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Nel secondo giorno della Conferenza Nazionale di Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club la presentazione dei dati dell’indagine IPSOS “Gli italiani e l’energia”

Cresce la consapevolezza degli italiani di dover accelerare sulla transizione energetica: lo pensa il 61% (+6% rispetto lo scorso anno). Per solo il 10% bisogna puntare invece su fossili e nucleare

Del 13 Dicembre 2023

Da un lato la sfiducia per la crescente crisi energetica, dall’altro la consapevolezza che superarla è possibile premendo l’acceleratore sulla transizione ecologica, mettendo al centro le rinnovabili e abbandonando le fossili. È il futuro tracciato dagli intervistati che hanno risposto all’indagine Gli italiani e l’energia 2023” realizzata da Ipsos per Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club  e presentata questa mattina al XVI Forum QualEnergia “Rinnovabili: innovazione in cantiere” presso la Sala Verdi dell’Hotel Quirinale di Roma; con lapartecipazione di amministratori pubblici, docenti universitari, esperti, imprenditori del settore e rappresentanti del Parlamento come Walter Rizzetto (Presidente Commissione Lavoro Pubblico e Privato Camera dei Deputati) e Patty L’Abbate (Vice Presidente Commissione Ambiente Camera dei Deputati). 

I dati dell’indagine 2023. Secondo l’indagine, due cittadini su tre sono preoccupati per l’aumento dei costi dell’energia e dei carburanti, pensando che possa influire negativamente sul bilancio familiare. 
Cresce la consapevolezza degli intervistati di dover accelerare rapidamente sulla transizione energetica come soluzione: lo pensa il 61% (+6% rispetto lo scorso anno), collegandola all’ambiente (51%) e al futuro e al progresso tecnologico (38%). Solo il 10% ritiene invece che sia necessario abbandonare la transizione energetica puntando su fossili e nucleare. Rispetto alle rinnovabili – tema su cui il 46% degli italiani pensa che l’Italia sia in ritardo, ben al di sotto della media europea – oltre la metà degli intervistati (56%) considera che lo Stato debba concentrare le proprie risorse economiche sulle rinnovabili, anche al fine di scongiurare future crisi energetiche; appena il 16% pensa che debba incrementare i sussidi alle fossili. Per aumentare la quota delle rinnovabili secondo il 35% degli intervistati bisogna aumentare gli incentivi e secondo il 24% semplificare le autorizzazioni. ll 53% degli italiani pensa che l’energia in Italia, nei prossimi 20 anni, deriverà proprio da fonti rinnovabili. 
Nonostante i costi della transizione energetica 6 italiani su 10 sono fiduciosi relativamente alle stime di Confindustria sui vantaggi prospettati dalla transizione energetica, ritenendo che, nel lungo termine, i benefici saranno superiori ai costi (57%). Tra gli effetti positivi menzionati la riduzione della dipendenza estera (42%) e il risparmio dei costi per imprese e famiglie (35%).  

“Il sondaggio Ipsos – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – dimostra che il Paese è pronto per la rivoluzione energetica. Il Governo Meloni inverta la rotta, avvii il phasing-out delle fossili e sblocchi una transizione ecologica che punti su rinnovabili, efficienza energetica, accumuli e reti, e sulla decarbonizzazione in edilizia, trasporti, agricoltura e industria come chiesto nella petizione “Stop fossili, start rinnovabili”. È antistorico e impopolare parlare ancora di Piano Mattei e nucleare in un Paese predisposto a sfruttare al meglio l’energia del vento e del sole per rispondere alla sfida climatica. Il Governo non disattenda le speranze degli italiani di fare dell’Italia un hub delle rinnovabili”. 

“In questi giorni – dichiara Francesco Ferrante, vicepresidente di Kyoto Club – in cui abbiamo misurato, grazie anche all’andamento delle trattative a Dubai per la COP28, che andiamo troppo lenti nella marcia verso la decarbonizzazione indispensabile per combattere la crisi climatica, sono di conforto due dati: la convenienza sempre più marcata delle rinnovabili e dell’efficienza in confronto alle fossili e la sempre più evidente attenzione dell’opinione pubblica sul tema. D’altra parte, il compromesso raggiunto in conclusione della COP28 dimostra che la strada per la decarbonizzazione è ormai è tracciata. Ora serve che la politica a livello internazionale, ma anche e soprattutto il nostro Paese, che non sta dando di sé grandi prove in quelle sedi, faccia un salto di qualità e imbocchi senza tentennamenti fossili la strada dell’innovazione moderna e pulita che è la migliore anche per creare ricchezza e occupazione”. 

La seconda giornata del Forum QualEnergia XVI è poi proseguita con una serie di dibattiti tematici: sui cambiamenti climatici tra la circolarità dell’economia e la decarbonizzazione; sulla rigenerazione urbana e sull’edilizia sostenibile; sulle prospettive delle Comunità Energetiche Rinnovabili e sulla decarbonizzazione nei settori della refrigerazione e del riscaldamento. Su quest’ultimo tema gli esperti si sono confrontati sul nuovo regolamento F-GAS a livello europeo che entrerà in vigore il 1° gennaio 2024 che eliminerà gradualmente il consumo di gas fluorurati in Europa entro il 2050 con forti riduzioni delle quote già a partire dal 2024. Legambiente ha ricordato il lavoro portato avanti con l’Unione del Caldo e del Freddo Green per rendere fattiva la concreta innovazione dei refrigeranti naturali, risposta che va nella direzione della transizione ecologica volta a mitigare il cambiamento climatico dalle emissioni di F-GAS e favorire l’innovazione di cui l’Italia è leader in Europa per la refrigerazione e il condizionamento green.  
La giornata si è conclusa con un Workshop con i sindaci della campagna BeComE – dai Borghi alle Comunità Energetiche.