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Antonello Testa di OsserMare: “Quella del mare è un’economia resiliente. Il 22,4% delle imprese è donna. In calo i giovani, aumentano gli stranieri”

Intervista ad Antonello Testa Coordinatore Osservatorio Nazionale Economia del Mare OsserMare

Del 15 Aprile 2024

di Angela Iantosca

Nel corso della terza edizione del Blue Forum, che si è svolto a Gaeta dal 10 al 13 aprile, è stata presentata l’anteprima del XII Rapporto nazionale sull’economia del Mare dell’Osservatorio nazionale sull’economia del Mare OsserMare e Centro Studi delle Camere di commercio Tagliacarne di Unioncamere.

Per approfondire gli argomenti emersi nell’ambito del panel dedicato all’anteprima del Rapporto, abbiamo intervistato Antonello Testa, Coordinatore Osservatorio Nazionale Economia del Mare OsserMare.

Cominciamo tracciando un bilancio del 3° Summit Nazionale su Economia del Mare Blue Forum.

“La grossa soddisfazione per il terzo Summit che si è appena concluso è dettata da vari fattori: dalla partecipazione di oltre il 90% delle imprese rappresentate, dalla presenza di molte Personalità del Governo, del Presidente del Senato, delle maggiori Autorità militari, della Marina, della Capitaneria di Porto, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza. Tutti coloro che hanno a che fare con il mare sono stati qui. Sono soddisfatto dell’organizzazione del Summit sia come Consigliere delegato all’economia del mare di Informare della Camera di Commercio che, insieme ad altri, ha contribuito alla riuscita del Forum, sia come coordinatore di OsserMare che, con il nostro lavoro di studio e di analisi dei dati dell’economia del mare, consente a tutti gli stakeholders, non solo nazionali, ma anche europei, ai civili, ai militari e ai politici di usare i nostri dati per quella che è la programmazione futura. Perché, solo conoscendo il valore delle cose, si riescono a fare programmazioni. Per questo come Osservatorio stiamo cercando di investire ogni anno sempre di più in tale ambito.

Quest’anno abbiamo anticipato nel corso del Summit alcuni dati del XII Rapporto che sarà presentato a fine maggio, motivo per cui stiamo inserendo ulteriori studi ed analisi: ad esempio grazie ad un accordo, abbiamo realizzato una società, la SocialData, con la quale stiamo capendo ed analizzando cosa succede sui social e nel mondo internet, perché lì riusciamo a carpire la misura in cui il fruitore, il consumatore finale e intermedio, si muovono all’interno del mercato. Se la nostra ambizione è quella di dare sempre più uno strumento puntuale per poter programmare il futuro, lo è ancor di più se oltre al valore dell’economia e dei dati dell’economia del mare riusciamo anche a carpire i sentiment dei fruitori”.

Un Rapporto molto importante quello che avete presentato tanto da essere citato a più riprese nel corso del Summit e da essere considerato un punto di riferimento da molte Autorità.

“Il nostro Rapporto – continua Testa – abbiamo visto che è stato inserito nel Piano del Mare del Ministro Musumeci. La Marina Militare il primo giorno del Summit ha citato i nostri dati e questo ci lusinga. Perché onora il lavoro che facciamo 12 mesi l’anno, perché l’Osservatorio non si ferma mai e il Summit rappresenta la fine del lavoro di un anno e l’inizio del lavoro di quello successivo”.

Cosa è venuto fuori dalle anticipazioni?

“Dalle anticipazioni viene fuori che quella del mare è una economia resiliente. Il numero delle imprese dal 2022 al 2023 si è mantenuto pressoché costante. C’è stato un minimo calo, ma parliamo di poche decine di aziende su 128mila imprese. Se confrontiamo questo dato con la perdita delle imprese nell’economia nazionale (oltre l’1%), vediamo che l’economia del mare resiste. Inoltre c’è un incremento esponenziale del valore aggiunto, tanto che siamo passati dai 143 miliardi di euro ai 161, dove 161 è la somma della componente diretta (59 miliardi) e i 102 sono i guadagni indiretti dell’indotto. Arriviamo pertanto a questi 161 miliardi che pesano sul Pil oltre il 9%. Si tratta quindi di un’economia che si fa largo e che vuole occupare sempre maggiore spazio”.

Dati positivi, ma che non possono far rallentare il cammino.

“Siamo soddisfatti del lavoro fatto, ma non bisogna abbassare la guardia. Anzi si richiedono sempre maggiori investimenti. Mai come in questo momento abbiamo visto quanto è importante il lavoro della Marina Militare rispetto a ciò che sta succedendo nel mar Rosso che potrebbe portare ad una ricaduta in termini negativi sull’economia del mare, perché se le navi sono costrette a circumnavigare l’Africa e a non usare il Canale di Suez è chiaro che c’è il rischio che non arrivino nel Mediterraneo, facendoci perdere traffico, e che quelle che entrano, dopo aver circumnavigato l’Africa, farebbero aumentare i prezzi. Comunque i dati, per ora, sono confortanti”.

Venerdì 12 aprile, nel pomeriggio, avete anticipato anche i dati rispetto all’economia del mare e il mondo femminile, in un momento di confronto molto interessante che ha sottolineato l’importanza di un settore sempre più in crescita. Cosa emerge?

“Mi piace citare un dato sull’imprenditoria femminile. Anche in questo caso è un numero: 51mila imprese, 22,4% del totale dell’impresa dell’economia del mare italiana, è rosa. Però dal 2019 al 2023 c’è stato un incrementato dello 0,7%. E’ interessante sottolineare cosa poi accade a livello regionale: nel Lazio, la percentuale è del 23,4, quindi superiore rispetto all’apporto femminile a livello nazionale. Quindi c’è ottimismo ed il dato è positivo così come lo è quello delle imprese straniere. Sempre più imprese straniere fanno parte del mondo dell’economia del mare. Quello che forse un po’ deve essere monitorato è l’ambito giovanile dove troviamo qualche piccola flessione che preoccupa perché, se i giovani non entrano nel mercato, rischiamo di impoverirci. La cosa comunque è compensata dalle imprese straniere che sono nuove imprese, nuove leve che portano sicuramente nuova linfa. Quindi il quadro resta positivo. Cosa che ci dà soddisfazione. In questo è importante il lavoro della politica, ma è molto importante il contributo di tutti gli stakehoders”.

Cosa chiedete alla politica sulla base dei dati?

“Riforme. A cominciare dalla semplificazione, l’argomento principale! Quando parliamo di semplificazione, tuttavia, non significa togliere le regole, anzi gli imprenditori che tutti i giorni lavorano, dall’artigiano alla multinazionale, vogliono le regole, perché le regole fanno bene a chi lavora seriamente. Ma dobbiamo ricordare che chi lavora nel mondo del mare è soggetto a cento miliardi di concessioni, quando basterebbe un solo soggetto. Per esempio si potrebbe affida alla Capitaneria di Porto, come era una volta, tutto il comparto, facendo intrattenere rapporti con un solo soggetto per le concessioni. Un altro esempio classico è quello dei Marina Resort. Il vecchio Governo riconobbe, grazie al lavoro di tutti, i cosiddetti Marina Resort. Fino ad allora i porti turistici vivevano una schizofrenia nella loro gestione, perché un tempo, se si otteneva la concessione per la realizzazione di un porto turistico, per l’eventuale creazione di un bar o di un ristorante bisognava chiedere ulteriori concessioni, come se si trattasse di attività esterne, non considerando il porto turistico alla stregua di un albergo, dove si chiede una sola autorizzazione. Questa cosa è stata normata a livello nazionale, ma il problema è che in Italia abbiamo una spezzettatura della burocrazia, quindi, per esempio, la Regione Lazio non ha ancora recepito i Marina Resort. Quindi un imprenditore che qui vuole investire in una Marina turistica va incontro alla richiesta di troppe concessioni”.

ANTONELLO TESTA FOTO PIETRO SILVANO

Il Covid sembra lontano, ma in realtà sono passati solo tre anni e, come spesso si sottolinea, ha creato un vuoto nelle professioni, oltre ad aver inciso sulla crescita del numero dei cosiddetti Neet. Cosa ci dicono i dati rispetto all’impiego dei ragazzi nelle professioni del mare, a pochi mesi dall’inizio di una nuova stagione estiva?

“Non abbiamo i dati, ma la tendenza la conosciamo. Quanto meno conosciamo le cause di ciò che accadrà. Bisogna investire di più in formazione specializzata, soprattutto negli ITS. Perché qui non solo il ragazzo si forma, ma viene assunto. Praticamente mentre continua a studiare, lavora e comincia a guadagnare. In questa direzione si dovrebbe fare di più perché sono realtà che funzionano molto bene, come la Fondazione Caboto. Tra l’altro si registra negli ITS un bassissimo grado di abbandono. E questo mondo ha bisogno di questa tipologia di strutture, ma anche di una formazione più di base, sempre specialistica: mi riferisco al cameriere di bordo, al cuoco, all’artigiano. L’Istituto Alberghiero è una eccellenza ma non prepara per la navigazione, quindi credo si dovrebbero inventare degli Istituti Alberghieri capaci di preparare figure riguardo la portualità. Lavorare in una Marina è diverso dal lavorare in un albergo, ci sono competenze diverse. A proposito di questa estate sicuramente avremo una richiesta maggiore di offerta (lavoratori che si offrono)”.

Chiusa l’edizione 2023 del Blue Forum, al lavoro per quella del 2024. Cosa vorreste portare di nuovo?

“Come dicevo prima, il Summit rappresenta la fine di un anno di lavoro e l’inizio di un altro. Qui si buttano giù le idee per il nuovo anno ed è proprio questa la sua forza, come sottolineato anche da Giovanni Acampora in questi giorni. Credo che nel 2025 potremmo lavorare sulla creazione di tavoli tematici, organizzare delle plenarie in cui si discute, visto che siamo tutti insieme, si trattano argomenti specifici con delle sintesi da presentare alla politica e ai militari”.

ANTONELLO TESTA FOTO PIETRO SILVANO