Che ruolo ricopre l’Economia del Mare nelle strategie di sviluppo della Regione Toscana?
La Toscana, con i suoi oltre 600 chilometri di coste, deve molto anche al suo mare, la cui economia rappresenta il 3,2% del nostro PIL ed è ricca di potenzialità da sfruttare pienamente. È per questo che con il “Piano strategico per lo sviluppo della Costa toscana” recentemente approvato dal Consiglio regionale si intende evitare che la Toscana corra a due velocità, rendendo più dinamica l’intera area costiera. Del resto tra il 2011 e il 2015 le imprese legate alla blue economy in Toscana sono cresciute del 4,2%. Si tratta di oltre 13.300 aziende, che occupano più di 54.000 addetti e generano un valore aggiunto di 2,7 miliardi di euro. Se si considera che un euro prodotto dalla blue economy ne genera 2 nel resto dell’economia, ben si capisce perché puntiamo sullo sviluppo di questo settore.
Quali sono le vostre principali iniziative per l’Economia del Mare?
Impossibile citarle tutte. Credo che nessuna altra Regione abbia dedicato così tante risorse a questo settore. Penso a Livorno con la Nuova Darsena Europa che ha destato l’interesse di player internazionali, primo tra tutti il governo cinese e al nuovo collegamento ferroviario che collega direttamente la Darsena Toscana alla direttrice Tirrenica, per finire con la progettazione definitiva dello scavalco ferroviario di collegamento tra porto e interporto.
A Marina di Carrara, stiamo lavorando alle opere di riqualificazione del waterfront, l’interfaccia porto-città. A Piombino abbiamo appena concluso un imponente intervento che ha cambiato il volto e la sostanza di quello scalo, che è diventato attrattore di nuovi insediamenti, dalle piattaforme logistiche alla demolizione di navi. Quanto ai porti di interesse regionale consideriamo strategico il potenziamento di quello di Viareggio, per la piccola e media crocieristica, con la realizzazione della banchina commerciale.
Ci sono poi gli interventi di adeguamento delle vie navigabili e degli interporti mediante il miglioramento della logistica tra il porto di Livorno e gli interporti di Guasticce e Gonfienti.
Cosa prevede il Piano strategico per lo sviluppo della Costa Toscana?
Promuove il rilancio della competitività dell’area, con un modello di sviluppo sostenibile. È per questo che sosteniamo la riqualificazione industriale e produttiva, perseguiamo il miglior raccordo tra il sistema della ricerca e della produzione di conoscenze e di competenze e i processi di innovazione del sistema produttivo ed economico, rilanciando l’economia del turismo anche attraverso la tutela della qualità ambientale e delle risorse naturalistiche.
Perché è importante avere un Distretto tecnologico per la nautica e la portualità?
Il Distretto della nautica, uno dei 12 individuati in Toscana, conta su oltre 200 imprese, 11 centri di competenza e servizi, 20 organismi di ricerca e 39 infrastrutture di ricerca industriale e trasferimento tecnologico. E quella di Lucca è la prima provincia italiana per valore assoluto prodotto dalla cantieristica, che è pari a 642,7 milioni di euro. La seconda, Gorizia, segue a ragguardevole distanza. Insomma siamo di fronte ad una realtà consolidata e all’avanguardia, capace di fare sistema, raggruppando le competenze e i contributi di una pluralità di soggetti. Per rimanere competitivi di fronte alla sfida globale e crescere ancora serve un’azione coordinata di sostegno all’innovazione all’interno di una filiera composta da circa 3.000 piccole e piccolissime imprese che impegnano nel complesso oltre 15.000 addetti. Adesso sta a questo settore dispiegare tutte le proprie potenzialità, utilizzando tutte le linee di finanziamento che mettiamo a disposizione per stimolare l’innovazione delle imprese e lo sviluppo di nuova imprenditorialità.
In che modo i grandi eventi possono contribuire a migliorare la visibilità internazionale della Toscana?
La Toscana parte da livelli di conoscenza del suo brand molto alti e da una così vasta attrattività che la rende tra le più desiderate al mondo per una vacanza.
I grandi eventi possono contribuire a diversificare la visibilità della Toscana a livello internazionale. Versilia Yachting Rendez-vous è un evento perfetto per mostrare il nostro saper fare e produrre beni di qualità, evidenziando che si può vivere una meravigliosa vacanza sulle nostre coste, di cui Viareggio e la Versilia sono ambasciatrici riconosciute in tutto il mondo.
Come si può intervenire per favorire una crescita nei servizi a supporto della nautica, del diportismo e del turismo?
Nel rapporto sul “Diporto nautico 2015” la Toscana ha 18.770 posti barca, poco meno di Liguria e Sardegna. E da noi la cantieristica rappresenta il 18,4% della blue economy. Consapevoli di questa rilevanza, puntiamo alla qualificazione e al miglioramento dell’efficienza delle infrastrutture portuali, a valorizzare i porti turistici ad elevata attrattività, e a creare una rete fondata sulle piccole dimensioni a basso impatto ambientale, attraverso il miglioramento dell’accessibilità e la dotazione di standard per il diporto. Sono azioni che riguardano molteplici aspetti della riqualificazione portuale: dalla manutenzione alla riparazione e alla messa in sicurezza delle opere di difesa, al pieno soddisfacimento degli standard nautici, all’adeguamento delle attrezzature del porto.
È stato appena nominato il neo presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Settentrionale. Che prospettive di crescita ha lo shipping toscano secondo lei?
Notevoli. Ne siamo talmente convinti da essere diventati la seconda regione per investimenti finanziari relativi alla logistica e alle infrastrutture portuali, dietro solo alle Fiandre. E vogliamo ricoprire un ruolo di primo piano nello sviluppo della portualità commerciale. Non a caso si è da poco concluso a Livorno il II° Forum Nazionale della Portualità e della Logistica, nel corso del quale Stefano Corsini si è presentato come nuova Autorità di sistema portuale del Tirreno. In quell’occasione il ministro Del Rio ha riconosciuto le grandi potenzialità dei porti toscani.
Che ruolo svolge la port authority regionale e perché l’avete voluta?
È un ente dipendente della Regione Toscana. Dal 2013 si occupa della pianificazione, progettazione e gestione delle aree portuali di Viareggio, Marina di Campo, Porto Santo Stefano e Isola del Giglio. Con questa scelta abbiamo migliorato la gestione dei porti di rilevanza regionale, prima affidata ai Comuni. È stato un fattore di innovazione amministrativa e razionalizzazione delle risorse in grado di rendere possibile il coordinamento delle esigenze regionali con quelle locali e garantire al contempo impulso e speditezza delle procedure.
Quanto è importante secondo lei la Tirrenica? E quali altre opere strategiche potrebbero favorire lo sviluppo delle imprese regionali?
Il corridoio Tirrenico, collegato con i porti e con la viabilità locale, rappresenta un’infrastruttura strategica di interesse regionale, nazionale ed europeo. Il nostro obiettivo è di completarlo, avviando i primi cantieri nel 2018. Nello stesso anno potrebbe partire il lotto zero di completamento della Due Mari, la Grosseto-Fano, un’altra opera fondamentale. A favorire la competitività del territorio costiero concorrono le opere nei porti di Livorno, Piombino e Marina di Carrara, i raccordi ferroviari di Livorno inaugurati a dicembre, il raddoppio ferroviario della Pistoia-Lucca e gli Assi viari di Lucca.
La Regione Toscana, attraverso la sua assessora Cristina Grieco, coordina la IX Commissione della Conferenza Stato-Regioni dedicata a istruzione e formazione. Che ruolo pensa debbano svolgere le Regioni per favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro? E pensa che l’Economia del Mare possa essere uno sbocco occupazionale importante per i giovani toscani?
Sì, la Toscana punta molto sulla formazione. E l’assessora Grieco sta facendo un buon lavoro. Le nostre politiche sono orientate al risultato, cioè ad ottenere l’occupazione dei formati. E puntiamo ad incrementare quello che consideriamo un importante dato di partenza, costituito dai 15.000 addetti, oltre un terzo di quelli italiani, impiegati da 2.900 imprese attive lungo l’intera filiera della cantieristica, dalla costruzione, al refitting, dai servizi, al turismo. Il fatturato, con i suoi 1,5 miliardi di euro, rappresenta il 45% di quello italiano del settore e un quarto dei megayacht che solcano i mari del mondo sono prodotti in Toscana.
Se a questo si aggiunge che il settore vanta un indotto stimato in circa 1.600 unità locali e 4.200 addetti, ben si comprende come ci sia ampio spazio per creare nuova occupazione, a partire da quella giovanile.