«Credo che tutti i pescatori siciliani possano confermare che le politiche di sostegno alla pesca non abbiano colpito nel segno, questo perché si avverte la discrasia tra la necessità dei territori e la volontà della Commissione». ANNALISA TARDINO, deputata al Parlamento Europeo nella Commissione per la pesca, ha puntato il dito verso le scelte della Commissione Ue durante la sessione finale della MidMed dedicata al tema “Eccellenze del territorio, la tradizione non basta”. Secondo l’eurodeputata, il complesso sistema di norme, sanzioni, fermi delle imbarcazioni e divieti rispetto a tecniche di pesca e varietà di pesce appartenenti alla tradizione, appare vessatorio per l’economia ittica dell’isola. «In Commissione Pesca combattiamo quotidianamente contro questi provvedimenti, ma il tema ambientale è sempre quello dominante e i risultati del nostro confronto sono spesso scarsi – racconta Tardino – all’eccessiva burocrazia, alle sanzioni e ai fermi delle imbarcazioni, si è aggiunto il caro gasolio, abbiamo dovuto combattere affinché si desse spazio al nostro pescato o per ottenere fondi per il rinnovo della flotta. Tutto questo per dire che prima di poter parlare di esportazioni, oggi non siamo in grado di usufruire degli incentivi europei, perché la flotta siciliana non è in grado di poter lavorare adeguatamente, soprattutto in comparazione con l’attività ittica nei mari del Nord. Legiferare come se le flotte e i tipi di pesca fossero tutti uguali in tutti i mari sta creando grossi problemi alla Sicilia».