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Elena e Federico: “Abbiamo lasciato la città e scelto il mare e la vita in barca a vela”

In attesa della partenza da Ravenna verso Imperia il prossimo 20 aprile, i due 27enni di Torino ci raccontano la loro scelta

Del 8 Aprile 2024

di Angela Iantosca

Elena e Federico hanno scelto il mare.

Hanno seguito il cuore, la pancia.

Stanchi di inquinamento e città. Stanchi dei ritmi lavorativi chiusi in un ufficio o in casa. Stanchi di non amare quelle uscite tra il cemento.

Il vento e la natura li hanno richiamati e loro hanno deciso di rispondere a quella voce che spesso spaventa. Perché è una voce interiore, profonda, a volte impercettibile.

Così, da qualche mese Elena Costa e Federico Caggiano vivono in barca a vela. Perché non c’è niente di meglio che muoversi con il vento e osservare la natura mentre il vento fa il suo dovere.

Elena e Federico hanno 27 anni, sono entrambi di Torino e la loro storia comincia 10 anni fa, tra i banchi di scuola.

“Entrambi abbiamo da sempre una grande passione per il mare. Io – racconta Elena – da piccola ho passato le mie estati nella città d’origine della mia famiglia, Siracusa. Mio zio aveva una barca a motore e quindi ero sempre a bordo! Federico, avendo i genitori una casa in Liguria, sin da piccolo ha frequentato molto il mare, iscrivendosi anche ad una Scuola Vela durante l’estate”.

Quando vi siete incontrati?

“Ci siamo incontrati a 17 anni al Liceo, in quarta superiore. Frequentavamo entrambi il Liceo Scientifico, il Cattaneo di Torino. Non eravamo nella stessa classe, ma ci siamo conosciuti grazie ad un viaggio di studio di matematica e fisica in scambio con degli olandesi. È stata una bella esperienza: siamo stati in mountain bike con gli olandesi per una settimana”.

Da quella gita non vi siete più lasciati!

“Esattamente! Poi siamo andati all’Università, in due Facoltà differenti, ma in quel periodo abbiamo fatto un corso di subacquea e ci siamo innamorati tantissimo del mare! Così abbiamo preso molti brevetti e approfondito questa passione. Nel 2020 Federico, insieme ad un amico, ha deciso di prendere la patente nautica. I corsi erano online, quindi era fattibile nonostante la pandemia, e poi ci sono state le diverse uscite prima di ottenere il titolo. Da lì abbiamo cominciato ad andare in barca. Prima in Puglia con uno skipper che è anche youtuber si chiama Francesco Sena. E devo dire che il nostro primo approccio alla barca a vela e ci è piaciuto moto. Poi d’inverno siamo andati alle Canarie e Federico ha assunto il ruolo di skipper. Per me è stato un viaggio bellissimo e lì ho deciso che avrei preso anche io la patente nautica! L’ho ottenuta nel 2021, dopodiché siamo partiti per la Croazia. Nel 2023 abbiamo veleggiato alla Maddalena. Quindi, possiamo dire che, negli ultimi anni, da quando è emersa chiaramente questa passione, tutte le estati le abbiamo trascorse in barca e nel corso dell’anno tutti i weekend!”.

Quando è cambiato qualcosa e la vostra scelta è diventata necessariamente definitiva ed ‘estrema’? “Negli anni, dopo la pandemia, ci siamo accorti che stavamo a Torino per studiare e che, appena potevamo, scappavamo. Vivevamo in città, ma senza viverci. La verità è che la città è un luogo che ci stressa e non ci fa stare bene. Soprattutto per l’inquinamento. Inoltre ci siamo resi conto che, dopo il lavoro, non avevamo interessi che ci legassero a Torino. E in più, da quando abbiamo avuto l’idea della barca a vela, il pensiero di fare una scelta radicale ci è entrata sempre più in testa! Poi io mi sono laureata in Biotecnologie, con una magistrale incentrata sul tema della sostenibilità, ed ho provato a fare uno stage in laboratorio, ma la cosa non mi ha soddisfatta da diversi punti di vista, anche se si trattava dell’unico lavoro trovato dopo mesi di ricerche! Allora mi sono detta che forse sarebbe stato meglio trovare qualcosa da remoto! Così mi sono messa a studiare programmazione. Nel frattempo Federico si è laureato in Fisica del clima, inserendo nel suo piano di studi molti esami di meteorologia, cosa che lo aiuta molto, dal punto di vista teorico, nel leggere le carte e fare previsioni meteo quando si è in barca, motivo per il quale ha scelto questa Facoltà. A quel punto abbiamo deciso di cercare entrambi un lavoro in aziende informatiche con possibilità di smartworking. Lo abbiamo trovato e abbiamo dato avvio al sogno”.

Quanto la pandemia ha inciso sulle vostre scelte?

“Credo abbia inciso molto. Le nostre vite – come quelle di tanti nel mondo – in quel periodo hanno preso altre direzioni. Noi ci siamo accorti di molte cose, anche in merito alla sostenibilità e al futuro, rispetto al quale siamo molto realisti. Vivere la pandemia ci ha fatto capire che può succedere qualcosa da un momento all’altro e allora perché rimandare ciò che ci fa stare bene?”.

E sull’onda del carpe diem avete cominciato a cercare la barca!

“L’abbiamo cercata usata, considerando varie tipologie di barca, per poi concentrarci su un modello ben preciso e l’abbiamo trovata su Subito.it, un Jeanneau Sun Odyssey 43, una barca che conoscevamo già, sulla quale avevamo anche sostenuto l’esame. Un modello questo, con la randa steccata e non avvolgibile, non molto diffuso in Italia. L’abbiamo comprata a fine ottobre 2023 a Porto Garibaldi (Fe): un broker ci ha aiutato a seguire tutte le operazioni. Le abbiamo fatto rifare la carena e poi siamo stati aiutati a metterla in acqua e a spostarla a Ravenna. Nelle settimane successive all’acquisto siamo andati a pulirla e sistemarla e dal 25 novembre 2023 ci siamo stabiliti in modo più regolare”.

Come si chiama la vostra barca?

“Atena. Le abbiamo lasciato il nome che abbiamo trovato, perché ci piaceva!”.

Come è la vostra vita in barca?

“Per noi è molto bello vivere in barca: era un desiderio che avevamo e lo abbiamo realizzato. Dal punto di vista della vita di tutti i giorni la vita è normale: lavoriamo in smart e facciamo la spesa, ma quando siamo in pausa non andiamo in cucina a fare il caffè, non ci mettiamo a guardare il cellulare per vedere cosa accade sui social, ma usciamo e respiriamo l’aria di mare”.

Che programmi avete?

“Per ora la base è il porto di Ravenna, ma il 20 aprile ci spostiamo verso Imperia. Per il momento abbiamo sistemato la barca per poter navigare: abbiamo messo le vele nuove e abbiamo cambiato il necessario. Ma, per esempio, ancora non abbiamo un sistema di energia che possa sostenerci per più di una o due settimana di navigazione. Vogliamo mettere i pannelli solari, mettere l’inverter, cosa che ci permetterebbe di caricare i computer e non di poterlo fare solo in porto, come accade ora, motivo per il quale, per poter trasportare la barca da Ravenna ad Imperia, abbiamo preso le ferie!”.

Quanto tempo impiegherete da Ravenna ad Imperia?

“Da Ravenna ad Imperia dovremmo metterci due settimane, ma questo grazie all’aiuto di due ex studenti della nostra scuola di vela che verranno con noi e che ci permetteranno di navigare sempre, giorno e notte, dandoci il cambio. E comunque, anche se non dovessimo farcela, abbiamo sempre l’opzione di fermarci dove arriviamo e di proseguire – se le ferie saranno terminate – solo nei weekend!”.

Sognate di andare oltre il Mediterraneo con la vostra barca?

“Intanto ad Imperia abbiamo preso il posto barca fino all’inverno, ma per questa estate abbiamo in programma di fare la Costa Azzurra e l’Elba. Quando saremo più sistemati, inizieremo a pensare anche ad altro, oltre al Mediterraneo. Ma per fare la traversata Atlantica, cosa che ci piacerebbe molto, ci vorrà qualche anno!”

Come hanno reagito i familiari alla vostra scelta?

“La mia famiglia – continua Elena – è stata entusiasta! Mia mamma e mia sorella sono venute anche a vedere la barca, mi hanno aiutato in questa scelta. Ci hanno supportata anche i genitori di Federico. Anche perché non si tratta di un colpo di testa: abbiamo i nostri lavori e per ora rimaniamo nel Mediterraneo”.

Cosa guardi in navigazione? Cosa ti piace?

“Nella navigazione io occhi ovunque, perché mi piacciono gli animali selvatici. Le Canarie sono state il mio viaggio preferito perché ho visto le balene e anche i delfini e sono impazzita. Federico, invece, ama proprio veleggiare. Il pensare di andare avanti solo con il vento e arrivare e dire ce l’ho fatta è la cosa che ama di più”.

Per lo smartworking avete qualche difficoltà?

“Essendo aziende informatiche quelle con cui lavoriamo non abbiamo avuto nessun problema: io ho clienti ovunque, in giro per il mondo e la stessa azienda si fonda proprio sullo smartworking, sulla base anche di accordi sindacali”.

Come ti ha cambiata la barca?

“La barca mi ha avvicinato alla natura, ai ritmi naturali. Perché ha una planimetria tale da spingerti ad andare fuori. Anche perché fa parte della barca non solo lo spazio interno, ma anche quello esterno. Sicuramente è qualcosa che consiglierei, perché fa bene, ma poi dipende dal carattere”.

Avete dei vicini?

“Abbiamo molti vicini perché la verità è che c’è una comunità di persone che vive in barca. Indubbiamente, pur avendo dei vicini, la scelta di vivere in barca ti allontana dal vicinato, ma ti avvicina al tuo cuore e alla natura! Mi viene da dire che il mare, gli sport acquatici fanno bene. La subacquea, per esempio, ti insegna a rispettare il mare, ad affrontare le difficoltà, a mantenere la calma nelle situazioni difficili”.