Assagenti e Spediporto si candidano alla gestione del sistema telematico del Porto di Genova.
E-port resterà di proprietà dell’AP ma verrà gestito direttamente dalle due associazioni. Questo consentirà di ridurre del 75% i tempi di uscita delle merci, in linea con quanto avviene nei grandi porti nordeuropei.
“Quanto si accinge a fare il porto di Genova, è un esempio importante di sussidiarietà, un modello che vale per l’Italia” afferma il presidente dell’AP genovese, Luigi Merlo.
La proposta è stata presentata dalle due associazioni durante l’ incontro “Il futuro sbarca a Genova” al quale hanno partecipato oltre al presidente dell’AP, Luigi Merlo, anche i responsabili nazionali delle categorie interessate: il direttore dell’Agenzia delle Dogane, Giuseppe Peleggi, il presidente di Confetra, Nereo Marcucci, il presidente nazionale degli Agenti Marittimi, Michele Pappalardo, il presidente di Assiterminal, Marco Conforti
“Pensiamo – spiega Maurizio Fasce, presidente Spediporto –sia giunto il momento che le categorie dell’utenza portuale compiano un passo in avanti, anche di tipo culturale, e sulla base di consolidati modelli gestionali affermati in Nord Europa si candidino alla gestione del sistema telematico del Porto di Genova. Negli anni abbiamo constatato difficoltà da parte di Autorità Portuale, che comunque rimarrebbe proprietaria di E-Port, a individuare soggetti gestori che sapessero associare alla manutenzione del sistema un’efficace capacità di sviluppo sempre allineata alle esigenze del mercato. La nostra proposta guarda all’Europa, ai suoi modelli e alle esigenze della merce, e vuole responsabilizzare direttamente le categorie ponendole in cabina di regia del sistema telematico, nulla di strano se si guarda a quello che avviene in Olanda e Germania dove già da decenni le associazioni dell’utenza portuale si vedono assegnare questo ruolo”.
La scarsa competitività del sistema logistico italiano costa alle aziende italiane circa 40 miliardi di euro in termini di inefficienza e rappresenta per il nostro sistema portuale una perdita di volumi verso i porti del NorthernRange, che la Cassa Depositi e Prestiti ha stimato essere superiore a 440 mila teus all’anno.
La World Bank colloca l’Italia al 24o posto nel ranking mondiale per performance logistica . “Gli operatori – dice Gian Enzo Duci, presidente Assagenti – privilegiano sistemi logistici più efficienti anche qualora questo dovesse tradursi in tempi maggiori, purché certi. Questa scelta consente loro una migliore e più efficace programmazione logistica. La telematizzazione può aiutare il sistema porto a essere più efficiente, oltre a ridurre del 75% i tempi di uscita delle merci dal porto. Abbiamo stimato che un abbattimento di questa portata equivalga a una moltiplicazione degli spazi fisici, quindi banchine e piazzali, di quasi un terzo rispetto alle strutture oggi esistenti a Genova”.
“Di fronte a questi dati – ha detto Merlo – sono contento che ci sia una comunità portuale che si candida a gestire il futuro. L’Autorità Portuale deve essere un soggetto facilitatore, non gestore. Se si vuole mettere al passo con l’Europa, l’Italia deve puntare su un modello per cui l’Autorità Portuale sia un soggetto più di governance e meno gestione. Purtroppo in Italia solo 4-5 porti oggi sono in grado di ragionare così”.
“Il sistema portuale – afferma il presidente Spediporto – deve poter ambire a certificarsi complessivamente come AEO davanti all’amministrazione doganale e con ciò offrire un “Gate out port of Genoa” in grado di sistemizzare esigenze di tracciabilità dei contenitori. Il nostro porto si candida a rappresentare uno dei primi nodi logistici complessi all’interno dei quali testare corridoi doganali sicuri con le strutture retro portuali e basi logistiche di nostro interesse. In questa chiave, un ottimo terreno di sperimentazione sarà rappresentato dall’Expo2015».