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Dall’oceano del Giurassico i metalli strategici delle colline toscane

Nella miniera di rame di Montecatini Val di Cecina (Toscana) i ricercatori dell'Istituto di geoscienze e georisorse del Cnr hanno scoperto la presenza di selenio, tellurio e metalli preziosi

Del 27 Marzo 2024

Nella miniera di rame di Montecatini Val di Cecina (Toscana) i ricercatori dell’Istituto di geoscienze e georisorse del Cnr hanno scoperto la presenza di selenio, tellurio e metalli preziosi, con concentrazioni ben oltre la media terrestre. Il giacimento, esaurito da tempo, si è formato 150 milioni di anni fa sul fondo di un oceano, per poi dislocarsi tettonicamente in mezzo alla catena appenninica. La ricerca offre nuove prospettive nell’individuazione di questi metalli, sia sui fondali oceanici che nelle catene montuose.

Un gruppo di ricercatori dell’Istituto di geoscienze e georisorse del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igg), nell’ambito del Progetto PRIN-MUR 2017AK8C32, ha condotto uno studio geologico, mineralogico e geochimico dei giacimenti cupriferi (denominati VMS, acronimo di Volcanogenic Massive Sulfide deposits) nella provincia di Pisa. I minerali, estratti a Montecatini Val di Cecina e nelle altre piccole miniere della zona toscana, oltre al rame contengono una notevole quantità di selenio, tellurio, oro e argento, con concentrazioni fino a 100.000 volte i valori medi della crosta terrestre.

I VMS toscani si formarono nel Giurassico in corrispondenza di una dorsale oceanica a bassa velocità di espansione che, prima della formazione delle Alpi e degli Appennini, separava la placca tettonica europea da quella africana. Successivamente, le dislocazioni tettoniche che li hanno posizionati lungo la catena appenninica ne hanno determinato una forte dispersione, portando le porzioni più profonde in prossimità della superficie. Il giacimento di Montecatini Val di Cecina, ormai esaurito, è stato scoperto a metà del 1800 generando una delle imprese minerarie più remunerative in Europa. Non a caso, da questa esperienza nacque la Montecatini s.p.a., la più grande azienda mineraria e chimica italiana, che poi si trasformò in Montedison.

Questi giacimenti permettono di analizzare e comprendere i processi idrotermali che avvengono nella parte meno accessibile dei sistemi oceanici, raggiungibile solo attraverso costose perforazioni. Lo studio dei VMS toscani, sebbene siano molto piccoli o già esauriti, apre nuovi orizzonti nell’esplorazione di quei metalli considerati critici per la transizione energetica, in contesti oceanici e orogenici.