AL SERVIZIO DELLA RISORSA MARE
Rispetto alla vigilanza in mare, quali sono le principali attività a cui si dedica il Corpo?
“La Guardia di Finanza, quale unica Forza di polizia a competenza generale in grado di esercitare una incisiva e costante attività di vigilanza lungo tutto lo sviluppo costiero nazionale, esercita, in via esclusiva, funzioni di polizia economico-finanziaria in mare, assicurando, in concorso con altri attori istituzionali, il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica in ambiente marittimo. In tale ambito, il Corpo, che – dalla terraferma all’alto mare – può disporre di assetti investigativi di vigilanza e controllo perfettamente integrati e muniti di performanti capacità di navigazione aerea e marittima, garantisce l’efficace coordinamento di un complesso di attività, quali: il pattugliamento delle coste e dei corsi fluviali navigabili, il controllo dei porti e degli altri punti di approdo costieri, il monitoraggio operato attraverso la rete radar costiera, l’analisi operativa degli input informativi forniti dagli Uffici centrali e periferici, la cooperazione con i partner europei che si affacciano sul mediterraneo. Il quadro normativo e regolamentare di riferimento individua – concettualmente – due macro-aree operative in cui si sviluppa l’attività della Guardia di Finanza. La prima, di diretta derivazione delle competenze specifiche ed esclusive riconosciutegli dal legislatore nazionale, è finalizzata alla tutela degli interessi economici e finanziari del Paese e dell’Unione Europea sul mare (contrasto alle violazioni alla normativa doganale, controlli in materia di accise, controlli in materia di imposizione diretta e indiretta, contrasto alle frodi in danno del bilancio nazionale e comunitario, controlli in materia di limitazioni all’uso del contante e di titoli al portatore e violazioni alla normativa sulla circolazione transfrontaliera dei capitali, tutela del demanio e del patrimonio dello Stato). La seconda consiste nelle proiezioni operative volte al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica in mare, alla salvaguardia delle vite umane, al contrasto delle violazioni in materia di tutela del patrimonio archeologico sommerso e di polizia ittica e marittima. Nella medesima area operativa possono essere ricomprese, oltre alle descritte attività svolte in concorso con le altre Amministrazioni, le infungibili mansioni affidate al Corpo in materia di contrasto al traffico internazionale di stupefacenti, al contrabbando di Tabacchi Lavorati Esteri, al fenomeno dell’immigrazione irregolare e ai crimini ambientali”.
Di quali attività si occupa il Comando Aeronavale Centrale della Guardia di Finanza?
“L’ampliamento delle competenze e delle mansioni assegnate alla Guardia di Finanza – sancito dal D.lgs. n.68 del 2001 – ha imposto una progressiva e complessa opera di rivisitazione degli assetti operativi e logistici della componente aeronavale del Corpo. Dal momento che il controllo unitario delle frontiere marittime non può prescindere dal potenziamento delle capacità di difesa avanzata nelle acque internazionali, il Corpo si è dotato di due distinte componenti operative: quella costiera, diretta dai Comandi territoriali competenti per ambito regionale di riferimento, che opera, con funzioni concorrenti di polizia di sicurezza ed esclusive di polizia economico-finanziaria, con finalità di vigilanza delle zone rivierasche e delle acque territoriali; quella alturiera, alle dirette dipendenze del Comando Aeronavale Centrale, a cui è, invece, affidato il presidio – in alto mare – delle frontiere marittime nazionali ed europee. Il Comando Aeronavale Centrale è, dunque, il vertice dell’intera componente alturiera del Corpo, ad esso sono demandate funzioni di alta direzione, comando, coordinamento e controllo nei settori operativi, addestrativi, logistici ed amministrativi dell’intera componente. Alle sue dipendenze operano due reparti (Re.T.L.A. Navale con sede a Formia e Re.T.L.A. Aereo con sede a Pratica di Mare) che si occupano, rispettivamente, della logistica navale ed aerea dell’intero comparto, il Centro di Cooperazione Aeronavale – a cui è affidata la post-formazione e la standardizzazione del personale specializzato – e il Comando Operativo Aeronavale. A quest’ultimo, in particolare, è assegnato il coordinamento esecutivo di quattro Gruppi Aeronavali (tutti dotati di performanti unità navali e di elicotteri), dislocati alle sedi di Taranto, Messina, Cagliari e La Spezia, e del Gruppo di Esplorazione Aeromarittima ubicato a Pratica di Mare, dotato di velivoli ad ala fissa in grado di sorvolare le acque internazionali. Il dispositivo aeronavale d’altura, attraverso la descritta struttura organizzativa, svolge compiti di prevenzione e sicurezza in alto mare, a contrasto dei traffici illeciti di vario genere, mediante la vigilanza delle direttrici di transito dei mari aperti e dei bacini interni, le proiezioni in profondità nei bacini marittimi esterni nonché la collaborazione e la cooperazione internazionale con i dispositivi aeronavali dei corrispondenti servizi di vigilanza esteri”.
Su quanti mezzi e quanti uomini può contare il Comando?
“Il Comando Aeronavale Centrale della Guardia di Finanza assicura il costante monitoraggio delle frontiere nazionali e comunitarie attraverso l’impiego di qualificate risorse umane e unità navali ed aree all’avanguardia. Nell’espletamento delle relative operazioni di servizio, molte delle quali sviluppate in collaborazione con organismi di polizia europei e con le principali istituzioni comunitarie impegnate nel contrasto ai traffici illeciti perpetrati via mare, il Comando dispone di una moderna flotta navale, caratterizzata da elevate performance operative e singolare versatilità di impiego. In particolare, i pattugliatori d’altura – in grado di operare con ottime capacità di tenuta del mare, anche in condizioni meteomarine avverse, e con autonomia di navigazione di diversi giorni – sono deputati alla vigilanza in acque internazionali, al controllo di vaste aree marittime ed al coordinamento di gruppi tattici aeronavali complessi. I Guardacoste sono, invece, unità di dimensioni più ridotte ma dotate di una struttura robusta e caratterizzate da una buona tenuta del mare, impiegati, di norma, per le operazioni di intercetto ed abbordaggio di imbarcazioni sospette. Alle descritte unità navali, sono affiancate, per talune tipologie di intervento operativo, le motovedette veloci in uso ai Reparti Aeronavali costieri, le quali, in ragione di un’ottima manovrabilità e della elevate velocità raggiunte, sono chiamate, invece, ad operare in specchi acquei più vicini al litorale. Per quanto concerne la flotta aerea, essa è composta da elicotteri (assegnati alle Sezioni Aeree presenti sul territorio nazionale) e da velivoli ad ala fissa (in dotazione al Gruppo di Esplorazione Aeromarittima di Pratica di Mare). Anche in tale ambito, la duttilità d’impiego di tali mezzi consente una migliore gestione delle complesse azioni operative e determina sensibili economie nell’impiego delle unità navali, le quali sono, di norma, chiamate ad operare sulla base di target già avvistati in volo. L’eccellenza delle dotazioni del comparto non è, però, da sola sufficiente a spiegare la reattività del dispositivo operativo, né la singolare efficacia delle sottese iniziative logistiche e addestrative. Essa, infatti, si coniuga armonicamente con la prevalente ed imprescindibile componente umana, resa assolutamente virtuosa grazie alla preparazione, alla capacità, alla perizia, alla passione ed allo spirito di servizio degli uomini e delle donne del comparto aeronavale del Corpo”.
Cosa distingue l’attività di servizio svolta in mare dalla Guardia di Finanza da quella delle altre Amministrazioni?
“Le peculiarità delle attività di servizio assicurate in mare dagli equipaggi della Guardia di Finanza emergono sia nei settori ove il Corpo opera con competenza esclusiva (polizia economico-finanziaria), sia in tutti gli altri ambiti ove le attività sono eseguite in concorso con le restanti Forze di Polizia e con gli altri attori istituzionali (mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica). Con specifico riferimento a tale ultima macro-area operativa, il Comando Aeronavale Centrale, che – in ragione della descritta fisionomia organizzativa – garantisce una unicità di regia e l’immediata reattività del dispositivo aeronavale in caso di emergenze operative, svolge un’importante funzione di razionalizzazione nell’impiego delle risorse. Una struttura operativa così concepita garantisce l’efficace contrasto ai traffici illeciti perpetrati nell’aera mediterranea, garantendo il necessario raccordo tra le operazioni di servizio eseguite in mare (ombreggiamento, abbordaggio, visita, etc.) e le attività eseguite dai Reparti del Corpo dislocati su tutto il territorio nazionale. Tale imprescindibile link consente l’esecuzione di complesse attività di polizia giudiziaria (indagini finanziarie, intercettazioni telefoniche, pedinamenti, etc.) che possono costituire necessario antefatto all’esecuzione del servizio in mare, risultando, peraltro, spesso seguite da altrettanto complessi approfondimenti investigativi, delegati o d’iniziativa, volti all’acquisizione di ulteriori elementi di prova del crimine perpetrato, all’individuazione dei responsabili che lo hanno portato a termine nonché al sequestro dei beni patrimoniali illecitamente accumulati dalle consorterie criminali coinvolte. La specificità e l’efficacia della descritta filosofia d’impiego sono, altresì, testimoniate dall’eccellenza dei risultati operativi conseguiti dal comparto nell’ultimo triennio e dalla considerazione internazionale di cui gode la componente aeronavale della Guardia di Finanza. In particolare, i Reparti aeronavali d’altura, nelle attività di contrasto all’immigrazione irregolare nell’ultimo triennio (marzo 2011- marzo 2014), hanno intercettato e contribuito al soccorso di oltre 38.000 persone, procedendo al sequestro di n.303 natanti utilizzati per il trasporto dei migranti, all’arresto di 370 scafisti/facilitatori e alla denuncia di n.9.395 soggetti coinvolti a vario titolo nell’illecito traffico. Eccellenti i risultati di servizio scaturenti dalla lotta al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, con oltre 133 tonnellate di droga sequestrate (79 di marjuana sequestrate, 5 di cocaina e 49 di hashish), n. 200 soggetti tratti in arresto e n.48 imbarcazioni di varie dimensioni sottoposte a sequestro. Per quanto riguarda ancora il settore dell’immigrazione irregolare, i mezzi aeronavali del Corpo, in questo periodo di particolare recrudescenza del fenomeno, assicurano un’attività concorsuale nell’ambito della nota “Operazione Mare Nostrum”, condotta con prioritarie finalità umanitarie (di soccorso ed accoglienza migranti) da parte, soprattutto, delle navi della Marina Militare, che pattugliano in profondità il Mediterraneo meridionale sino ai confini con le acque territoriali libiche. L’impegno principale e la naturale vocazione istituzionale della Guardia di Finanza, con riferimento a tale fenomeno, sono comunque indirizzati ad individuare ed assicurare alla Giustizia italiana non solo scafisti/facilitatori di bordo, ma, soprattutto, i reali sfruttatori del traffico migratorio, quali, in particolare, le consorterie criminali che coordinano, dirigono ed organizzano gli arrivi sulle coste italiane di migranti, per poi avviarli verso i luoghi di destinazione in ambito nazionale ed europeo. Va, tuttavia, evidenziato che l’attuale prevalente ed assolutamente condivisa natura umanitaria dell’Operazione Mare Nostrum rischia di rendere particolarmente complesso l’approccio investigativo-giudiziario a contrasto delle organizzazioni delinquenziali che lucrano sul fenomeno, tradizionalmente avversate dalla polizia giudiziaria, sia in mare che a terra, come la Guardia di Finanza, dotata, infatti, di poteri, compiti e specifiche professionalità nonché reparti operativi territoriali, articolazioni investigative e mezzi aeronavali e terrestri, capaci di operare in maniera armonica ed integrata”.
Può spiegarci meglio?
“L’anticipazione, in termini spaziali e temporali, dell’azione di soccorso può pregiudicare l’acquisizione di fondati elementi indiziari e probanti a carico delle organizzazioni criminali operanti sul territorio nazionale, quali, ad esempio, contatti, predisposizioni, accordi che, in avvicinamento alle coste nazionali, diventano più intensi e frequenti tra gli “scafisti” ed i referenti a terra, con conseguente possibilità per la polizia giudiziaria indagante di sostenere ed irrobustire l’architettura accusatoria a carico dei reali responsabili del deprecabile sfruttamento. Anche in ambito internazionale, al Corpo – specie nel settore di impiego in commento – è riconosciuto un ruolo di leadership tra le Forze di polizia nazionali e comunitarie. Ne sono un segnaletico esempio le numerose attività promosse dall’Agenzia Europea Frontex, la quale ha istituto presso la Sala Operativa del dipendente Comando Operativo Aeronavale il proprio International Coordination Centre (I.C.C.), dove operano Ufficiali e Funzionari dei Paesi europei che aderiscono al predetto organismo. La dichiarazione di partnership sottoscritta a Varsavia il 27 marzo 2007 ha, altresì, designato il Centro Aeronavale di Specializzazione di Gaeta (oggi Centro di Cooperazione Aeronavale) quale “Academy” per l’addestramento aeronavale in materia di vigilanza dei confini marittimi di Ufficiali e Funzionari dei Paesi membri”.
Quanto pensa possa essere rilevante l’attività di controllo sui traffici illeciti nello sviluppo dell’economia marittima?
“La Guardia di Finanza, nell’ambito della propria missione istituzionale, è chiamata a contrastare diverse tipologie di traffici illeciti che vengono perpetrati via mare. In particolare, l’attività operativa del comparto aeronavale del Corpo spazia dalla lotta al narcotraffico ed al contrabbando di tabacchi lavorati esteri – che utilizzano le rotte commerciali marittime e le direttrici di transito dei mari aperti – al contrasto ai crimini ambientali che deturpano l’ambiente marino. Difatti, proprio in relazione a tali ultime condotte risulta evidente come esse, oltre a costituire, in termini di distorsione dei mercati di riferimento, un pesante freno allo sviluppo dell’economia marittima, determinino danni irreversibili all’ambiente marino con evidente pregiudizio per l’attività degli operatori che basano la propria sopravvivenza economica sul mare. Non sfugge, difatti, come l’illecito smaltimento dei rifiuti, attraverso il loro sversamento in mare, se da un lato, nella miope ottica dei malfattori che lo animano o che ne beneficiano, produce un indiscutibile “vantaggio” rinvenibile nel ricavo che lo smaltitore non autorizzato realizza e nella riduzione di costo che viene riconosciuta al conferitore privo di scrupoli, dall’altro lato determina insanabili compromissioni dell’ambiente marino circostante – talvolta veri e propri disastri ambientali – che finiscono per riverberare nefandi effetti sul turismo e sull’economia che dal mare trae sostentamento (turismo, pesca, etc.). Proprio per contrastare efficacemente tali fenomenologie illecite, appare di fondamentale importanza la sinergica attività di contrasto – in termini di prevenzione e repressione – che solo una Forza di polizia a competenza generale, come la Guardia di Finanza, è in grado di opporre. Difatti, nelle descritte ipotesi, di fondamentale importanza appaiono le risultanze investigative, acquisite nell’ambito di specifiche attività di polizia giudiziaria o nell’ambito di pianificati interventi ispettivi di natura fiscale, che, nell’esperienza operativa, hanno spesso consentito di interrompere – ancora in una fase embrionale – gli illeciti traffici. In proposito, assume notevole importanza l’avvenuto rinnovo della convenzione tra la Guardia di Finanza ed il Centro Regionale di Competenza “BENECON”, finalizzata al monitoraggio, all’analisi ed allo studio ambientale del territorio attraverso sensori imbarcati a bordo di velivoli ad ala fissa in dotazione al dipendente Comando Operativo Aeronavale di Pratica di Mare. Alla descritta attività, che impegna da lungo tempo un team work composto da militari del dipendente Gruppo di Esplorazione Aeromarittima e da rappresentanti del mondo scientifico e universitario del predetto Centro Regionale (in particolare della Facoltà di Architettura della Seconda Università di Napoli), viene data esecuzione attraverso la pianificazione di mirate missioni di volo funzionali all’acquisizione di immagini di specifiche aree del territorio e marittime. Come l’occhio umano percepisce in maniera passiva le radiazioni emesse dalle sorgenti luminose (naturali o artificiali) e rifratte dagli oggetti, cosi i sensori (che possono utilizzare sistemi iperspettrali o termici) registrano in maniera passiva le radiazioni emesse dal territorio sottostante in specifici segmenti dello spettro luminoso ovvero captano le radiazioni emesse dal territorio sottostante nello spettro dell’infrarosso termico. La successiva fase di analisi ed elaborazione delle immagini, eseguita da esperti ed esponenti della comunità scientifica, consente l’acquisizione di specifiche evidenze investigative che consentono, tra le altre cose, di localizzare discariche abusive (anche tombate), consentendo, altresì, il controllo dei livelli di inquinamento delle acque fluviali, marine, lacustri nonché l’eventuale anomalo funzionamento degli impianti di depurazione delle acque reflue riverse in mare”.
Cosa ritiene sia ancora possibile migliorare per valorizzare adeguatamente la risorsa mare e per favorire lo sviluppo della relativa Economia?
“L’economia del mare rappresenta uno dei principali vettori di sviluppo del sistema produttivo italiano, anche in ragione delle sue comprovate capacità di superare i confini nazionali, affermandosi sui mercati internazionali attraverso la valorizzazione del Made in Italy. I cluster nautici sono i motori di tale economia – che include oltre alla filiera della cantieristica, anche quella dei parchi marini, della pesca e dei trasporti – poiché in grado di sviluppare progetti innovativi, sotto il profilo tecnologico e organizzativo, con relazioni produttive e commerciali che finiscono per travalicare gli originari ambiti territoriali di riferimento. D’altra parte, anche il “Secondo Rapporto sull’Economia del Mare 2013” edito da Unioncamere evidenzia come, grazie all’internazionalizzazione della filiera di produzione e commercializzazione, le imprese del settore abbiano saputo resistere alla crisi. Ma per consentire una ripresa decisa della crescita, capace di conferire nuovo impulso al settore, ritengo, specie in questo momento storico, sia necessario il sostegno di tutti gli attori istituzionali. Proprio nella prospettiva di rilanciare la nautica ed agevolare lo sviluppo del sistema portuale, lo scorso anno, il Governo italiano, con l’emanazione del “Decreto del fare”, ha stabilito l’abolizione della tassa sulle piccole imbarcazioni e l’istituzione di nuove regole per facilitare il noleggio occasionale di imbarcazioni da diporto, la semplificazione delle procedure dei dragaggi, la rimodulazione del sistema di tassazione e di gestione dei porti, attribuendo alle competenti autorità maggiore autonomia finanziaria, manutentiva e in materia di sicurezza. Altro passaggio cruciale, che potrebbe costituire da volano per la progressiva espansione dei settori della produzione e della commercializzazione delle imprese di settore, è costituito dalla semplificazione delle procedure burocratico-amministrative e gestionali, le cui complessità costano, oggi, al sistema produttivo marittimo una cifra superiore all’1% del P.I.L. nazionale. Anche in ambito sovranazionale, la Commissione Europea ha riconosciuto la centralità della risorsa marina per la crescita dell’economia europea, stabilendo, al riguardo, le linee guida di una politica marittima integrata (c.d. “Blue Grouth”) che sia in grado di raggiungere, attraverso uno sviluppo intelligente, sostenibile ed inclusivo, gli obiettivi fissati dalla “strategia Europa 2020”. Se, poi, si considera che i quasi 8.000 chilometri di coste rendono il mare una risorsa fondamentale anche per lo sviluppo del turismo nel nostro Paese, è di tutta evidenza come lo sfruttamento delle risorse marine operate da altri settori produttivi debba avvenire in modo compatibile con la salubrità delle nostre acque. Per l’Italia, come emerge da un recente studio delle Associazioni di categoria, il comparto turistico ha una forte rilevanza economica provata dal 10% dei consumi interni e dal 5% del valore aggiunto attivati. Da questo punto di vista la Guardia di Finanza, anche attraverso la propria componente aeronavale, contribuisce al mantenimento della risorsa mare attraverso l’esecuzione di complesse attività di contrasto agli illeciti ambientali che, nell’anno 2013, hanno portato alla segnalazione alle competenti Autorità di 2.932 soggetti ed al sequestro di beni per 68 milioni di euro. In tale chiave prospettica, il Corpo, da sempre cosciente dell’inestimabile valore che il mare riveste per la collettività, ha intrapreso molteplici di iniziative, anche di concerto con Enti nazionali ed internazionali di ricerca, volte alla tutela e alla conservazione di questa risorsa. Molte delle progettualità, alcune delle quali promosse proprio dalla componente aeronavale d’altura, sono finalizzate al monitoraggio dei fondali marini per la tutela della qualità ambientale, degli ecosistemi, della biodiversità e della salute umana ed orientate alla prevenzione ed al contrasto del traffico illecito di rifiuti ed alle variegate forme di sversamento di sostanze inquinanti in mare”.