Home > Sicurezza > Shipping: dai noli marittimi primi segnali di crescita

Shipping: dai noli marittimi primi segnali di crescita

Del 6 Marzo 2014

Nel corso della giornata di aggiornamento promossa dal Gruppo Giovani Agenti Marittimi di Genova, “Noli Marittimi… e se avessero spostato la boa?”, Ennio Palmesino, broker alla guida della società Genoa Sea Tanker, ha evidenziato come una prima timida ripresa dello shipping arrivi dai noli, sopratutto per quanto riguarda i prodotti petroliferi.

“In questo mercato c’erano aspettative di crescita già dallo scorso anno – spiega Palmesino – per il 2014 si parla di una possibile ripresa dei noli nel petrolio sopratutto per il settore del greggio mentre restano perplessità per i prodotti raffinati”.

“L’Italia e’ presente con diverse navi in questo comparto, su tutti i mercati del mondo – prosegue Palmesino – quindi è pronta a cogliere ogni possibile segnale di ripresa, se c’è ne saranno. Sul greggio ci aspettiamo una ripresa visto che sono state levate le sanzioni all’Iran e il petrolio iraniano ricomincerà a fluire sui mercati internazionali con oltre un milione di barili al giorno, che si aggiungono ai trasporti attuali. Questo tipo di greggio, tra l’altro, e’ sempre stato molto gradito dal mercato italiano per cui questo processo interesserà anche il mondo della raffinazione”.

Oltre alla ripresa dei mercati si intravedono tendenze che, nel lungo periodo, potrebbero portare a nuove rotte. “A livello di rotte i cambiamenti ci saranno ma su tempi più lunghi. La tendenza sembra quella di non costruire più le raffinerie dei paesi occidentali e lasciare che siano realizzate nei paesi di produzione del greggio. Questo – continua Palmesino – potrà portare a nuovi traffici su rotte più lunghe. Prodotti raffinati che viaggeranno, per esempio, dai paesi arabi e dal golfo persico, verso l’occidente”. Qualche preoccupazione, invece, arriva dallo scenario geopolitico che rischia di cambiare. “Molti sono rimasti sorpresi dal reingresso dell’Iran nello scenario mondiale, molti lo davano per definitivamente escluso dai traffici mondiali, anche se ha sempre continuato a vendere a India e Cina. Ora – conclude Palmesino – preoccupa la Russia, grande fornitore di olio e gas all’Europa che si dovrà porre, però, qualche domanda sull’affidabilità di questo partner”.