Il P3 Network, la sigla che indica l’alleanza tra la compagnia italo-svizzera, quella francese e quella danese, incassa il nullaosta dalla Federal Maritime Commission americana, l’agenzia che regola il trasporto marittimo. Un importante via libera, su cui i tre colossi dello shipping Mediterranean Shipping Company, Cma Cgm e Maersk contavano.
Il network può dunque operare negli Stati Uniti, ponendo le basi per un riconoscimento anche in Europa e Cina. L’accordo, siglato l’estate scorsa, prevede in pratica di usare in comune i cargo su alcune linee strategiche – Asia-Europa, transpacifico e transatlantico – per ridurre i costi e evitare che le navi viaggino mezze vuote.
Una prospettiva che promette di avere un grande impatto sul futuro del trasporto marittimo, e che vede la Spezia al centro dei traffici del P3 Network per quel che riguarda il Mediterraneo. Tra i cinque porti italiani annunciati in autunno insieme a Gioia Tauro, Genova, Trieste e Napoli, quello spezzino è l’unico a servire cinque rotte.
L’accordo spaventa dunque i porti esclusi e gli spedizionieri. Quelli tedeschi che hanno chiesto un’analisi profonda sugli impatti,mentre quelli cinesi hanno chiesto al proprio governo di bloccare l’operatività del network.
Il rischio, paventato da molti, è che MSC, Cma-Cgm e Maersk, ad oggi le prime tre compagnie di trasporto container al mondo, formino un cartello in grado di influenzare pesantemente l’andamento delle tariffe di spedizione.
Dopo il sì americano, ora la palla passa a Europa e Cina, che sottoporranno ai propri organi antitrust la questione della maxi alleanza.
In Europa si è già registrato il consenso da parte del Commissario Europeo dei Trasporti, Siim Kallas, la massima autorità a livello continentale del settore, arrivata già a dicembre scorso. In Cina la questione potrebbe non essere così facile. Una risposta è attesa entro il mese di maggio.