DAL 1897 PER IL MARE
La Lega Navale Italiana è senza dubbio una delle più prestigiose Istituzioni del Mare. La sua diffusione territoriale e la sua lunga storia la rendono tra i più qualificati rilevatori di dati sulle attività marittime del nostro Paese. Pensa che ci sia in Italia un’adeguata attenzione al mare?
“Grazie per le sue belle parole. Mi fa molto piacere introdurre brevemente la nostra Lega Navale Italiana che, come Lei ha già sottolineato, vanta oltre un secolo di vita. E’ stata fondata a La Spezia nel 1897 da un gruppo di appassionati del mare, principalmente ufficiali e sottufficiali sia militari che civili, uniti dal comune ideale di suscitare nell’allora giovane Regno d’Italia, l’interesse verso tutto ciò che atteneva al mare e di formare una coscienza marinara, che non doveva mancare in un Paese come il nostro, sia per la sua storia che per la sua posizione geografica. Questo ideale è sempre valido e vivo e nel tempo gli scopi della L. N I. sono rimasti inalterati pur adattandosi alla modernità. Oggi la Lega Navale Italiana è un Ente Pubblico Culturale e un’Associazione di Protezione Sociale; conta 60.000 Soci tutti volontari distribuiti in 240 strutture ubicate su tutto il territorio nazionale, principalmente sulla costa. Siamo presenti anche nell’entroterra, disponiamo di professionalità elevata e dimestichezza col mondo marittimo del quale conosciamo e diffondiamo la cultura e del quale conosciamo e approfondiamo le problematiche attuali. Rispondere alla sua domanda è purtroppo molto facile: moltissime sono le potenzialità che il settore marittimo in Italia può offrire, moltissimo l’interesse che suscita ma poca l’attenzione che vi è riposta dai decisori, assorbiti dai gravi problemi di bilancio di questi anni di crisi. Per questo è auspicabile che la Lega Navale Italiana, al pari degli altri Enti e Associazioni legate al mare, possa colloquiare sempre di più con le Autorità/Istituzioni centrali e periferiche per far comprendere l’indispensabilità di incrementare e potenziare le attività marittime, settore di possibili concreti sviluppi utili al progresso del nostro grande Paese”.
Tra gli scopi principali della Lega Navale Italiana c’è la diffusione della cultura del mare. Pensa che in Italia si faccia abbastanza per i giovani in tal senso?
“Certamente in Italia la cultura del mare non è sviluppata sufficientemente. La Lega Navale Italiana però pone verso i giovani un’attenzione capillare e convinta. Le principali Istituzioni e Organizzazioni che si occupano della gioventù hanno accettato di condividere con noi alcuni nostri progetti didattici e sportivi; con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca vi è una continua e stretta sinergia sia a livello centrale che periferico, e numerose sono le iniziative in atto. Per meglio operare ogni nostra Struttura Periferica, al suo interno, si è dotata di un “Delegato Scolastico” una figura significativa di collegamento con la scuola che sta riscuotendo buoni successi. Promuoviamo e sosteniamo la pratica del diporto e delle altre attività nautiche nelle scuole di primo e secondo grado, sviluppiamo corsi di formazione professionale per gli studenti di concerto con le amministrazioni pubbliche centrali e periferiche e con le Federazioni sportive del CONI. In sintesi l’istruzione e la diffusione della cultura del mare nei confronti dei giovani è il compito primario della Lega Navale Italiana; ci crediamo e ne siamo orgogliosi”.
L’Economia del Mare è un concetto antico eppure così nuovo nel panorama istituzionale italiano. Cosa pensa si debba fare per sostenerne il riconoscimento quale settore strategico di sviluppo per il nostro Paese?
“Molte sono le iniziative e le sinergie tra le principali associazioni e organizzazioni che si occupano del settore marittimo, a tutto campo. Il nostro obiettivo è di essere propositivi, solleciti e disponibili nel mettere in gioco le nostre competenze. Il nostro progetto realistico è che la “Gente di Mare”, raccolta nelle varie organizzazioni, proponga ai decisori politici nazionali idonei strumenti per dare concretezza e sostegno all’economia del mare. I tempi sono critici, connotati da una forte disoccupazione giovanile e da notevoli cambiamenti nel mondo del lavoro, ma ritengo che il nostro Paese abbia la possibilità di creare un proficuo indirizzo di sviluppo economico: la nautica soprattutto nelle sue molteplici sfaccettature e grazie all’altissimo grado di professionalità riconosciuto in tutto il mondo ha tutte le potenzialità per diventare uno dei volani della ripresa. Come esempio di possibili iniziative per sostenere con successo l’economia del mare ricordo con piacere che la Sezione della Lega Navale Italiana presso l’università Roma Tre ha tra l’altro organizzato dei corsi universitari sulle professioni del mare che hanno riscosso un discreto interesse e che possono, anzi debbono essere incrementati. Si può quindi dire che la pratica nautica sia nel DNA di tutti i Soci Lega Navale, insieme ad un elevato spirito di volontariato, caratteristiche che rendono la nostra Associazione un gioiello da non disperdere”.
Tra le varie attività da voi organizzate, il diporto nautico assume una valenza primaria. Registra ancora una partecipazione positiva, nonostante quest’aria plumbea che incombe sul settore?
“Confermo che, nonostante alcune problematiche legate alla crisi economica, la pratica nautica ha ancora una valenza primaria per la Lega Navale Italiana. In particolare la nostra attenzione è attualmente focalizzata su uno specifico tipo di diportismo che possiamo chiamare “piccolo diportismo sostenibile sia dal punto di vista economico che ambientale”. I nostri Soci lo praticano con assiduità e sono spesso di esempio nella conoscenza delle norme di sicurezza, di protezione ambientale e di conoscenza dell’arte nautica, assumendo la funzione di istruttori per i più giovani e gli inesperti. Per questo motivo il diporto nautico in Italia deve tornare ad essere visto come una attività sociale che riguarda l’intera società che ama il mare e non unica prerogativa di una ristretta cerchia di privilegiati”.
Ogni armatore iscritto alla Lega Navale è tenuto ad utilizzare la propria imbarcazione anche a scopi sociali. Quali risultati ritiene importante sottolineare in tal senso?
“Come è ben noto, colui che si iscrive alla Lega Navale Italiana è un volontario che mette la sua professionalità e la propria imbarcazione, se ne è in possesso, a favore del prossimo, in particolare dei giovani che si vogliono avvicinare al mare ed alle acque interne (laghi e fiumi). Questa missione riveste attualmente un importante e insostituibile aspetto sociale, essendo rivolta soprattutto ai giovani ed in particolare ai diversamente abili, ai meno ambienti ed ai disadattati. Una significativa promozione sociale svolta dai Soci della Lega Navale Italiana, atta a creare speranza in un migliore futuro per i ragazzi. Con piacere e orgoglio posso affermare che in questo settore stiamo avendo riscontri molto positivi e su questa strada abbiamo intenzione di investire risorse sempre maggiori”.
La vostra rivista vanta la più alta anzianità tra i periodici di carattere marinaro. Ha saputo raccontare l’evoluzione del sentimento italiano verso il mare nel corso degli anni. Quale pensa sia questo sentimento oggi?
“La nostra Rivista è uno dei più anziani periodici di carattere marinaro, che ha saputo cogliere i cambiamenti del tempo e per questo continua a riscuotere interesse e consenso. Vengono trattati vari argomenti di attualità nei vari campi della marittimità: dall’ingegneristica navale, all’ambiente, alla sicurezza, all’economia ed a tutte le discipline nautiche e sportive legate al mare e alle acque interne, cercando di non dimenticare la storia della marineria e le sue tradizioni. Riguardo alla storia e alle tradizioni nautiche ricordo che la Lega Navale Italiana, di concerto con la Marina Militare, ha istituito presso la Sezione di Napoli il “Centro Studi Tradizioni Nautiche” dove sono raccolte e catalogate numerose e importanti documentazioni e pubblicazioni. Il Centro è frequentato da studiosi e studenti per preparare memorie, nuovi testi e tesi di laurea. La storia culturale ed economica del nostro Paese è derivata e continua ad essere alimentata in buona parte dal mare, ambiente che va conosciuto, rispettato e protetto. Il sentimento verso il mare, l’amore per il mare, è sempre vivo e presente nei Soci e nei nostri lettori. Lo stesso purtroppo non si può dire globalmente per la nostra Nazione. Per questo oggi più che mai è importante creare “cultura del mare”, anche tramite la Rivista della Lega Navale, noi vorremmo che nel nostro Paese radicasse e crescesse un sentimento di rispetto, di amore e di vero interesse per un elemento così importante per il progresso di una società moderna ed efficiente”.