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PORTUALITA’ TURISTICA: 5 spunti per far crescere il settore di Luciano Serra

Del 4 Agosto 2016

PORTUALITA’ TURISTICA:

5 SPUNTI PER FAR CRESCERE IL SETTORE

 

  1. SEMPLIFICAZIONE DEI PROCEDIMENTI BUROCRATICI

In Italia la burocrazia blocca anche la politica.

Basta fare l’esempio più recente dei marina resort.

Dopo l’approvazione in Conferenza Stato-Regioni, il Ministro Delrio ha firmato il nuovo decreto attuativo per riportare l’iva al 10% per gli ormeggi a breve (inferiori all’annualità). Ad oggi siamo ancora in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. E’ possibile parlare di turismo quando si applica l’iva al 10% a partire da agosto? Nonostante la vicinanza del Ministro alle problematiche della nautica, ancora aspettiamo di poter essere operativi.

 

  1. UN’UNICA LEGGE

Noi vorremmo vivere serenamente con un’unica legge nazionale, condivisa anche nella Conferenza Stato-Regioni, che disciplinasse quei 4/5 punti che garantiscono la sopravvivenza dei porti turistici.

Pensiamo ad esempio al fatto che oggi anche i piccoli interventi, come lo spostamento delle colonnine, vengono trattati come se fossero operazioni urbanistiche enormi.

Oppure che in ogni Regione italiana le concessioni sono trattate diversamente.

 

  1. CONCESSIONI DEMANIALI

Il Governo dovrebbe emanare leggi con pochi articoli chiari che disciplinino le concessioni demaniali con lo spirito che gli investimenti devono essere ammortizzati.

I porti turistici non sono stabilimenti balneari, è importante da sottolineare.

Lo Stato deve anche risolvere il contenzioso relativo alle modifiche retroattive applicate alle concessioni-contratto che regolano la portualità turistica.

Siamo in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci su un ricorso presentato da un nostro associato in merito alla contestazione di aumento dei canoni.

Prima che si verifichi un danno agli operatori e allo Stato sarebbe opportuno incontrarsi per arrivare a una soluzione condivisa.

Una sentenza contraria all’istanza degli operatori sancirebbe la morte dei porti turistici, che dovrebbero tirare fuori sostanziose somme non previste nel piano finanziario sottoscritto con lo Stato all’avvio delle concessioni.

In caso di sentenza favorevole invece sarà lo Stato a dover tirare fuori tanti milioni. In ogni caso ci sarà un danno per entrambe le parti.

La chiusura di un porto turistico implica infatti disoccupazione, diminuzione di investimenti e di entrate prodotte dalla presenza turistica.

Spero che la situazione finanziaria nazionale non influenzi il nostro futuro.

 

  1. RETE TRA I PORTI

Dobbiamo mettere in rete i porti turistici italiani.

Noi lo abbiamo fatto, grazie a una nuova piattaforma, in cui abbiamo coinvolto tutte le realtà portuali italiane, associate e non, per promuovere le località turistiche. Abbiamo sostenuto un investimento importante, di cui le strutture possono usufruire gratuitamente.

Lavorare per tutti è lo spirito nuovo che anima Assonat.

Lo stesso vale anche per un recente progetto di formazione, con il quale abbiamo organizzato corsi in tutta Italia per tutti i porti turistici, iscritti e non, che hanno aderito e che gratuitamente hanno potuto usufruire di un servizio di alto profilo.

 

 

  1. SINERGIA TRA LE ASSOCIAZIONI

Dobbiamo fare una sinergia vera e concreta tra tutte le associazioni di categoria.

Siamo in una situazione che non porta a nulla.

Con questo spirito abbiamo sottoscritto un accordo con UCINA per unire le forze e affrontare con più efficacia i problemi della nautica. Abbiamo avviato il lavoro per un cluster della nautica e della portualità.

Dobbiamo fare squadra e non guerra tra di noi in un settore dove avere l’unità farebbe la differenza.

 

Luciano Serra

Presidente Assonat

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