E’ intervenuto a Risorsa Mare in corso a Palermo Massimo Debenedetti, corporate Vice–President for Research & Innovation Fincantieri, ha parlato di quale è il contesto in termini di business della dimensione subacquea.
“La difesa e la sicurezza stanno alla base del nostro benessere. Abbiamo per anni dato per scontato questo mattone, ma quello che sta succedendo negli scenari di crisi ci ricorda che il fabbisogno, il bisogno di difesa e sicurezza non è scontato e si applica soprattuto al mondo underwater.
Il mondo underwater è già cruciale oggi. Passano cavi di comunicazione. Se ci fosse un attentato ad una dorsale di dati non potremmo trasmettere questa conferenza e no potremmo fare operazioni in banca.
Passa il 99 per cento dei dati del mondo passa sott’acqua.
Sott’acqua passano oleodotti. Cosa succede se qualche gasdotto viene attaccato? E poi passa l’energia elettrica. La notizia è che il dominio underwater è vulnerabile. Con poco sforzo qualcuno può porre fine o può mettere a rischio il nostro benessere. Il punto qual è? Che nel mercato della tecnologia si stanno rendendo disponibili assetti a basso costo che consentono a male intenzionati di rendere vulnerabili il dominio subacqueo e quando parliamo di vulnerabilità vengono in mente due concetti: autonomia strategica e sovranità tecnologica. Autonomia strategica perché sotto passano dati, energia e gas. Sovranità tecnologica perché, per far fronte alle minacce, bisogna sviluppare molta tecnologia.
E vengo al ruolo di Fincantieri. Noi come Fincantieri nella nostra storia abbiamo prodotto più di 180 sommergibili. Il nostro ragionamento è: partendo dal sommergibile, intorno possiamo costruire quell’ecosistema di ricerca e innovazione, tecnologico e di prodotto.
Cosa stiamo facendo?
La nostra ambizione è quella di – in collegamento con la Marina Militare Italiana – diventare i vertici di questa filiera che stiamo costruendo sull’underwater che, tra parentesi, nel Piano del Mare viene riconosciuto a Fincantieri questo specifico ruolo di facilitazione e aggregazione.
Perché in una filiera così articolata come quella della blue economy e dell’underwater in cui l’esigenza operativa e il requisito non sono chiari e c’è da sviluppare molta tecnologia, Fincantieri può essere cruciale perché tutte le tecnologie che saranno sviluppate nel dominio underwater dovranno essere integrate a bordo di un sommergibile o di un assetto maggiore.
Il nostro ruolo, dunque, deve essere identificare con la Marina esigenze operative e requisiti tecnici e trasformarle in tecnologie abilitanti e guidare tutta la filiera nello sviluppo di questa tecnologia”.