Home > Iniziative sociali, Interviste > Quando il surf si fa cura. Davide Colla, istruttore e autore di “Una cosa possibile”: “L’acqua è un elemento prezioso che si unisce alla condivisione di un’esperienza e alla sensazione di poterla fare”

Quando il surf si fa cura. Davide Colla, istruttore e autore di “Una cosa possibile”: “L’acqua è un elemento prezioso che si unisce alla condivisione di un’esperienza e alla sensazione di poterla fare”

A 40 anni ha cambiato vita, è diventato istruttore di surf per persone con disabilità e ha scritto due libri che al centro mettono l'inclusione e l'ambiente

Del 22 Maggio 2024
davide colla surf latina

Cura. È questa la parola che rappresenta meglio Davide Colla. E poi attenzione, diversità, inclusione, mare, equilibrio, ricerca, armonia. Ingredienti fondamentali per un lavoro, il suo, che più di un lavoro è un modo di essere e di approcciarsi alla vita e alle persone. Qualsiasi persona. Di qualsiasi età.

Istruttore di surf dal 2022, da alcuni anni ha deciso di dedicarsi all’insegnamento di questo sport alle persone con disabilità. Con l’obiettivo di condividere i benefici terapeutici del surf e il desiderio di entrare in relazione con il mare, ognuno con la propria capacità.

Per chi non lo conosce, Davide è di Pavia, ma da quando ha 11 mesi vive a Latina. La città nella quale ha scoperto che il mare è la sua risorsa. Ha fatto altro nella vita prima del 2020. Molti lavori differenti, è stato anche in un ufficio ad occuparsi di fibra, o nella terra come lavoratore stagionale, ma c’è sempre stato qualcosa che nella vita lo ha spinto altrove finché nel 2018 qualcosa è cambiato dentro di lui. Si è rotto o si è aggiustato e pian piano ha trovato la sua strada.

“Sono nato a Pavia e quando avevo 11 mesi i miei si sono trasferiti a Latina e la prima casa che hanno preso era proprio qui, di fronte al mare. Cosa per la quale li ringrazierò sempre. Il lavoro con i bambini comincia nel 2008 con i campi estivi, i laboratori didattici, le visite al Parco del Circeo dove in quell’anno ho fatto un Corso di interpretazione ambientale. L’ambiente, la natura, la terra sono sempre stati elementi fondamentali per me, insieme al mare. Motivo per il quale nel libro che ho pubblicato nel 2021, “Una cosa possibile” i due elementi sono presenti”.

Come è arrivato il desiderio di insegnare surf alle persone con disabilità?

“Durante il Covid sento un’intervista di Andrea Alari di Surforall. Lui era stato a Fuertevntura e raccontava di questa esperienza. Così lo contatto e decidiamo di sentirci. Andrea è una persona solare e disponibile e mi mette in contatto con la Fuerte Tribu, la scuola di Fuerteventura, dove vado con un progetto europeo per giovani imprenditori – giovani nel senso di principianti – che fa incontrare imprenditori più esperti. È il 2020 e lì ho il primo approccio del surf con le persone con disabilità. Il primo corso per i volontari è come utente, dal successivo ho la possibilità anche di fare l’aiutante di Rafa, l’istruttore che seguiva i corsi”.

Prima di questa esperienza eri già istruttore?

“Ero un appassionato. Diciamo che il surf ha rappresentato un passaggio importante per me quando ho compiuto 40 anni. Non so se per l’arrivo di una data così importante o se è stata una coincidenza. In quell’anno ho iniziato a praticare Dragonboat a Sabaudia , uno sport molto bello che si fa su delle canoe da 10 o 20 persone. Con loro ho partecipato anche a delle competizioni nazionali. Sicuramente i miei compagni erano molto più fisicati di me, ma partecipare alle gare, poter fare palestra sul lago in un ambiente naturale mi ha insegnato la costanza e la disciplina nello sport che poi ho portato anche nella mia vita. Una disciplina che ho rafforzato nel periodo del Covid facendomi comprendere sempre più quanto questo rafforzi la mente. Dopo quella esperienza che, inevitabilmente, con la pandemia si è interrotta, ho continuato a sentire il richiamo di Sabaudia e allora ho cominciato a fare piccole gare di trail running con l’Atletica Sabaudia. E poi è arrivato un miglioramento significativo nel surf, allenandomi in modo metodico”.

davide colla surf latina

Quindi la tua è una storia di cambio vita?

“Devo dire di sì. Lo sport, il surf mi hanno dato una grande tranquillità. Avevo un’irrequietezza migratoria, ma ho compreso che se non hai chiaro lo scopo dell’andare i viaggi diventano solo fughe. Adesso anche il fatto di abitare davanti al mare qui a Latina mi ha donato una certa stabilità. Sicuramente mi sento ancora in ricerca, ma ora so dove spendere le carte, mi conosco meglio. Prima andavo per tentativi. Ora ho compreso ciò che non voglio fare, ho potenziato le cose che servono per il surf, equilibrio, flessibilità, coordinazione, diventando anche più capace di ascoltare quella voce interiore che spesso ci parla ma non siamo in grado di sentire, cosa che ci rende irrequieti. In quest’ultimo periodo, per esempio, sto seguendo degli allenamenti di U Natural Method e mi piace talmente tanto che vorrei diventare anche istruttore di primo livello di questo metodo, che unisce tante cose che mi riguardano”.

davide colla surf latina

Un tuffo nel mare” è stato il primo libro: come è nato?

“Quando ho seguito il Corso di interpretazione ambientale al Circeo, come attività conclusiva del gruppo dovevamo creare una esperienza da far vivere ai bambini nel parco. E questa esperienza doveva prevedere un test finale da presentare ai bambini in maniera ludica. In quel periodo mi era venuta una passione per le filastrocche e per l’occasione ne avevo scritto una legata alla foresta. Un video della Surfrider Foundation mi ha ispirato la storia di Sole che la notte, quando va a dormire, si tuffa nel mare e va a trovare i suoi amici animali, con i quali parla, per poi riemergere il mattino dopo. È stato sulla spinta di un amico che ho deciso di pubblicare questo testo dopo molti anni dalla sua stesura, un testo che è stato tradotto in spagnolo ed inglese e impreziosito dalle illustrazioni di Gianmario Stuppello e Cristina De Martino, tutti giovani autori esordienti. Grazie a questo libro ho conosciuto le ragazze della libreria di Latina “A testa in giù” e grazie a questo libro è anche nato un progetto di educazione ambientale interrotto dal Covid”.

davide colla surf latina una cosa possibile

Ma proprio durante la pandemia è nato “Una cosa possibile”, il secondo testo.

“Dopo Fuerteventura, a settembre 2020, Andrea mi domanda “ma perché non facciamo un libro sul surf, disabilità e inclusione?”. Così abbiamo cominciato, coinvolgendo Marco Rizzi, che è anche illustratore e che in quel periodo stava lavorando ai Castelli Romani a Genzano con un mio amico alla potatura degli ulivi. Io, nel frattempo, stavo vivendo a Nemi, sempre ai Castelli, per un progetto di scuola e natura. Un incrocio di destini che ci porta a vederci ed elaborare la storia, decidendo prima di tutto che animali scegliere per rappresentare le varie disabilità: la talpa per rappresentare un cieco, ma con l’aiuto di una moschina che spiega alla talpa tutto ciò che ha di fronte, il fenicottero per rappresentare una disabilità motoria, il canguro per l’iperattività e loris – che è il nome di un animale – per rappresentare la tristezza in generale. Come spirito guida abbiamo scelto una scimmia femmina. È stato un lavoro di gruppo molto bello che ha portato alla pubblicazione a luglio 2021. E poi a progetti nelle scuole e a incontri, come quello che c’è stato a Lievito nel mese di aprile a Palazzo M”.

davide colla surf latina

Proprio quell’estate cominci a collaborare con una scuola di surf, la Riderline Surf and Skate School di Latina.

“Ancora non ero istruttore. Poi, a marzo 2022, ho fatto il corso di istruttore di primo livello con la Federazione italiana e ho anche seguito il corso di Adaptive surfing, per il surf adattato alle persone con disabilità. Si tratta di corsi che riguardano per lo più disabilità motorie e sensoriali e ti insegnano ad accompagnare una persona in acqua o che per chi ha delle disabilità motorie ci sono delle tavole adattate sulle quali la persona può surfare sdraiata. Si impara anche come accompagnare una persona con la JOB che – in pochi lo sanno – è un acronimo di una espressione napoletana Jamm ò Bagno”.

davide colla surf latina

I corsi li tieni tutto l’anno e si svolgono presso lo stabilimento balneare Tirreno a Latina: d’estate da giugno fino all’inizio della scuola fai un Surf Campus (per i ragazzi dai 7 ai 13 anni), ma poi prosegui anche il resto dell’anno.

“Il mare è sempre bello. Sicuramente durante le altre stagioni ci sono più onde adatte al surf, ma a prescindere da questo, è importante per chiunque conoscere il mare in ogni suo aspetto, colore, odore. Durante l’estate i corsi sono principalmente dal lunedì al venerdì. Salteremo solo un paio di settimane nel periodo di Ferragosto”.

L’età delle persone che partecipano ai tuoi corsi?

“Il più piccolo ha cinque anni e il più grande 60 anni circa. Per ora i corsi sono divisi, per una questione di praticità, in base alle esigenze di ognuno”.

davide colla surf latina

Come reagiscono i genitori?

“A volte sono molto preoccupati. Ma è bello vedere come la preoccupazione poi, vedendo i figli in acqua, si trasforma in esplosione di gioia! L’acqua è un percorso terapeutico: non importa fino a dove si arriva, cosa si riuscirà a fare, importa il benessere che provoca. L’acqua è un elemento prezioso che si unisce alla condivisione di una esperienza e alla sensazione di poterlo fare, all’assenza di un limite che spesso poniamo noi nella nostra testa o ci pongono. La sedia a rotelle non la si dovrebbe guardare come un limite, ma come la possibilità di fare delle cose”.

davide colla surf latina

Paura ne hai mai avuta?

“Non paure, ma cura e attenzione e anche umiltà. Spesso capita che c’è il bravo surfista che ti dice: “Ma che ci vuole? Li metti sulla tavola e li spingi in mare”. Ma non si può. Non puoi solo metterli sulla tavola perché magari ti giochi la persona perché si spaventa. A volte possono servire anche due o tre incontri solo per entrare in acqua. Con l’autismo, per esempio, è ulteriormente diverso, perché ogni volta è una grande sfida: ogni forma è diversa, ogni persona è diversa e pian piano capisci come interagire, come fare senza turbare chi hai di fronte, come usare la voce, come usare il corpo”.

Angela Iantosca