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Piano della portualità: Assoporti chiede una riflessione su modi e tempi della riforma

Del 15 Dicembre 2015

“La Sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 29, comma 1 del c.d. Decreto Sblocca-Italia in considerazione delle modalità di adozione del Piano Strategico della portualità e della logistica, impone una riflessione su modi e tempi per proseguire nel processo di riforma e per un confronto, in tempi rapidi, sui contenuti di provvedimenti attuativi di quel Piano, che effettivamente corrispondano alle esigenze di adeguamento del sistema dei porti nazionali. Innanzitutto definendo compiti e funzioni delle Autorità portuali e la loro natura giuridica”.

Questa la posizione unanimemente condivisa e dichiarata con forza dal Consiglio Direttivo di Assoporti riunitosi oggi a Roma.

“Vogliamo proporci ancora una volta, come primo interlocutore, insieme alle rappresentanze imprenditoriali e dei lavoratori, del Governo e delle Regioni, per una rapida ed efficace trasformazione degli attuali enti in soggetti effettivamente promotori e facilitatori di sviluppo.I porti sono nodi essenziali della rete logistica. Operano in un contesto competitivo e concorrenziale e vogliono poter operare secondo questi principi, in analogia ai più avanzati modelli europei”.

“In concreto – ha proseguito il Presidente di Assoporti – intendiamo portare confronto fuori da uno sterile e improduttivo dibattito sul numero degli enti. Piuttosto reclamiamo centralità su argomenti quali un’effettiva autonomia funzionale e finanziaria; il controllo delle risorse generate; la capacità di investimento; l’autonomia delle scelte, pur in un disegno di coerente politica nazionale per favorire l’aumento della competitività del sistema e dell’intero paese. In parallelo deve essere completato un quadro di regole che semplifichino processi e procedure, così da rendere più veloce ed efficace la realizzazione delle opere e lo sviluppo della portualità e della logistica”.