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L’intervento di Francesca Santoro nella Giornata Nazionale del Mare

Lavorare veramente per creare questa cultura del mare

Del 11 Aprile 2022

Durante la Giornata Nazionale del Mare che si è svolta questa mattina in diretta Facebook dal Ministero della Transizione Ecologica, è intervenuta Francesca Santoro della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco (Ioc-Unesco), che coordina le attività del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile (2021-2030).

Ne riportiamo un estratto:

“Il decennio del mare vuole trasformare il modo in cui studiamo il mare per passare da una semplice descrizione dei fenomeni alla proposta di vere e proprie soluzioni e per fare questo è chiaramente necessario coinvolgere tutti i portatori di interesse; la comunità scientifica, che fa un lavoro egregio, certamente da sola non può arrivare a mettere in pratica tutte le soluzioni di cui abbiamo bisogno.

Anche se sappiamo che l’oceano è il nostro migliore alleato nella lotta alla crisi climatica, subisce impatti importanti.

Per il cambiamento climatico dunque, come Decennio del Mare, il grande sforzo è quello di coinvolgere tutti i portatori di interesse della società civile, dal giornalismo e la comunicazione alla scuola e per questa ragione abbiamo deciso di creare una piattaforma che vuole proprio convogliare tutte le informazioni, le conoscenze, i progetti e i programmi che già esistono, per fare in modo che ci sia un punto di riferimento per tutti. Un punto di riferimento che chiaramente sia valido e attendibile, ma anche che fornisca un luogo in cui si possano creare nuovi progetti.

Una sezione della piattaforma si chiama, infatti, “prendi parte”, cioè vogliamo che le persone si sentano chiamate in causa direttamente, che possano capire e possano giocare un ruolo nel portare avanti gli obiettivi di questo decennio. Proponendo per esempio una nuova attività nell’ambito scolastico, un nuovo progetto di rigenerazione dell’ecosistema marino, un nuovo evento che possa mirare a coinvolgere le persone.

Ecco che in questo decennio, dobbiamo partire dai vuoti di conoscenza che esistono ancora, come la nostra poca conoscenza dell’ecosistema marino e dell’oceano: sappiamo che abbiamo mappato circa il 20% del fondale Marino e miriamo di farlo al 100% entro la fine del 2030.

Quindi da una parte, vogliamo riempire queste buchi di conoscenza, ma dall’altra fare in modo che questa conoscenza che esiste, perché mi piace sottolineare che l’Italia è tra i primi 10 paesi al mondo in termini di produzione scientifica.

Puntiamo anche molto affinché esista un programma globale di educazione all’oceano, che non vuol dire solo esclusivamente concentrarsi sull’educazione formale a scuola, ma anche fare un lavoro di educazione e di mobilitazione verso l’oceano e il mare nei confronti di tutti i portatori di interesse. Dobbiamo lavorare veramente per creare questa cultura del mare”.