“Oggi nella dimensione globale si sta vivendo un processo che porta a un mutamento totale del modello industriale, con il superamento della vecchia manifattura verso l‘Industria 4.0’, basata sul collegamento tra secondario e terziario e calibrata sulla diffusione della conoscenza e sui settori innovativi e ad alto valore aggiunto. L’innovazione intesa nel senso più ampio troverà progressivamente nuovo spazio applicativo all’interno dei processi operativi, aumenterà l’interconnessione e la cooperazione tra capitale, lavoro, ambiente, risorse naturali, e includerà cultura e scienza, design, sostenibilità, sicurezza, efficienza energetica, relazioni industriali, comunicazione, marketing, governance. Noi intendiamo orientare in questa direzione la rotta strategica dello sviluppo del Lazio per i prossimi anni: un modello produttivo, in grado di valorizzare la qualità e la competenza della forza lavoro presente nel nostro territorio e dare ai giovani nuove opportunità con nuovi lavori.”
Lo ha dichiarato l’assessore regionale allo Sviluppo Economico e Attività produttive, Guido Fabiani, nel corso del suo intervento nell’Aula Magna del Dipartimento di Economia dell’Università Roma Tre, agli Stati Generali dell’Industria del Lazio.
“Un anno fa, presentando la nostra idea di reindustrializzazione, ossia una politica industriale intelligente, sostenibile e inclusiva, abbiamo detto di voler costruire con gli stakeholder del territorio un percorso in grado di stimolare proposte bottom-up e processi di aggregazione atti a favorire il riposizionamento competitivo del sistema produttivo, condividendo le scelte con imprese, parti sociali, associazioni, investitori, esperti e ricercatori e rendendo il Lazio un interlocutore a livello nazionale ed europeo. Non lo abbiamo solo detto, lo abbiamo fatto.”
“Da questo lavoro è nata la Call for Proposal dell’estate scorsa – ha continuato Fabiani – che ha avuto un forte ritorno dal territorio: più di mille soggetti hanno presentato in partenariato tra loro 173 proposte progettuali, raggruppate in 12 macro settori economici, che intendono sviluppare potenziali investimenti per oltre 2,3 miliardi di euro. Sono proposte che hanno molti caratteri comuni: l’interazione con i produttori di conoscenza, legami di filiera, attenzione per la formazione e l’aggiornamento delle competenze, per l’adozione delle tecnologie più innovative, per la circular economy e la sostenibilità ambientale.”
“I progetti arrivati sono alla base del confronto che porteremo avanti il 23 e il 24 prossimi nei 12 tavoli previsti per arrivare con l’estate alla pubblicazione dei primi bandi verticali per le imprese. La dotazione complessiva, dagli iniziali 70 milioni di euro è stata accresciuta fino a 150 milioni”, ha conclusoFabiani.