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Port&ShipppingTech: supply chain e all’integrazione tra logistica, manifattura e infrastrutture di terra

Spazio anche ai temi dei retroporti e della digitalizzazione nella gestione dei processi.

Del 12 Ottobre 2023

Nell’ambito della sessione di PST dedicata alle supply chain e all’integrazione tra logistica, manifattura e infrastrutture di terra, spazio anche ai temi dei retroporti e della digitalizzazione nella gestione dei processi. Andrea Giachero, presidente di Spediporto, nel descrivere le ZLS come un’opportunità per contrastare gli effetti di stagnazione, ha raccontato del progetto della Green Logistic Valley della Valpolcevera, un’area colpita dalla tragedia del Ponte Morandi e che tornerà a rifiorire grazie a un distretto retroportuale che comprenderà una zona doganale interclusa, funzionale anche alla riqualificazione dell’aeroporto, e una vasta area verde, con agricoltura hi-tech, oltre a spazi produttivi: “Dobbiamo ragionare sul rendere gli spazi portuali delle zone produttive d’eccellenza, attirando anche società ad alta tecnologia che possano contribuire anche  all’efficienza del porto” ha spiegato Giachero. Domenico de Crescenzo, presidente di ACCSEA ha spiegato luci e ombre del processo di digitalizzazione dei processi doganali, mettendo in guardia dalle contraddizioni e dal rischio di procedere a diverse velocità. Paolo Calamandrei di Fedespedi sottolineato l’estrema frammentazione del settore. “Il 95% delle aziende fa meno di 5 milioni di euro di fatturato annuo e l’Italia è al 19° posto nel Logistic performance index, molto indietro rispetto alle altre economie avanzate – ha spiegato Calamandrei, auspicando interventi che favoriscano l’aggregazione – qualsiasi transizione digitale non può prescindere da incentivi che favoriscano il consolidamento del settore verso forme di aggregazione, alleanze, fusioni, associazioni di imprese. Il nostro gap digitale ci costa 36 miliardi all’anno, ci sono state tante esperienze eccellenti, ma nel complesso non si è creato un ecosistema davvero efficace a livello nazionale”. Nello specifico dei retroporti di Genova e della Liguria, il segretario generale di Alsea Andrea Cappa ha analizzato i mercati di riferimento ed espresso scetticismo: “I mercati di riferimento dei porti liguri sono la Lombardia (quasi il 50%) e in generale il Nord-Italia e la Toscana. Quindi parliamo in larga parte di un mercato domestico, in un raggio piuttosto limitato – ha spiegato Cappa – da questo punto di vista, questi mercati sono il nostro retroporto: io resto perplesso quando si parla di retroporti così vicini al porto, che spezzano così presto un tragitto di per sé già così breve”.