Home > 9. Economia del Mare - Un Governo del Mare, Ambiente, Benessere, Cultura, Innovazione, Pesca, Ricerca, Sicurezza > Ministro Francesco Lollobrigida : Linee programmatiche del Ministero dalla Pesca Marittima e l’ Acquacoltura alle nuove strategie per l’Agricoltura e la sovranità alimentare  

Ministro Francesco Lollobrigida : Linee programmatiche del Ministero dalla Pesca Marittima e l’ Acquacoltura alle nuove strategie per l’Agricoltura e la sovranità alimentare  

Le linee programmatiche del ministro Lollobrigida alle commissioni congiunte di Camera e Senato

Del 12 Dicembre 2022

Il Ministero dell’ Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, rappresenta anche nel settore dell’Economia del Mare un’ Istituzione strategica sia per la pesca e acquacoltura , ma anche per tutto ciò che si integra con l’ alimentazione di qualità e del Made in Italy e con tutte le politiche del Mare della nostra nazione .

Molto chiaramente , da subito , Il Ministro Lollobrigida , nella sua presentazione delle linee programmatiche alle commissioni congiunte di Camera e Senato ha voluto evidenziare i principali asset, ne presentiamo un ‘estratto .

Premessa
Onorevoli Presidenti, [Onorevoli Colleghi], sono qui oggi per condividere con voi le strategie e gli obiettivi principali della politica agricola nazionale che, come Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, intendo sostenere e rilanciare, con forza, impegno e determinazione.

Il Governo Meloni ha voluto dare un segnale chiaro della propria volontà di riconsegnare al settore il ruolo da protagonista che gli spetta, anche con il cambio di denominazione del Dicastero che ho l’onore di guidare.

L’idea alla base di questa scelta è quella di traghettare il mondo agricolo in un sistema di valori e maggiori tutele, che trova nel concetto di sovranità alimentare l’affermazione del made in Italy agroalimentare, delle tradizioni, delle produzioni e dei nostri territori rurali, con una forte identità e un rinnovato protagonismo.

È fondamentale che i produttori italiani siano attori principali del percorso che vogliamo affrontare per un pieno sviluppo del settore agricolo.

Sono gli agricoltori, infatti, i custodi del nostro territorio e dell’immenso patrimonio agroalimentare e forestale del nostro Paese.

Il contesto
Sono loro, tuttavia, tra quelli che maggiormente hanno retto l’impatto dell’emergenza sanitaria, a subire le maggiori conseguenze della crisi energetica e del conflitto russo ucraino, insieme agli effetti legati ai cambiamenti climatici, che hanno portato i costi di produzione a livelli insostenibili.

Il caro energia e l’inflazione di questi ultimi mesi, che ad ottobre si assestava all’11,8%, oltre a pesare sulle famiglie italiane, sta portando ad assottigliare sempre di più i margini di redditività delle imprese, in particolare nel settore agroalimentare.

Questa emergenza in corso induce tutti noi a riconoscere che la produzione di cibi sani e di qualità insieme alla capacità di approvvigionamento delle materie prime agricole sono le priorità del Paese, che ci impongono precisi obiettivi strategici in termini quantitativi e qualitativi e di equità dei prezzi che non dovrebbero mai scendere al di sotto dei costi di produzione. Non si tratta solo di una questione economica, ne va della sicurezza del Paese. Gli approvvigionamenti di cibo sono fondamentali anche per garantire la pace sociale.

Permettetemi ora di entrare nel merito delle principali linee di intervento e degli strumenti che dovranno contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali che vi ho sin qui descritto.

La sovranità alimentare
Ho già avuto modo di illustrare alle Camere che il concetto di sovranità alimentare, non sia altro che il diritto di una nazione di scegliere e difendere il proprio sistema alimentare e decidere il proprio modello produttivo, in alternativa all’omologazione alimentare globale e al cibo sintetico.

Il Governo è fermamente contrario al cibo ‘artificiale’, e in questo senso si sono espressi sinora moltissimi Consigli regionali e comunali quasi sempre all’unanimità.

Il nostro è un modello di produzione che mette al centro i prodotti di qualità, la stagionalità, le filiere corte e la centralità dell’agricoltore e delle aree rurali in cui opera. Sono tutti fattori che garantiscono cibo sano, a un prezzo accessibile all’interno di un sistema produttivo in grado di assicurare costantemente un elevato livello di sostenibilità ambientale.

La sovranità alimentare garantisce da un lato il produttore ed il collegamento al rispetto alla capacità di produrre e dall’altro il consumatore finale con la garanzia di cibo disponibile per tutti e di qualità.

La dieta mediterranea e i suoi prodotti d’eccellenza vanno sempre difesi valorizzando la loro storia, le tradizioni e i valori culturali che trasmettono da secoli.

Per questo motivo, nell’ambito della legge di bilancio, abbiamo previsto specifiche risorse per l’istituzione di un Fondo dedicato alla sovranità alimentare.

La missione di questo dicastero è quella di rafforzare il sistema agricolo e agroalimentare nazionale, anche attraverso interventi finalizzati alla tutela e alla valorizzazione del cibo italiano di qualità, alla riduzione dei costi di produzione per le imprese agricole, al sostegno delle filiere agricole, alla gestione delle crisi di mercato garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari.

A tal proposito vorrei sottolineare l’impegno profuso dal Presidente Giorgia Meloni in ambito G20, contribuendo a facilitare il negoziato sul grano, che ha raccolto il sostegno di tutti i leader.

Per questo motivo, ho proposto di istituire, sempre con legge di bilancio, un ulteriore fondo destinato all’acquisito di beni alimentari di prima necessità dei soggetti economicamente fragili.

Tutela del made in Italy
L’omologazione alimentare, il cibo sintetico, sistemi di etichettatura fuorvianti, i numerosi tentativi di imitazione, se non addirittura di contraffazione, del cibo di qualità sono alcune delle minacce oggi più ricorrenti.

L’Italia deve rimanere presidio di eccellenza e di sostenibilità, difendendo, come già detto, con convinzione i principi della dieta mediterranea e mantenendo intatta la grande varietà qualitativa e produttiva che ci contraddistingue nel mondo.

Da questo punto di vista dobbiamo promuovere un vero cambio di mentalità a livello europeo: dobbiamo promuovere la consapevolezza dell’utilità di una produzione di qualità che rappresenta uno degli elementi culturali del nostro continente, oltre che garanzia di crescita economica nel rispetto della salute e della sostenibilità ambientale. La difesa dei prodotti europei di eccellenza vede ovviamente primeggiare la produzione italiana ed è oggi necessaria un’azione sinergica con le altre nazioni europee finalizzata a fare fronte comune rispetto a chi considera questo valore un fatto secondario.

È proprio per questo motivo, che l’Italia continua a contestare quei sistemi di etichettatura (primo tra tutti il Nutriscore) che mirano a condizionare il consumatore nelle sue scelte, piuttosto che garantirgli una ampia e trasparente informazione, che può essere garantita da altri strumenti che contribuiremo a promuovere.

La notizia pervenuta di recente circa l’aggiornamento da parte della Commissione UE di questo progetto, che tornerà ad essere esaminato non prima del 2024, deve essere colta con favore perché deriva dall’intensa attività svolta dal parlamento, dal mondo produttivo italiano e con fermezza dal Governo.

Vogliamo che i cittadini siano sempre nelle condizioni di effettuare scelte consapevoli, attraverso informazioni trasparenti in etichetta, complete anche di indicazioni chiare sull’origine delle materie prime degli alimenti.

Per questo motivo – nelle more dell’adozione del nuovo regolamento europeo in materia di etichettatura degli alimenti – intendiamo prorogare, oltre il 31 dicembre 2022, il regime sperimentale italiano che obbliga l’indicazione in etichetta della provenienza della materia prima per pasta, pomodoro, carni suine trasformate, latte e prodotti lattiero-caseari.

Anche nell’ambito della revisione dei regolamenti del sistema DOP e IGP intendiamo affermare in Europa una visione strategica che ha come capofila l’Italia.  

L’Italia è il Paese europeo che vanta il maggior numero di indicazioni geografiche (845 DOP, IGP e STG). Si tratta di cibi e vini essenziali in termini di valorizzazione delle risorse umane e della biodiversità dei territori che fa dei prodotti DOP e IGP del nostro Paese un unicum nel panorama comunitario e globale.

In base al Rapporto ISMEA-QUALIVITA 2022, nel 2021 il valore dei prodotti a Indicazione Geografica (DOP e IGP) alla produzione, per il comparto food, ammonta a poco meno di 8 miliardi di euro (+9,7% rispetto al 2020), mentre al consumo viene stimato in circa 16 miliardi di euro (+4,5%). Il valore delle esportazioni ha superato i 4,4 miliardi di euro (+12,5%).

Per quanto riguarda il Vino, il valore dei prodotti imbottigliati a DOP e IGP alla produzione ammonta a oltre 11 miliardi di euro (+21,2%), con un valore delle esportazioni si avvicina ai 6,3 miliardi di euro (+13%). Il valore totale dell’export di qualità ammonta quindi a circa 11 miliardi di euro.

Oggi è ancora più evidente la necessità di rafforzare il sistema delle tutele, sia sul mercato comunitario (prosek e aceto balsamico), sia sul mercato globale, tramite un potenziamento delle clausole di reciprocità per assicurare la difesa della qualità anche per i prodotti provenienti dall’estero.

Per questa via, potremo assicurare alle imprese del tessuto agroalimentare nazionale maggiori livelli di competitività e una più equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera produttiva, dall’agricoltore al consumatore finale, passando per la trasformazione industriale.

La promozione in Italia e all’estero delle eccellenze nazionali gioca un ruolo fondamentale ed è cruciale potenziare queste misure per continuare a garantire i successi dell’export italiano.

Per questo motivo il MASAF, poche settimane fa a Bruxelles, si è battuto per scongiurare la proposta della Commissione Ue inerente al programma di promozione orizzontale 2023, che puntava a tagliare le risorse per prodotti come le carni, i salumi e il vino, considerati potenzialmente dannosi per la salute.

Questa è la logica di una azione condivisa e comune che deve puntare al rafforzamento del sistema-Italia, con il coordinamento di tutte le forze in gioco.

A tal proposito, intendo intensificare il lavoro con il Ministero delle imprese e del Made in Italy, attraverso un tavolo permanente di confronto sulle specifiche esigenze del settore agroalimentare italiano.

Dobbiamo inoltre rafforzare le attività di ricerca e sperimentazione sul tema della qualità del cibo e del cibo “artificiale”. A tal proposito, ritengo degna di nota l’iniziativa del CREA di realizzare un laboratorio dedicato alla “genomica, metabolica nutrizionale e degli alimenti”.

Come ho già avuto modo di rappresentare in altre sedi istituzionali, il Governo è fermamente contrario al cibo artificiale, sintetizzato in laboratorio. Come Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste è mia ferma intenzione quella di contrastare in ogni sede questo tipo di produzioni, che rischia di spezzare il legame millenario tra agricoltura e cibo. Il nostro Paese sarà in prima linea per difendere il cibo naturale, che è uno dei punti di forza del Made in Italy. Confermo quindi il mio personale impegno nel ribadire in ogni sede questa posizione.

Infine, annuncio di aver firmato un apposito Decreto per costituire i ‘Distretti del biologico’, una grande opportunità da cogliere in piena sinergia con i territori, le Regioni, il mondo agricolo e agroalimentare.

………………………….

…………………………..

La Pesca marittima e l’acquacoltura
Come ricordato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, grazie alla “favorevole posizione dell’Italia nel Mediterraneo e alle opportunità legate all’economia del mare, il settore può e deve diventare un asset strategico per l’Italia intera e in particolare per lo sviluppo del Meridione”.

La pesca è attività di particolare rilievo nazionale sotto il duplice profilo del legame col territorio e col tessuto economico e sociale e, sul piano politico, attività di proiezione sul mare e di collegamento diretto con le altre realtà economiche e di governo del Mediterraneo.

Poiché le risorse ittiche sono comuni a più Stati, la pesca ha una governance multilivello, con una forte componente internazionale.

A fronte di questa governance complessa, è fondamentale sostenere e rafforzare gli strumenti a disposizione dell’Italia per promuovere il proprio interesse nazionale. Fra questi la partecipazione in sede UE e in sede Nazioni unite. La posizione centrale dell’Italia nel bacino del Mediterraneo va infatti valorizzata, promuovendo il suo ruolo di guida e interlocutore privilegiato degli altri Paesi rivieraschi, siano essi membri UE o Stati terzi.

Nell’ambito di attuazione della Politica comune della pesca (PCP), l’indirizzo italiano è quello di sostenere le iniziative europee in maniera critica e propositiva, sempre con l’attenzione rivolta all’interesse del settore e a tutte le persone che operano nella comunità ittica nazionale. Ciò non solo in termini di sostenibilità ecologica, ciò non solo in termini di sostenibilità economica, ma anche sociale per imprese e lavoratori, oltre che di tutela dei consumatori.

Il consumatore è infatti sempre più interessato al prodotto italiano, per caratteristiche mediamente superiori e lavorazione dei processi sicura e largamente sostenibile, aspetti che possono costituire il volano per riconquistare spazi di mercato oggi occupati dalle importazioni da Stati terzi.

In quest’ottica devono essere utilizzate al meglio le risorse finanziarie del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEAMPA), che vede impegnati assieme le Regioni e il MASAF. Centrali sono anche le risorse destinate al PNRR e soprattutto – per la pesca – le risorse del Piano ad esso complementare. Attraverso questi stanziamenti promuoviamo per la prima volta i contratti e l’integrazione per le filiere ittiche: uno strumento essenziale per far sì che tutti gli operatori possano beneficiare in maniera efficiente ed efficace delle catene del valore.

Sappiamo che il settore è stato pesantemente colpito dagli eventi imprevisti degli ultimi anni: prima la pandemia, e poi l’aggressione russa all’Ucraina. Questi avvenimenti hanno creato una forte pressione negativa. Non da ultimo con il grave incremento dei costi di produzione. Su questo punto interverremo, come stiamo già facendo con azioni concrete contro il caro gasolio. Abbiamo inoltre condiviso con la Commissione europea anche l’attivazione di una misura che ci permetterà di ristorare, almeno in parte, gli effetti negativi della crisi sui costi di produzione delle imprese di pesca e di acquacoltura.

Linee programmatiche del Ministro Lollobrigida alle commissioni congiunte di Camera e Senato