Home > Ambiente > Il ‘coniglietto’ di mare: la Jorunna parva

Il ‘coniglietto’ di mare: la Jorunna parva

come si difende? Rilaciando potentissime tossine all’occorrenza

Del 27 Marzo 2024

La Jorunna parva, ovvero un mollusco nudibranchio della famiglia Discodorididae, scoperta per la prima volta nel 1938 ad est dell’arcipelago giapponese dal malacologo (esperto nello studio dei molluschi) giapponese Kikutaro Baba, ha conquistato tutti grazie alla sua somiglianza con un tenero coniglio.

La particolarità di questa creatura, infatti, sta nelle sue caryophyllidae, ovvero dei piccoli tubercoli ricoperti di spine con funzioni sensoriali che danno l’impressione di osservare una morbida pelliccia.

A completare il quadro, poi, sono i rinofori, ovvero dei recettori utilizzati per captare gli stimoli chimici e tattili presenti nell’ambiente circostante, fondamentali per nutrirsi e accoppiarsi.

I due organi, simili a piccole orecchie scure, insieme alla colorazione del “manto” che varia dal giallo/arancio ad un bianco candido con piccole macchie nere, rappresentano gli elementi che rendono la Jorunna parva molto simile ad un coniglietto lungo circa 2,5 centimetri.

Le branchie per la respirazione sott’acqua sono invece poste sulla parte posteriore del corpo, e assumono una forma che ricorda la struttura di un fiore.

I luoghi dove è possibile incontrare una delle 27 specie di Jorunna parva sono essenzialmente le Seychelles, le Filippine e il Giappone, così come in tutto l’Oceano Indo-Pacifico.

Soprattutto in questi paesi, infatti, il mollusco ha destato lo stupore di adulti e bambini dopo essere diventato virale sul web negli ultimi anni.

Nonostante l’aspetto possa trarre in inganno, come qualsiasi essere vivente anche questa creatura lotta costantemente per rimanere in vita. Il meccanismo di difesa principale sta tutto nelle potentissime tossine che questa lumaca di mare è in grado di rilasciare all’occorrenza.

Qualsiasi predatore sia intenzionato a cibarsi del tenero “coniglietto”, in sostanza, potrebbe sperimentare dolori lancinanti a seguito di un tentativo di nutrirsi che potrebbe anche essere l’ultimo.

Carnivori come tutti i loro “colleghi”, infatti, questi molluschi si cibano solitamente di spugne e meduse velenose, rubando nel frattempo i loro pungiglioni; una volta trasferiti sulla superficie del proprio corpo, questi verranno usati contro i predatori, permettendo ai conigli di mare di sopravvivere in un lasso di tempo che va dai 6 ai 12 mesi.

@ CC BY-SA 2.5