECEPT (rete informatica che consente alle navi di localizzare in tempo reale la posizione di balenottere e capodogli riducendo i rischi di collisione) di cui il WWF auspica la diffusione è stato finora installato su poche navi. Lo  stop alle gare offshore, unico divieto  applicabile dai tre Paesi nell’area del Santuario ma  effettivamente vigente solo nei mari italiani, andrebbe esteso a tutto il Santuario. Anche l’attività di Whale-watching,  che ha riflessi positivi sull’economia locale, sulle attività educative  e per la raccolta dati, viene svolta con modalità non sempre adeguate (di avvicinamento e  di contatto con i cetacei) e spesso i comportamenti degli operatori meno virtuosi hanno la meglio. Per il WWF la certificazione di qualità di questa attività (label High Quality Whale Watching), già presente in Francia e nel Principato di Monaco, dovrebbe estendersi anche in Italia.

Cruciale è il ruolo degli enti locali, al momento 61 comuni rivieraschi italiani e 26 francesi  aderiscono alla Carta di Parternariato. La ricetta del WWF per rafforzare Pelagos prevede di allargare il numero dei ‘custodi’  che contribuiscono alla sua gestione, una governance estesa con la partecipazione attiva di Regioni, Comuni, delle Aree marine Protette, delle associazioni ambientaliste dei tre paesi, tutti riuniti in un  Consiglio nazionale. Inoltre è indispensabile aumentare le risorse disponibili, umane ed economiche. A questo proposito il WWF segnala che la Conferenza delle Parti del 2014 ha previsto la riduzione di 20.000 euro per i contributi ordinari di Francia e Italia, una misura che, se confermata,  non migliorerà la situazione attuale.

 

APPROFONDIMENTI

IL SANTUARIO: AREA DI IMPORTANZA INTERNAZIONALE

Il Santuario, è la prima area transfrontaliera del Mediterraneo destinata alla tutela dei mammiferi marini la cui governance è ripartita tra Francia, Italia e principato di Monaco. 
Si estende per 87.500 km2 e ben oltre la zona costiera dei tre paesi coinvolti, L’area del Santuario è stata inserita dal 2002 nella Lista delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea (ASPIM), della Convenzione di Barcellona.

Il Santuario Pelagos racchiude le acque costiere e l’ambiente pelagico dell’area compresa tra il promontorio della penisola di Giens e il Fosso Chiarone nella Toscana meridionale. Incorpora anche le acque che bagnano numerose isole: Corsica e Sardegna settentrionale e alcune  isole più piccole come quelle davanti a Hyères, oltre al litorale della Liguria, dell’arcipelago toscano e delle Bocche di Bonifacio. Il Santuario si estende su una superficie di 87.500 km2, con 2.022 km di litorale. E’ un tratto di mare estremamente ricco di vita pelagica e per questo una delle più importanti del bacino mediterraneo. Tra le specie presenti: balenottera comune, globicefalo, capodoglio, zifio, grampo, stenella, delfino comune, stenella striata, foca monaca.

Le minacce per questo habitat sono rappresentate soprattutto dalle possibili collisioni con le navi che transitano in questo ampio tratto di mare, l’inquinamento e il prelievo insostenibile di pescato.

 

LA GOVERNANCE ATTUALE 

Gli organi che garantiscono la governance del Santuario  sono: la Conferenza delle Parti, il Segretariato Permanente e il Comitato Scientifico e Tecnico. Essi garantiscono il funzionamento dell’Accordo.Il prossimo appuntamento della Conferenza delle Parti si terrà in Francia a fine 2015.

 

TURISMO SOSTENIBILE: LE CROCIERE DI AVVISTAMENTO

Il Santuario è da anni meta di crociere di avvistamento cetacei che attraggono migliaia di turisti all’anno. Le attività si svolgono tra Francia e Italia. Un esempio, la pioneristica attività avviata dal 2007 dal WWF Genova“. Qui il Whale-watching,  attività di turismo sostenibile ed educazione ambientale, coinvolge ogni anno oltre 7000 persone avvistando tutte le otto specie presenti nel Santuario Pelagos. L’attività è svolta in collaborazione con l’Acquario di Genova, nell’ambito del Progetto di ricerca “Delfini Metropolitani” all’interno del Santuario Pelagos. Sono coinvolti in questo progetto l’Acquario di Genova, la OA WWF Genova Città Metropolitana e la società “Golfo Paradiso snc”. L’attività è coordinata dai biologi del WWF e si svolge da Aprile ad Ottobre: possono partecipare tutti i cittadini e le scuole nell’ambito delle nuove tecniche di “citizen science” (i partecipanti diventano ricercatori per un giorno)”.

 

LA CAMPAGNA MEDITERRANEO

La Campagna MEdiTErraneo condotta dal WWF Italia insieme a Marina Militare Italiana ha preso il via il 5 giugno scorso, ha toccato le coste italiane con 5 tappe invitando gli italiani a conoscere meglio, amare e difendere il mare e in particolare a chiedere per il Santuario una protezione più efficace.  http://www.wwf.it/mediterraneo/