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Portualità Turistica, l’avvocato Ridolfi: “Le criticità legate al regime dei Marina Resort”

Agli Stati Generali della Portualità Turistica è intervenuto l'avvocato Massimo Ridolfi, partner dello studio Tinelli e Associati

Del 27 Febbraio 2024

Il 20 febbraio agli Stati Generali della Portualità Turistica è intervenuto l’avvocato Massimo Ridolfi, partner studio Tinelli e Associati, avvocato tributarista.

“In virtù della professione che svolgo ho potuto confrontarmi con alcune tematiche di interesse per il settore e per l’economia degli operatori protagonisti di questa filiera. Mi occupo prevalentemente di rapporti con l’amministrazione finanziaria e quindi vengo spesso a contatto con situazioni di criticità che la prassi applicativa della normativa tributaria porta all’evidenza.

In questi anni ci sono stati come tutti sapete molti aspetti problematici legati alla fiscalità locale, concernente l’imposizione immobiliare, l’Imu prima l’Ici, la tassazione degli specchi d’acqua, la determinazione delle rendite catastali secondo criteri che siano sostenibili e portino a risultati che non siano abnormi come invece spesso è capitato di osservare.

L’esperienza più recente ha portato in evidenza un aspetto di criticità legato a quello che è il regime dei Marina Resort. Una misura introdotta per segnare discontinuità con l’esperienza Monti per superare quella normativa un po’ penalizzante che in quel momento storico era prevalsa e si è introdotta una disciplina che nelle intenzioni recepite all’interno della norma voleva rilanciare le imprese della filiera nautica e questo è stato attuato attraverso un intervento che portasse ad applicare l’aliquota Iva al 10%, che è diffusa nel settore delle imprese ricettive, anche all’interno delle esperienza dei porti turistici.

Una norma che almeno negli auspici doveva portare ad introdurre questo regime di favore in un contesto il più ampio possibile.

Attraverso l’equiparazione delle strutture organizzate per la sosta e il pernottamento dei turisti prima dei diportisti dopo alle strutture ricettive all’aria aperta si era fatta in modo che le prestazioni fornite all’interno di strutture portuali che offrissero una serie di servizi, elevando la qualità dell’offerta, portasse ad applicare senza problematiche l’aliquota agevolata nei rapporti con l’utenza.

Mi è capitato di assistere a posizioni dell’amministrazione finanziaria, della Guardia di Finanza, dell’Agenzia delle Entrate che hanno preso una strada meno benevola ma rispetto a quelli che non erano arbitrarie interpretazioni, estensioni della norma, ma erano il testo della norma che mi chiedevano di applicare questo regime per rilanciare le imprese della filiera nautica. E invece vediamo sempre più spesso posizioni drastiche in cui l’operatore portuale può applicare questa aliquota agevolata solo se verifica l’effettivo pernottamento a bordo degli utenti spingendo il gestore a una sorta di voyeurismo per cui bisognerebbe andare a verificare cosa avviene all’interno dell’unità da diporto, se il personale a bordo pernotta o non pernotta. Sono posizioni che indubbiamente lasciano molta perplessità. Auspichiamo che siano derive estremiste isolare, di pochi esponenti dell’amministrazione che oggi può contare su un quadro normativo oggi non particolarmente definito e anche sulla prassi amministrativa che non brilla per chiarezza e diciamo certezza nell’illustrazione, nelle direttive fornite.

Certamente anche qui è auspicabile che dalle iniziative in corso possa venire un ulteriore contributo anche in questa direzione. Se ci fosse un contributo normativo che spesso nella materia tributaria giunge a chiarire potrebbe essere una iniziativa utile per sgombrare il capo da dubbi e perplessità”.