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ECSA – Gli Aiuti di Stato necessari per la competitività dell’industria europea dello shipping

Del 4 Aprile 2014

L’industria europea dello shipping contribuisce con 145 miliardi di euro al prodotto interno lordo dell’Unione Europea. Il dato, riferito all’anno 2012, è presentato in uno studio sul valore economico del settore dei trasporti marittimi dell’UE che è stato commissionato dall’European Community Shipowners’ Associations (ECSA) alla britannica Oxford Economics e che è stato presentato nel corso di un seminario svoltosi alla presenza del vicepresidente della Commissione Europea, Siim Kallas, responsabile dei trasporti.

Nel 2012 l’industria europea del trasporto marittimo, nel cui perimetro lo studio di Oxford Economics fa ricadere i 28 Stati dell’UE più la Norvegia, ha garantito occupazione a 2,3 milioni di lavoratori (tra il 2004 e il 2012 l’occupazione diretta è cresciuta del +22%) e ha generato entrate fiscali per 410 miliardi di euro. Lo studio evidenzia che il settore europeo dello shipping, che è molto più produttivo in termini di PIL generato per lavoratore rispetto alla media UE, rimane il leader dello shipping mondiale e attualmente rappresenta circa il 40% del tonnellaggio lordo mondiale. Inoltre tra l’inizio del 2005 e l’inizio del 2014 la flotta controllata dall’UE è aumentata di oltre il 70% in termini di stazza lorda. Tra l’altro l’UE controlla il 60% di navi portacontainer del mondo in termini di tonnellaggio lordo e nell’ambito della flotta europea la più forte crescita tra il 2005 e il 2014 è stata registrata nel segmento delle navi offshore.

Inoltre, lo studio di Oxford Economics sottolinea anche il nesso di causalità tra le flotte sotto controllo europeo (incluse le navi la cui ultima proprietà o il controllo risiede in un paese dell’UE, ma che possono essere sotto bandiera di una nazione extra-UE), che sono cresciute nonostante un recente periodo di particolare difficoltà, e gli aiuti di Stato approvati dall’UE per sostenere il trasporto marittimo, in particolare sotto forma del sistema fiscale della tonnage tax. Secondo l’analisi di Oxford Economics, il contributo economico dello shipping al PIL dell’UE sarebbe stato molto meno rilevante, forse pari alla metà di quello registrato nel 2012, se tali forme di aiuti pubblici non fossero state introdotte da vari Stati membri dell’Unione Europea a partire dalla fine degli anni ’90.

 «Anche se raramente lo shipping è stato sotto i riflettori – ha commentato il segretario generale dell’ECSA, Patrick Verhoeven – non ha mai cessato di svolgere un ruolo importante per l’economia europea. L’industria europea dello shipping continua a mantenere il proprio ruolo in questi tempi difficili nei confronti dell’agguerrita concorrenza di centri dello shipping di paesi terzi, in particolare quelli in Asia e nel Medio Oriente. Oggi – ha concluso Verhoeven – continua ad essere un leader mondiale e una fonte importante di reddito e di posti di lavoro in Europa».

«Il trasporto marittimo – ha confermato il vicepresidente della Commissione UE, Siim Kallas – è una pietra angolare dell’industria europea e svolge un ruolo chiave nella nostra economia. L’Europa ha bisogno di trasporto marittimo per prosperare, in modo da poter fornire più occupazione e innovazione. Per un settore globale come lo shipping abbiamo bisogno di guardare alle normative globali sviluppate presso l’International Maritime Organization. Sia l’UE e l’IMO hanno il comune obiettivo di un trasporto marittimo sicuro e sostenibile. È nostra responsabilità comune dimostrare che la regolamentazione globale funziona in modo efficace».