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Tutela della filiera ittica: la Guardia Costiera protagonista con l’operazione “Tallone d’Achille”

Del 30 Dicembre 2015

Con le festività cresce la richiesta di prodotti ittici e di conseguenza aumenta il rischio di ritrovare sulle tavole dei cenoni pesce non idoneo al consumo o commerciato illegalmente.

Per questo motivo la Guardia costiera ha deciso di aumentare gli sforzi per i controlli lungo tutta la filiera ittica, dal mare fino ai principali mercati ittici della penisola. L’operazione “Tallone d’Achille”, partita all’inizio di dicembre e tuttora in corso, vede il personale del Corpo impegnato in una complessa attività che mira a tutelare gli “anelli più deboli” della filiera ittica: dalle specie ittiche sottoposte a particolare protezione al consumatore finale – per evitare possibili frodi ed assicurare un prodotto sempre tracciabile e sicuro – fino agli onesti professionisti del settore.

Alle operazioni ha partecipato anche operativamente il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina.

Il Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia costiera rappresenta infatti l’interfaccia periferica – operativa e amministrativa – del Ministero per quanto riguarda la pesca marittima:

Ho voluto seguire da vicino l’operazione Tallone d’Achille – spiega il Ministro – Questo lavoro di controllo in mare è fondamentale  specialmente in questo periodo quando con le festività si registra un aumento della richiesta di prodotti ittici da consumare e per questo motivo le Capitanerie di porto hanno intensificato i controlli sulla pesca. Vanno tutelate in primo luogo le specie ittiche protette e va garantita qualità ai consumatori, che sulle loro tavole si aspettano un prodotto sicuro. Al tempo stesso dobbiamo tutelare tutti gli onesti operatori del settore che con sacrificio adempiono agli obblighi di legge proponendo prodotti certificati e di qualità“.

La catena operativa disposta a livello nazionale dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, grazie al supporto dei Centri di Controllo Area Pesca distribuiti capillarmente nelle 15 Direzioni Marittime, ha permesso nel solo mese di dicembre di effettuare circa 9mila controlli lungo l’intera filiera commerciale, coinvolgendo circa 5mila tra uomini e donne della Guardia Costiera. Ciò ha portato a più di 400sequestri per un totale di oltre 240 tonnellate di prodotto ittico dal valore commerciale stimato in circa 10 milioni di euro e per un importo di sanzioni pari a circa 1 milione e mezzo di euro. Tali risultati rappresentano lo sforzo massimo profuso per tutto il 2015 dal Corpo, nella vigilanza e controllo del settore pesca (nella scheda allegata sono riportati sia i dati dell’operazione Tallone d’Achille sia i dati complessivi riferiti al 2015).L’aumento dei livelli di controllo ha rappresentato una risposta concreta alle aspettative dei cittadini che, nell’anno dell’Expo, hanno potuto toccare con mano le eccellenze del settore agroalimentare, dove l’Italia è considerata una delle migliori realtà a livello mondiale. Per questo motivo, in un periodo dell’anno in cui risulta più facile imbattersi in prodotti ittici non tracciati e non rispondenti alle esigenze del consumatore, il Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera ha rafforzato la propria presenza sul territorio.

Tra le operazioni più rilevanti quella messa a segno nella giornata del 18 dicembre dal personale della Capitaneria di porto di Pozzuoli che ha rinvenuto, presso un’abitazione privata, un impianto di allevamento di anguille completamente abusivo, che ha portato al sequestro di oltre 6.000 kg. di esemplari.

Tra il 17 e il 18 dicembre invece il personale della Capitaneria di porto di Genova, ha operato il sequestro di un’ingente partita di pesce “ruvetto”, priva di certificazione. Si tratta di una particolare specie, caratterizzata da un moderato grado di tossicità, che per poter essere immessa sul mercato dell’Unione Europea necessita di una etichetta in cui sono riportate le corrette modalità di preparazione e cottura in modo da informare il consumatore sui potenziali effetti collaterali.

Nelle giornate successive il Nucleo ispettivo di Palermo ha proceduto a sequestrare oltre 1.700 vasetti di prodotto ittico privo di qualsiasi documentazione attestante la provenienza, oltre a 320 kg. di prodotti ittici scaduti ormai da diversi anni. La merce sequestrata è stata avviata alla distruzione.

Da menzionare anche il fenomeno, purtroppo sempre più frequente, della pesca e della commercializzazione delle “oloturie”, o meglio note come “Cetrioli di mare”. La loro presenza nelle nostre acque, dove giocano un ruolo importante nell’ecosistema marino, ha iniziato ad attirare i mercati asiatici, notoriamente grandi consumatori del prodotto, che arrivano a pagare fino a 600 euro per un solo chilogrammo. La forte richiesta in questi ultimi anni ha favorito lo sviluppo di un mercato nero, presente soprattutto nell’Italia meridionale: è il caso di Gallipoli, dove gli uomini del Nucleo Ispettivo Pesca della Direzione Marittima di Bari, nell’ambito dell’operazione “Tallone d’Achille” hanno sequestrato circa 12 tonnellate di oloturie illecitamente detenute da una società appositamente creata per la vendita del prodotto all’estero, per un valore ipotetico sul mercato asiatico di circa 7,2 milioni di dollari.

Non sono mancati i sequestri in mare di attrezzi non regolamentari o impiegati da soggetti non autorizzati; il personale dei Comandi appartenenti al Centro di Controllo Area Pesca di Reggio Calabria ha sequestrato oltre 44 km di palangari, particolari attrezzature da pesca con ami, calati abusivamente, e svariate decine di esemplari di pesce spada sotto la taglia minima consentita.

Nel cagliaritano sono stati scoperti oltre 5 km di reti da posta piazzate in zone vietate, sequestrate dal personale del Nucleo Sommozzatori della Guardia Costiera.

Attenzione massima è stata posta nelle verifiche presso i centri di stoccaggio di prodotti ittici provenienti da Paesi esteri e destinati alla grande distribuzione: in particolare, i militari appartenenti ai Comandi di Livorno e Venezia hanno rintracciato oltre 5 tonnellate di prodotto ittico congelato privo di tracciabilità ed in parte già scaduto ma pronto ad essere messo in commercio.

Particolarmente impegnativa l’attività tesa a contrastare la raccolta e la commercializzazione dei “Datteri di mare”, spesso svolta da vere e proprie organizzazioni criminali che per i propri lucri mettono a repentaglio la sopravvivenza dell’ecosistema marino, danneggiando irrimediabilmente l’habitat costiero che ospita la specie. Nello specifico, la Guardia Costiera di Napoli ha sequestrato complessivamente circa 300 kg di datteri, rinvenuti al termine di complesse attività d’indagine, sia in mare che in abitazioni private.

DATI ANNO 2015 e TALLONE ACHILLE