Home > Ambiente, Benessere, Centro Studi, Economia del Mare, Enti, Ricerca, Sicurezza, Underwater > Il clima in Italia nel rapporto di SNPA-Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente

Il clima in Italia nel rapporto di SNPA-Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente

Dal report emerge che la temperatura superficiale dei mari italiani nel 2022 è stata superiore alla media climatologica 1991-2020

Del 20 Luglio 2023

Il Rapporto SNPA “Il clima in Italia nel 2022” illustra i principali elementi che hanno caratterizzato il clima nel corso del 2022 e aggiorna la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni in Italia.

Il Rapporto “Clima in Italia nel 2022”, pubblicato dall’Ispra con cadenza annuale dal 2006, quest’anno diventa un prodotto SNPA. Grazie al coinvolgimento del Sistema nazionale per la protezione ambientale, si arricchisce di approfondimenti sul clima anche a scala regionale e locale, nonché su aspetti idro-meteo-climatici e meteo-marini più rilevanti dell’anno in esame.

Il rapporto è realizzato in un unico volume strutturato in due parti. 

La prima descrive l’andamento del clima a scala nazionale e si basa in gran parte su dati, indici e indicatori climatici derivati dal Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione dei dati Climatologici di Interesse Ambientale (SCIA).

La seconda parte raccoglie contributi di approfondimento, dalla scala nazionale alla scala locale, sui principali elementi che hanno caratterizzato il 2022: la siccità e la scarsità idrica, il caldo, gli eventi idro-meteo-climatici e meteo-marini significativi.

SINTESI DEL RAPPPORTO

Le caratteristiche del 2022 sono state il caldo, con i nuovi record della temperatura media annuale e della media annuale delle temperature massime e minime giornaliere, e la siccità persistente, che ha investito soprattutto le regioni centro-settentrionali, causando una notevole diminuzione della disponibilità della risorsa idrica e gravi problemi nella sua gestione e uso in diverse regioni.

Non sono mancati eventi estremi di precipitazione, in alcuni casi eccezionali. Particolarmente rilevante è stato l’evento che il 15 settembre ha investito le Marche, fra le province di Ancona e di Pesaro e Urbino: un sistema temporalesco autorigenerante e stazionario che ha causato fenomeni intensi e localizzati, con precipitazioni giornaliere che hanno superato localmente i 400 mm e cumulate a 3, 6, 12 e 24 ore di gran lunga superiori ai massimi mai registrati.

Le forti precipitazioni, unite alle caratteristiche dei corsi d’acqua interessati, hanno provocato inondazioni con conseguenti situazioni di criticità su tutta l’area colpita e effetti disastrosi in termini di perdita di vite umane e di danni alla struttura produttiva del territorio.

TEMPERATURA

Mentre a scala globale sulla terraferma il 2022 è stato il quinto anno più caldo della serie storica, con un’anomalia di +0.49°C rispetto alla media 1991-2020, in Italia con un’anomalia media di +1.23°C, rispetto allo stesso periodo di riferimento, il 2022 è risultato l’anno più caldo della serie dal 1961, superando di 0.58°C il precedente record assoluto del 2018 e di 1.0°C il valore del precedente anno 2021.

A partire dal 2000 le anomalie rispetto alla base climatologica 1991-2020 sono state quasi sempre positive: fanno eccezione solo quattro anni (2004, 2005, 2010 e 2013); il 2022 è stato il nono anno consecutivo con anomalia positiva rispetto alla norma.
Il 2022 si colloca al primo posto della serie anche per l’anomalia della temperatura massima (+1.42°C) e per l’anomalia di temperatura minima (+1.03°C). Temperature medie superiori ai valori normali 1991-2020 hanno interessato tutti i mesi dell’anno, ad esclusione di marzo e aprile. Marcate anomalie positive, superiori a 2°C si sono registrate a giugno, con il picco di +3.09°C, e nei mesi di luglio, ottobre e dicembre. I mesi di maggio, giugno e luglio si collocano tutti al secondo posto fra i più caldi delle rispettive serie mensili dal 1961, mentre ottobre e dicembre sono stati i più caldi delle rispettive serie mensili dal 1961.

La temperatura media annuale è stata superiore alla media 1991-2020 in tutte le macroregioni italiane: al Nord (+1.39°C), al Centro (+1.23°C) e al Sud e Isole (+1.06°C).

All’anomalia positiva della temperatura media annuale del 2022 ha contribuito in maniera più marcata l’estate, che con il valore di +2.18°C sopra la media si colloca al secondo posto della serie dal 1961 (dopo il 2003), seguita dall’autunno (+1.38°C), al primo posto della serie dal 1961, e dall’inverno (+0.58°C); la primavera ha fatto registrare invece un’anomalia molto prossima alla media climatologica 1991-2020.

La stima aggiornata del tasso di variazione della temperatura media in Italia, calcolata sul periodo 1981- 2022 è di (+0.39 ± 0.04)°C / 10 anni, della temperatura massima di (+0.41 ± 0.05)°C / 10 anni e della temperatura minima di (+0.36 ± 0.04)°C / 10 anni. Su base stagionale i maggiori trend positivi per la temperatura si registrano in estate (+0.60 ± 0.09)°C / 10 anni e primavera (+0.35 ± 0.09)°C / 10 anni, seguiti da autunno (+0.32 ± 0.08)°C / 10 anni e inverno (0.29 ± 0.10)°C / 10 anni.

Quasi tutti gli indici che descrivono gli estremi di temperatura hanno fatto registrare valori record nel 2022.

Per il numero medio di notti tropicali e numero medio di giorni estivi, il 2022 si colloca al primo posto tra i più alti della serie dal 1961, rispettivamente con +22 giorni e con +23 giorni rispetto alla norma, mentre per il numero medio di giorni torridi si colloca al secondo posto, dopo il 2003.

Per l’indice dei “periodi caldi” (WSDI-Warm Spell Duration Index) il 2022 ha fatto registrare il valore più alto della serie dal 1961, a conferma di un anno con anomalie termiche superiori alla media in quasi tutti i mesi.

Nell’ultimo decennio le notti e i giorni freddi sono stati quasi sempre inferiori alla media climatologica 1991- 2020 e le notti e i giorni caldi sono stati quasi sempre superiori alla media. Nel 2022 le notti e i giorni caldi hanno fatto registrare entrambi il valore più alto della serie dal 1961, mentre i giorni freddi hanno fatto registrare il valore più basso della serie dal 1961. Analogamente alla temperatura dell’aria, la temperatura superficiale dei mari italiani nel 2022 si colloca al primo posto della serie dal 1982, con un’anomalia di +1.0°C rispetto alla media climatologica 1991-2020. Escludendo il 2003, gli ultimi dodici anni hanno registrato le anomalie positive più elevate di tutta la serie e il 2022 è stato il dodicesimo anno consecutivo con anomalia positiva rispetto alla norma. Le anomalie medie sono state positive in tutti i mesi dell’anno ad eccezione di aprile (-0.18°C), con gli scostamenti positivi dai valori normali massimi a giugno e luglio (+2.11°C entrambi).

PRECIPITAZIONE

Con un’anomalia di precipitazione cumulata media in Italia pari al -22% rispetto alla media 1991-2020, il 2022 si colloca al primo posto tra gli anni meno piovosi dell’intera serie dal 1961, seguito dal 2001 e dal 2017.

Il 2022 è stato caratterizzato dalla persistenza di anomalie negative di precipitazione da gennaio a luglio: questo periodo ha fatto registrare a scala nazionale precipitazioni inferiori alla norma del -39%. Quasi tutti i mesi hanno fatto registrare precipitazioni inferiori alla norma: fanno eccezione agosto, settembre, novembre e dicembre. I mesi relativamente più secchi sono stati ottobre (-62%) e gennaio (-54%), mentre il mese relativamente più piovoso è stato agosto con un’anomalia positiva di +69%.
La precipitazione cumulata annuale è stata ovunque inferiore alla media: l’anomalia negativa è stata più marcata al Nord (-33%), seguito dal Centro (-15%) e dal Sud e Isole (-13%). Da gennaio a luglio e ad ottobre le precipitazioni sono state inferiori alla norma ovunque, ad eccezione del mese di maggio al Sud e Isole. Ad agosto invece le anomalie sono state positive ovunque. Al Nord si sono registrate precipitazioni superiori alla norma solo nei mesi di agosto (+23%) e dicembre (+21%); marzo ha fatto registrare l’anomalia negativa più pronunciata (-72%). Al Centro il mese relativamente più secco è stato ottobre (-88%); al Sud e Isole gennaio (-51%). Il mese relativamente più piovoso è stato agosto al Sud e Isole, con un’anomalia di +128%.

La precipitazione cumulata annuale è stata inferiore al valore normale su gran parte del territorio nazionale, soprattutto nelle aree centro- settentrionali e in particolare nel nord-ovest (con anomalie fino a -70%); anomalie positive di debole entità hanno prevalentemente interessato ampie zone di Campania, Basilicata, Puglia e Molise.

I valori medi nazionali su base stagionale evidenziano che tutte e quattro le stagioni sono state meno piovose della norma. La stagione relativamente più secca è stata la primavera (-35%), che si colloca al quarto posto tra le meno piovose, seguita dall’inverno (-32%), all’ottavo posto tra i meno piovosi; troviamo infine l’autunno (-12%) e l’estate, che ha fatto registrare un’anomalia poco sotto la norma (-2%). Va sottolineato che, per l’inverno, la precipitazione cumulata stagionale viene determinata aggregando i mesi di gennaio e febbraio con il mese di dicembre dell’anno precedente. Dall’analisi statistica dei trend della precipitazione cumulata annuale e stagionale nel periodo 1961-2022 non emergono tendenze statisticamente significative.

I valori più elevati di precipitazione giornaliera sono stati registrati in occasione dell’evento del 15 settembre che ha colpito prevalentemente la parte centrale delle Marche ed a seguire l’Umbria settentrionale: la precipitazione giornaliera ha raggiunto il massimo di 419 mm a Cantiano (PU, 475 m slm).

Riguardo agli indici climatici rappresentativi delle condizioni di siccità, il 2022 ha fatto registrare valori molto elevati di giorni asciutti. I più alti si registrano su Piemonte e Liguria di Ponente, Sicilia e Sardegna, dove si registrano localmente picchi di 330 giorni asciutti, con il massimo di 347 giorni a Capo Bellavista (NU), seguito da 345 giorni presso la stazione sinottica di Lampedusa. I valori più bassi (fino a circa 230 giorni asciutti) si registrano su Alpi e Prealpi centro-orientali e sulla dorsale appenninica.

L’indice di siccità “Consecutive Dry Days” (CDD), che rappresenta il numero massimo di giorni asciutti consecutivi nell’anno, ha fatto registrare valori molto elevati, in particolare sulla quasi totalità della Sicilia e della Sardegna (fino a 160 giorni secchi consecutivi in Sicilia e fino a 130 in Sardegna); notevoli anche i valori registrati sulla costa tirrenica centrale (fino a 100 giorni) e nella parte centrale del Piemonte (fino a 96 giorni secchi consecutivi).

Per quanto riguarda gli indici rappresentativi della frequenza, dell’intensità e dei valori estremi di precipitazione per il 2022 l’analisi sulle stazioni disponibili mette in evidenza valori di anomalia nettamente inferiori alla media per tutti e tre gli indici al Nord, con valori che si collocano al primo posto fra i più bassi della serie.

TEMPERATURA SUPERFICIALE DEL MARE

Gli indicatori 2022 della temperatura superficiale dei mari italiani (SST – Sea Surface Temperature) sono stati elaborati a partire dai dati forniti dalla piattaforma del Copernicus Marine Service. Il prodotto utilizzato consiste nella stima della SST su un grigliato regolare con passo orizzontale di 0.05°, ottenuta dall’interpolazione di dati satellitari10. Il periodo coperto dal prodotto va dal 1982 al 2022 e comprende l’intero bacino del Mar Mediterraneo. Ai fini dell’analisi, sono state selezionate 7 regioni rappresentative dei mari italiani.

I valori medi annui della SST dei mari italiani nel 2022, così ottenuti, sono compresi tra 19.1°C del Mar Adriatico e 21.0°C del Canale di Sicilia.
I valori mensili più bassi si registrano per tutti i mari tra febbraio e marzo; luglio e agosto segnano invece i valori più alti. Il valore medio mensile minimo è stato registrato nel Mar Adriatico nel mese di marzo (12.9°C), quello massimo nel Mar Tirreno ad agosto (28.3°C).

Oltre al normale gradiente di temperatura che segue la latitudine, è ben visibile un’area più calda localizzata nel basso Tirreno. L’Adriatico settentrionale risulta invece la zona più fredda tra i mari italiani, compatibile con il consistente afflusso di acqua dolce dai bacini, fra i quali quelli del Po, dell’Adige, del Piave.

Considerata nel suo insieme, la temperatura superficiale dei mari italiani nel 2022 è stata superiore alla media climatologica 1991-2020; le anomalie medie sono state positive in tutti i mesi a eccezione di aprile (-0.18°C), con i massimi scostamenti positivi dai valori normali a giugno e luglio (+2.11°C entrambi).

Con un’anomalia media di +1.0°C rispetto al trentennio climatologico di riferimento 1991-2020, il 2022 si configura come il massimo assoluto dell’intera serie dal 1982. Escludendo il 2003, gli ultimi dodici anni hanno registrato le anomalie positive più elevate di tutta la serie.
Le anomalie riportate nelle figure precedenti mostrano una generale tendenza di aumento della SST nei mari italiani, con valori particolarmente pronunciati nel 2022. I mari italiani, tuttavia, mostrano importanti differenze nella distribuzione di tali valori. A fronte di aree con anomalie meno pronunciate (basso Adriatico e basso Ionio), si nota un evidente incremento (fino a 2°C) rispetto al periodo di riferimento nel tratto di mare compreso tra il Mar Ligure e il Mare di Sardegna.

I mari italiani presentano dunque un comportamento che differisce a seconda del bacino considerato. Per ottenere un’immagine complessiva dei cambiamenti in atto, sull’intera serie storica della SST è stato eseguito un fit basato su una regressione lineare. Il risultato vede confermare il Mar Ligure come un’area fortemente soggetta a riscaldamento, che raggiunge trend prossimi a +0.5°C / 10 anni. Anche l’area del Golfo di Taranto e l’intero bacino dell’Adriatico mostrano una significativa tendenza al riscaldamento. I valori più bassi, ma comunque positivi, si registrano nel canale di Sicilia.

La seconda parte del rapporto, FOCUS, si concentra su alcuni aspetti tra i quali la Siccità e la Scarsità Idrica, le Elevate Temperature e le Ondate di Calore e gli Eventi Idro-Meteo-Climatici e Meteo-Marini Significativi e Focus Locali.

Tra questi riportiamo il paragrafo dedicato all’EVENTO METEO-MARINO ECCEZIONALE IN ALTO ADRIATICO: 22 NOVEMBRE

Nella mattinata del 22 novembre 2022 si è verificato un evento meteo-marino eccezionale che ha fatto registrare lungo l’arco costiero Alto Adriatico valori del livello del mare tra i più alti delle serie storiche esistenti. Un evento atteso e previsto da giorni dal Tavolo Tecnico per le Previsioni di marea, composto dal Centro Previsioni e Segnalazioni Maree (CPSM) del Comune di Venezia, dall’ISPRA e dall’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISMAR-CNR), che si riunisce in occasione di previsioni per Venezia di livelli di marea superiori a 110 cm sullo zero mareografico della stazione di Punta della Salute (ZMPS).

Inquadramento meteorologico

L’evento del 22 novembre 2022 è connesso al noto fenomeno della ciclogenesi alpina, frequente nella stagione autunnale e spesso associato ad alte maree eccezionali nel Nord Adriatico (incluso lo storico evento alluvionale del 1966), e, in questo caso, simultaneo all’instaurarsi di un “blocco euro-atlantico” (la presenza di una coppia ciclone-anticiclone sul Nord Europa che per alcuni giorni rallenta il movimento delle perturbazioni verso est), che ha come effetto l’ulteriore potenziamento dei fenomeni responsabili dell’evento. Nella notte tra lunedì 21 novembre e martedì 22 si è formato un ciclone secondario di grandi dimensioni, il cui minimo barico al suolo è transitato sull’Italia Centrale per raggiungere l’Adriatico alle 9:30 ora locale. Dalla sera del 21 novembre e per tutta la mattinata del 22 novembre, il transito del profondo minimo pressorio (985 hPa) ha innescato venti di Scirocco molto intensi sull’intera lunghezza dell’Adriatico e forti venti di Bora prima nell’entroterra e poi estesi alla porzione nord del bacino, situazione che è in seguito evoluta in un vortice a piccola scala di fronte al Delta del Po. Questa configurazione meteorologica ha generato sulla costa veneta e friulana venti locali molto intensi e con direzione variabile da Bora a Scirocco tra la notte e la mattina del 22 novembre, fenomeno chiaramente osservabile grazie all’integrazione e condivisione dei dati delle diverse reti

di monitoraggio presenti in Alto Adriatico afferenti al Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA) e del CPSM. Presso la stazione Piattaforma “Acqua Alta” del CNR, situata a circa 16 km al largo del litorale veneziano, nella tarda mattinata e nel primo pomeriggio del 22 novembre sono stati registrati venti tesi provenienti da NE, con velocità abbondantemente superiori ai 20 m/s, con picchi di raffica prossimi ai s30 m/s attorno alle ore 11.00 circa.

Livelli registrati di livello del mare e di altezza d’onda

I dati meteo-marini provenienti dalle stazioni di ISPRA, afferenti alla Rete Mareografica della Laguna di Venezia e dell’alto Adriatico (RMLV) e alla Rete Mareografica Nazionale (RMN), integrati con i dati di ARPAV, ARPA FVG e CPSM, forniscono un quadro sinottico dei livelli di marea raggiunti lungo l’intero arco costiero Nord Adriatico. Presso la stazione oceanografica di Piattaforma CNR, al largo della costa veneziana, è stato raggiunto un livello massimo di 173 cm (ZMPS) alle ore 9.35 locali e valori massimi di altezza d’onda significativa prossimi ai 4 m. L’effetto congiunto del set up locale e dell’elevata altezza d’onda hanno portato a registrare sotto costa livelli di marea tra i più elevati di sempre, talvolta anche superiori a 200 cm (203 cm presso la stazione di Malamocco Diga Nord). Tutto il litorale è stato interessato da valori di livello molto sostenuti, con i valori minimi misurati nella porzione orientale (Trieste 177 cm e Grado 169 cm) e i picchi estremi registrati nelle lagune del Delta del Po (su tutti Porto Caleri 198 cm e Scardovari 203 cm), dove i picchi di altezza d’onda significativa hanno superato il metro.

Oltre agli intensi venti di Scirocco lungo l’Adriatico e localmente a una combinazione di venti di Scirocco e Bora, a conferire un carattere eccezionale ai picchi di marea registrati hanno contribuito:

• il livello già elevato delle acque in Adriatico, dovuto al precedente, rapido passaggio di due cicloni nei giorni 18 e 19 novembre, con venti di Scirocco sul Canale d’Otranto e conseguente pompaggio di acqua in Adriatico, solo in parte compensato dallo svuotamento di domenica 20 novembre (condizioni anticicloniche e venti di Bora sull’Adriatico);
• la notevole profondità del minimo di pressione, con conseguente richiamo delle acque marine da sud verso nord per effetto del gradiente barico, e il suo transito proprio sull’alto Adriatico. All’interno della laguna di Venezia, il livello di marea si è attestato su valori inferiori, per l’effetto dell’entrata in funzione delle barriere mobili alle 3 bocche di porto (Mo.S.E.-Modulo Sperimentale Elettromeccanico), con differenze molto marcate all’interno della laguna stessa per l’intenso vento di Bora che ha soffiato lungo l’asse principale del bacino (NE-SO). Il livello si è attestato su valori compresi tra 50 e 70 cm (ZMPS) a Venezia – Punta della Salute, e su valori ancora inferiori nella porzione più a nord del bacino (30-50 cm a Grassabò e Burano). Viceversa, nella porzione più meridionale della laguna, il sovralzo è stato molto maggiore per l’effetto locale dovuto alla spinta del vento di Bora: nel centro storico di Chioggia (Chioggia Vigo) è stato raggiunto il valore di 110 cm alle ore 13:15, evidenziando una differenza istantanea di circa 60 cm con il centro storico di Venezia (Punta della Salute) e di oltre 80 cm con la porzione estrema del bacino settentrionale (Grassabò). Un evento questo che, per i valori massimi raggiunti a mare risulta essere paragonabile, se non superiore, a quello recente del 12 novembre 2019 e allo storico evento del 1966, anche se il contributo meteorologico è stato inferiore e non perfettamente in fase con il picco elevato di marea astronomica di circa 80 cm. La chiusura delle barriere mobili, che ha preservato Venezia e i centri abitati lagunari dall’allagamento, non rende confrontabili i valori registrati a Punta della Salute il 22 novembre 2022 con la serie storica che si estende fino al 1924. In ogni caso, sulla base dei soli valori osservati a mare, possiamo avere la certezza che l’evento in analisi rappresenti uno dei tre eventi più significativi dell’ultimo secolo.