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Dragaggi portuali: il protocollo di intesa tra Assoporti, Federazione del mare e Federagenti

Del 19 Febbraio 2015

PROTOCOLLO D’INTESA

DRAGAGGI PORTUALI E AREE SIN

 

Considerato che:

i porti, come riconosciuto anche in recenti atti del governo, sono una componente essenziale per garantire competitività all’intero sistema economico italiano;

esiste una consapevolezza nuova testimoniata dal piano della logistica e dei porti, circa la necessità di rimuovere gli ostacoli, normativi, burocratici e operativi che impediscono un corretto funzionamento dei porti e impedisco agli stessi di rispondere tempestivamente alla domanda del mercato;

indipendentemente dall’iter di riforma, esiste una vera e propria emergenza nazionale rappresentata dall’interramento di  importanti scali marittimi del paese e quindi da un innalzamento dei fondali che incide direttamente sull’operatività dei traffici mercantili;

molte navi e non solo quelle giganti dell’ultima generazione non riescono più a entrare nei porti,  per evitare il rischio di incagliarsi e arenarsi;

le conseguenze  sono già e saranno in modo sempre più penalizzante l’esclusione dei porti italiani dalle principali rotte del traffico marittimo mondiale con perdita di lavoro ma anche di gettito per lo Stato;

 

e che la causa di quanto sopra è determinata da:

  • l’impossibilità, le difficoltà e i vincoli che limitano e talora impediscono il dragaggio sia nella ordinaria amministrazione, sia a maggior ragione per interventi straordinari, diventati indispensabili ad esempio per i porti che operano nel mercato container;
  • una normativa sulla gestione del materiale da dragaggio incompleta e disorganica, basata su un approccio meramente cautelativo che prescinde dall’effettiva pericolosità dei sedimenti;
  • la definizione di oltre il 50% dei porti nazionali come siti di interesse nazionale (SIN) e in quanto tali considerati (senza riprove scientifiche e verifiche dettagliate) altamente inquinati;
  • ciò comporta teoricamente l’obbligo di una bonifica globale con costi insostenibili e comunque mai attuata;
  • ciò comporta l’applicazione di normative non coerenti per il riutilizzo dei materiali scavati dai fondali del porto;

 

Le scriventi associazioni invitano il governo:

1)    A proclamare un’emergenza nazionale relativa alla progressiva chiusura dei porti.

2)    Varare da subito una normativa uniforme valida per tutti i porti e non condizionabile dalle scelte applicative delle singole amministrazioni locali.

3)    Stabilire, sulla base dei monitoraggi e delle verifiche reali effettuate dei materiali sui fondali dei porti inseriti in aree Sin, i criteri  al fine di circoscrivere alle aree realmente inquinate i lavori di bonifica e i vincoli che ne derivano.

4)    Mettere a punto una mappa delle priorità per gli interventi più urgenti di dragaggio.

 

Assoporti                               Federazione del mare                                Federagenti