In occasione del Day of the seafarer 2015, giornata istituita dall’IMO per riconoscere l’importanza e il valore della professione marittima per l’individuo, per il commercio e per i benefici che apporta alla nostra società, il 25 giugno la Fondazione Centro Studi Emigrazione (CSER) in collaborazione con Confitarma; Federazione Stella Maris; International Transport Workers’ Federation (ITF) e Centro Comunicazione Scalabriniani (UCoS); ha organizzato a Roma una giornata di riflessione e sensibilizzazione intitolata “Mare nostrum… human sea” sul tema dei “recenti” flussi migratori nel Mediterraneo partendo da una prospettiva generalmente poco considerata, quella dell’industria del mare.
Prendendo in considerazione le dinamiche e le problematiche che questo fenomeno crea al mondo marittimo e in particolare alla marina mercantile, nel corso del Convegno sono stati affrontati i diversi aspetti di tale emergenza con particolare attenzione alle difficoltà che gli equipaggi delle navi mercantili si trovano, loro malgrado, ad affrontare quando intervengono in soccorso di migranti che rischiano la loro vita nelle acque del Mediterraneo.
Nella prima parte della giornata moderata da Renato Causa, P. René Manenti, del CSER, ha introdotto i lavori con una relazione sui flussi migratori del Mediterraneo, evidenziando quanto essi siano legati alla natura stessa dell’uomo e che l’analisi possa aiutare a sfatare miti e timori, riportando l’opinione pubblica ad una più giusta valutazione del fenomeno.
Il Prof. Avv. Mario Carta, Docente di Diritto dell’UE, Unitelma Sapienza ha delineato il quadro delle norme di diritto internazionale in cui si inquadra il salvataggio in mare, ponendo in risalto il delicato rapporto esistente tra le norme dedicate alla protezione dei migranti in mare, anche in quanto richiedenti asilo e rifugiati, e le esigenze di contrasto delle attività criminali dei trafficanti fonte di ingenti ed illeciti guadagni.
L’esperienza di equipaggi di unità mercantili che sono stati chiamati in soccorso dei migranti è stata raccontata da Raffaele di Francia, Operation manager della Società Augusta Due Srl, ha sottolineato come per fronteggiare l’emergenza umanitaria nel Mediterraneo per tutto il 2014 e nei primi mesi del 2015 le navi mercantili sono state chiamate sempre più spesso con gravi rischi per i loro equipaggi oltre che con rilevanti perdite economiche completamente a carico dell’armatore.
Alla sua testimonianza si è aggiunta quella dell’ammiraglio Felice Angrisano, presente all’incontro e che ha parlato di un obbligo del cuore, quell’imperativo di salvare vite quando non si ha il tempo di verificare il rischio di contagio o la validità dei documenti dei migranti, occupanti di barconi che non dovrebbero navigare, privi come sono di equipaggio e attrezzature. Egli ha evidenziato, in ultimo, l’uso “sconsiderato” della Marina Mercantile nelle recenti operazioni di salvataggio, giunto ad essere nei salvataggi in mare, secondo i dati emersi nel convegno, perfino superiore al contributo della Guardia Costiera.
Nel corso della Tavola rotonda coordinata da p. Gabriele Beltrami, Luca Sisto, Capo Servizio Politica dei Trasporti di Confitarma, ha ricordato che nel 2014, su un totale di circa 170.000 migranti, circa 42.000 sono stati salvati da 254 navi mercantili, di cui 170 italiane, mentre nei primi mesi del 2015 le circa 100 navi mercantili chiamate in soccorso hanno salvato più di 12.100 persone.
Il Com.te Francesco Paolo Serretiello, Ispettore ITF Italia. ha affermato che accanto ad azioni positive e concrete di sostegno nei casi di pirateria, ora è il tempo di operare concordemente per questa che è diventata sempre più una ordinaria emergenza che coinvolge la marina mercantile.
Padre Bruno Ciceri, sia nel suo intervento, sia nel concludere i lavori della giornata, ha sottolineato come i vantaggi nell’intraprendere una carriera marittima, innegabili, siano tradizionalmente bilanciati da alcune difficoltà e problemi peculiari: la lontananza dal proprio ambiente sociale e familiare per molti mesi; l’esperienza talvolta drammatica del confronto con le forze della natura; i pericoli della pirateria, oltre alle recenti e continue operazioni di salvataggio e soccorso in mare. L’equipaggio delle navi commerciali del tutto inadeguate per il salvataggio di centinaia di persone alla volta non riceve alcuna esercitazione propedeutica a tale compito e ciò porta a situazioni di stress fisico e psicologico molto forti, per le quali è necessaria un’assistenza emotiva e un riconoscimento civile.