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Economia del Mare – Isnart : sono le strutture ricettive nelle località di mare a registrare le prenotazioni più elevate

Con il 71,2% delle camere già prenotate per il mese di agosto.

Del 19 Luglio 2022


• + 26% le camere vendute a giugno
• Recuperano le città d’arte, particolarmente colpite dalla pandemia
• Ritorno del turismo internazionale: +32% dalla Germania
• Il 36% delle strutture aumenta i prezzi per far fronte all’incremento dei costi
• Il 27,6% degli operatori ha difficoltà a reperire personale


Per l’estate 2022 si prevedono in Italia flussi turistici in netta crescita. È questo
lo scenario fotografato dall’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio
sulla base di interviste a titolari di imprese ricettive italiane nel periodo 15-30 giugno.
I risultati dell’indagine, realizzata da Isnart – Unioncamere, indicano che seppur in presenza di forti
preoccupazioni per l’inflazione, per la ripresa dei contagi da Covid e per il conflitto in Ucraina, nella
stagione turistica estiva 2022 potrà essere recuperato il terreno perso nei due anni precedenti a
causa della pandemia.
Il consuntivo del mese di giugno, ha fatto registrare un aumento del 26% delle camere vendute
rispetto al 2021. Gli operatori hanno dichiarato di aver venduto il 50% delle camere, sul totale di
quelle disponibili: un valore prossimo a quello registrato nel 2019.
Per il periodo che va da luglio a settembre ci si attende un assorbimento dell’offerta pari, in media,
al 48% delle camere disponibili (che sostanzialmente raddoppia quella registrata nel 2021), con un
picco nel mese di agosto del 62% di prenotazioni già effettuate, contro il 33% registrato nello stesso
periodo dello scorso anno.
Recuperano le città d’arte italiane, anche se mare e montagna rimangono la prima scelta
Coerentemente con la stagionalità, sono le strutture ricettive nelle località di mare a registrare le
prenotazioni più elevate, con il 71,2% delle camere già prenotate per il mese di agosto.

Il trend è positivo anche per le località di montagna: gli operatori segnalano il 51,7% delle camere
prenotate per il mese di luglio e il 61,9% per il mese di agosto.
Il recupero più significativo e incoraggiante è però quello atteso per le città d’arte, tra le destinazioni
più penalizzate a causa dell’emergenza sanitaria. Rispetto allo scorso anno, queste registrano
prenotazioni pari a poco più della metà delle camere disponibili per i mesi di luglio (54,5%) e di poco
inferiori ad agosto (45,7%), contro appena il 18% circa dello scorso anno.


Ritorna il turismo internazionale: +32% dalla Germania
Il 40% degli operatori intervistati dichiara un aumento della clientela straniera, mentre solo la metà
ne prevede un calo. Un dato particolarmente rilevante in quanto indica una ripresa nel segmento
che più aveva risentito della crisi Covid.
Si tratta, prevalentemente, di turisti provenienti dalla Germania (+31,9% rispetto al 2021), mentre
trovano sostanzialmente conferma e potenziale di crescita rispetto ai livelli dello scorso anno i flussi
provenienti da Svizzera, Austria, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito.
Di segno opposto le previsioni relative alle prenotazioni dalla Russia, per il 60% degli operatori sono
attese in diminuzione e per il 38% sono stabili rispetto allo scorso anno.
Le preoccupazioni delle strutture ricettive: aumento dei prezzi e carenza di personale
Gli effetti dell’inflazione si fanno sentire anche nel comparto turistico, aumentando le difficoltà di
gestione delle imprese.
Per il 65,5% degli operatori uno dei principali problemi incontrati nel gestire l’attività questa estate
è la definizione del prezzo del servizio offerto a fronte dell’aumento dei costi. Secondo quanto
emerso dall’indagine, la quasi totalità delle imprese intervistate ha riscontrato aumenti dei costi
generali che solo in parte vengono scaricati sui prezzi di vendita. Poco più di un terzo delle strutture,
il 36%, ha dichiarato di aver aumentato le tariffe.
Gli imprenditori restano fortemente preoccupati dei riflessi di difficile previsione rispetto alla
gestione finanziaria: il 41% degli operatori teme di dover chiudere il proprio bilancio in perdita.
Questo orientamento appare più diffuso tra le strutture alberghiere e relativamente più
concentrato nelle località lacuali e termali del Bel Paese.
Altra importante difficoltà segnalata è quella relativa al reperimento del personale, un problema
per il 27,6% degli intervistati.


Trend prenotazioni nel settore alberghiero ed extralberghiero
L’emergenza sanitaria ha colpito maggiormente il comparto alberghiero, rispetto a quello
extralberghiero perché agevolato dall’ampia varietà di strutture ricettive che vanta, tra cui quelle
all’aria aperta che favoriscono il distanziamento sociale.
Ad ogni modo, nelle prossime settimane assisteremo a un recupero relativamente più intenso del
comparto alberghiero: il settore aveva già aperto positivamente il 2022, riportandosi nei primi mesi
dell’anno su livelli superiori a quelli pre-pandemici.
L’indagine, inoltre, sottolinea il continuo trend positivo del mercato alternativo rappresentato dagli
alloggi privati in affitto su Airbnb che a maggio 2022 indicava oltre 11 milioni di notti prenotate tra
giugno e agosto, 3,5 milioni in più rispetto a quanto registrato nello stesso periodo del 2021 (+ 32%).