Al Blue Forum, nel corso della prima mattinata di lavori, è intervenuto Enrico Credendino, Capo Stato Maggiore Marina Militare.
“Oggi è un momento molto importante. Quanto è importante il mare dal punto di vista dell’economia, della sicurezza e dell’insicurezza. Un mare insicuro è un mare costoso. La Marina Militare è una costola fondamentale del cluster marittimo.
Di cosa parliamo? L’80% della popolazione mondiale vive entro i 200 km dalla costa. Quindi facilmente raggiungibile dal mare e influenzabile dai cambiamenti climatici.
In Italia il 30% degli italiani vive entro i 300 metri dalla costa. Questo ci fa capire quanto ci influenzi nel quotidiano.
Il 90% del traffico marittimo mondiale viaggia per mare. Si inquina via mare 5 volte meno che via strada e 3 volte meno che su ferrovia. Il 98% delle comunicazioni digitali viaggia tramite dorsali marine. Si pensa che internet viaggi via satellite e invece viaggia via sottacqua. Con un trilione di transazione che avvengono sotto acqua. Il Mediterraneo è pieno di cavidotti che portano le comunicazioni che collegano i continenti.
Bisogna poi parlare della questione del mondo subacqueo: conosciamo meglio la superficie di Giove che i fondali abissali sono inesplorati per il 97%. Gli alti fondali sono inesplorati per l’80%. E’ tempo di investire sotto acqua perché il futuro dell’umanità è sotto. Il cibo del prossimo secolo proverrà per il 40% dal mare. Si comincia a parlare di agricoltura subacquea, di turismo subacqueo.
L’Italia a breve aprirà il primo Polo nazionale della dimensione subacquea e siamo tra i primi al mondo a farlo. Tutti coloro che si occupano di subacquea lavoreranno insieme.
Per quanto riguarda l’economia marittima siamo tra i primi al mondo in ciò che è economia del mare oggi che ma non sfruttiamo a pieno le potenzialità marine. Pensate che ci sono 21 mila imprese giovanili che si occupano di mare. Con un’incidenza del 9% sul PIL.
Il mar Mediterraneo è piccolo: 1% della superficie mondiale e però ha il 20% del traffico marittimo mondiale. È Il collegamento più rapido tra atlantico e indo-pacifico. Quello che Limes definisce il medio oceano.
Ma è un mare complicato: c’è un equilibrio instabile, molti fattori di rischio che richiedono la maggiore presenza della Marina in mare. E no solo per il fenomeno dell’immigrazione, ma anche per il riarmo dei paesi sponda sud Mediterraneo e per la presenza di navi russe presenti di più del passato. Non vedevamo una presenza della flotta russa così importante neanche ai tempi della Guerra Fredda. Un atteggiamento provocatorio e molto pericoloso. Un incidente in mare tra due nazioni contrapposte non sappiamo dove potrebbe portare. Ci sono poi fenomeni di illeciti.
Inoltre è da considerare che ci sono infrastrutture critiche in mare. Anche i gasdotti. c’è un mondo che va protetto e tutelato.
Abbiamo ogni giorno circa 10mila navi di cui dobbiamo sapere tutto. È un lavoro molto complesso che facciamo con tutto lo Stato. Lavoriamo molto bene con la GDF con cui abbiamo un rapporto eccezionale. Anche con l’Aeronautica con cui lavoriamo per i pattugliamento marittimo.