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Export cibo made in Italy a rischio e costi alle stelle per la crisi nel Mar Rosso

Cristian Maretti presidente di Legacoop Agroalimentare: «C’è già un effetto negativo sulle nostre esportazioni. A risentirne sono le produzioni fresche e l’olio d’oliva»

Del 16 Gennaio 2024

«C’è già un effetto negativo sulle nostre esportazioni e un incremento dei costi nell’utilizzo dei container e dei noli per tutte le tratte». A lanciare l’allarme sugli effetti già in atto per la crisi nel Mar Rosso, è Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare.

«Ci arrivano segnalazioni continue dalle nostre cooperative per il blocco e per il rischio attacchi che corrono nel Mar Rosso le navi container con le nostre merci. A risentirne sono anche le rotte atlantiche perché l’allungamento dei percorsi da Capo di Buona Speranza impegna per 15 giorni in più i mezzi disponibili a causa di una nuova strozzatura dell’offerta», sottolinea Maretti.

Costi delle navi come due anni fa

Sembra dunque essere tornati indietro ad un paio idi anni fa quando non si trovavano navi cargo per trasportare le merci e i prezzi erano alle stelle. Una situazioni di nuovo di attualità a causa delle tensioni nel Mar Rosso che portano a difficoltà nel traffico navale lungo il canale di Suez. E se qualcuno tenta di arrivare nel Nord Italia via treno dalla Cina, i disagi per il trasporto marittimo si fanno sentire.

Difficoltà per i tempi lunghi e la shelf-life dei prodotti freschi

Costi e speculazioni a parte, ad essere in difficoltà sono in particolare le merci fresche. «Per il settore agroalimentare, infatti, c’è il tema dei tempi di shelf-life dei prodotti freschi che non consentono di allungare di 15 /20 giorni il tragitto. Fortunatamente questo problema si è originato dopo che importanti prodotti, come il kiwi, erano già “passati”, mentre per le mele siamo ancora a metà. Naturalmente in un settore dominato dalle stagionalità delle produzioni, la quantificazione dei danni dipenderà dalla durata del blocco», spiega il presidente di Legacoop Agroalimentare.

A risentirne anche l’olio

Difficoltà nelle esportazioni ci sono anche per olio d’oliva dove «si assiste ad un raddoppio dei costi in quanto già da metà dicembre è obbligatorio transitare dall’Africa per arrivare in Giappone e Taiwan».

I guai dell’export e le ripercussioni interne

I problemi delle esportazioni possono avere ripercussioni sul mercato interno. Infatti, «se i prodotti non vengono esportati, il rischio è quello di ingolfare il mercato italiano ed europeo con effetti drammatici sui prezzi che, indubbiamente, crolleranno», sottolinea amaro Maretti.

Ecco quindi che «il 2024 si apre con un nuovo grande problema per le nostre cooperative, quando ancora non siamo completamente fuori da tutti quelli precedenti. Un grande problema di livello europeo che deve trovare una risposta chiara ed unita da parte delle istituzioni comunitarie a presidio dei propri interessi politici e commerciali», chiosa il presidente di Legacoop Agroalimentare.

Cristian Maretti presidente di Legacoop Agroalimentare