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Quella casina rossa di fronte al mare: Giulio Scarpati tra i volti de “La Memoria delle Emozioni”

Il documentario che dà voce e corpo alle storie di chi vive sulla propria pelle l'Alzheimer, prodotto da Libero Produzioni in collaborazione con Rai Documentari, dall'8 novembre in tour in italia

Del 30 Ottobre 2023

di Angela Iantosca

Il tempo è quella sabbia che scorre dentro la clessidra. È il ticchettio su un orologio appeso in cucina. È la memoria che dà un ordine a ciò che è stato. A quella sabbia. A quel ticchettio.

O forse il tempo è la sua assenza. È un foglio sul quale si cancellano le figure. È il vuoto. La mancanza di punti di riferimento logici, di un orientamento nello spazio. Di un senso che è quello che noi abbiamo creato come esseri senzienti per non perderci.

Un’assenza nella quale ciò che resta è l’umanità, l’amore che davvero diventa quell’“amor c’ha nullo amato amar perdona”.

E allora la memoria diventa “La Memoria delle Emozioni”, come racconta il documentario omonimo prodotto da Libero Produzioni in collaborazione con Rai Documentari, presentato in anteprima alla 80^ Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e trasmesso su RaiTre il 21 settembre, Giornata mondiale dell’Alzheimer.

Un documentario che dall’8 novembre comincia il suo tour in giro per l’Italia, come ha spiegato il Direttore di Rai Documentari Fabrizio Zappi durante la conferenza organizzata il 29 ottobre presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma.

“Il documentario vivrà una seconda vita attraverso proiezioni nei teatri. Da un lato, quindi, si dimostra la bontà del nostro operato e delle nostre scelte editoriali e dall’altro il tour è un modo per sensibilizzare il pubblico rispetto alle tematiche trattate. Io ormai mi sento ambasciatore del linguaggio documentaristico e stiamo facendo un lavoro in questo senso, di richiamare l’attenzione del pubblico verso lo stile narrativo del documentario capace di coniugare l’intento di approfondire un determinato tema in maniera scientifica e accurata, ma anche emozionando”.

E sono proprio l’emozione e la verità i due ingredienti principali di questo racconto lento, silenzioso, fatto di dignità e amore, di ribaltamento delle certezze, di stravolgimento delle famiglie e di una serenità che è possibile riacquistare grazie ad un luogo, il Paese Ritrovato, che da alcuni anni è una realtà positiva per chi si trova ad affrontare il dramma di una malattia così violenta. Per chi la subisce e per i familiari costretti ad assistere alla scomparsa degli amati che, inesorabilmente, camminano verso l’oblio.

Lo dice anche il Coordinatore dei Servizi Educativi della Cooperativa Sociale La Meridiana Marco Fumagalli “la serenità è una cosa vera” e lo sostengono i parenti di chi vive in questo luogo in cui la parrucchiera, il barista sono prima di tutto assistenti sociali, esperti capaci di intercettare emozioni, di osservare, affiancare e sostenere. Perché il Paese Ritrovato, nato pochi anni fa a Monza grazie a La Meridiana, che da oltre 40 anni cura ed assiste persone anziane, è un piccolo borgo nel quale le persone, in tutta sicurezza, vivono in appartamenti protetti, ma possono muoversi in modo autonomo nella piazza, al caffè, nei negozi ed al cinema, così da condurre una vita normale, compatibilmente con la malattia, sentirsi a casa e ricevere nello stesso tempo le necessarie attenzioni. Un luogo dove le persone con demenza sono libere di scegliere cosa fare del proprio tempo e ritrovano una dimensione di socialità che restituisce valore alla loro vita.

“Finché il futuro ha una mamma così serena va bene”, dice il figlio di una ospite a cui fanno eco le parole di quella figlia che nel 2016 si è trovata di fronte ad una diagnosi che l’ha costretta a lasciare il lavoro per accudire una mamma che non era più lei. Ma che qui ha ritrovato un equilibrio, una gioia che sembrava persa per sempre. Un luogo protetto in cui provare a ricostruire una nuova realtà nella quale il passato sbiadisce gradualmente, in cui i conflitti, i dolori, le sofferenze non hanno più un senso, in cui esiste solo il presente, anche nella preghiera.

Voce narrante e filo rosso del documentario Francesca Fialdini: “Fare parte di un progetto che guarda da vicino una delle fragilità che ci spaventano di più – come la perdita di memoria – mi ha messo di fronte alla potenza delle emozioni. Ascoltarle e lasciare vibrare dentro di noi, sentirne le vibrazioni e saperle riconoscere, ci aiuta a conoscere meglio il mondo, gli altri esseri umani e noi stessi facendo tesoro di attimi che altrimenti rischiamo di perdere per sempre. Qui ho potuto conoscere persone che, oltre ad essere altamente qualificate nella formazione medica, sanno mettere delicatezza e ascolto al centro dei trattamenti. Chi perde la memoria si sente smarrito e sempre più solo, avere chi si prende cura di te dà un senso al pezzo di cammino che resta da fare, anche se non ne riconoscerai più il volto”.

Tra i protagonisti del documentario l’attore Giulio Scarpati che ha vissuto sulla propria pelle questa malattia, come ha raccontato nel libro “Ti ricordi la Casa Rossa? Lettera a mia madre” (Mondadori, 2014) e che era presente alla conferenza stampa organizzata a Roma, all’Auditorium Parco della Musica per il lancio del tour.

“La prima cosa di cui sono orgoglioso è non solo di essere dentro un’opera di questo tipo, ma che la Rai abbia avuto il coraggio di trasmetterlo in prima serata lo scorso 21 settembre. Da un punto di vista affettivo, avendo avuto mia madre malata di Alzheimer, volevo dare la mia testimonianza. Ma prima di conoscere loro, ero riuscito ad andare al Paese Ritrovato e a vedere come lavoravamo con gli ospiti e i parenti. E, vedendo, ho capito che le premesse c’erano tutte. Quando ho visto il documentario finito ho visto che era coinvolgente. Quando l’ho visto a Venezia, in anteprima, mi sono emozionato più volte. La più forte emozione l’ho provata quando si vede la ragazza che piange mentre parla della forza dei malati di Alzheimer ad affrontare la malattia. Un’emozione non dettata dal fatto che ci sono passato…”.

Perché l’intento del docu è proprio questo “sensibilizzare le persone e le istituzioni sul tema dell’Alzheimer, ma allo stesso tempo far riflettere su situazioni che riguardano un po’ tutti come le relazioni genitori e figli, il desiderio di esprimere se stessi, i ricordi del passato, la vita in comunità”, spiega l’autore Andrea Frassoni, parte di quel team “che ha portato avanti con impegno e dedizione il lavoro”, come spiega il regista Marco Falorni, per realizzare il quale è “stata fondamentale la partecipazione sentita di Rai Documentari e La Meridiana, che hanno da sempre creduto in questo progetto, delle famiglie che ci hanno permesso di far conoscere la loro storia anche per aiutare altre persone che devono affrontare le stesse situazioni e dei talent Fialdini, Scarpati, Dalla Palma e Ruggeri (autore della musica – ndr) che con la loro sensibilità e ciascuno con il proprio talento hanno certamente impreziosito questo documentario”, conclude Falorni.

Nel documentario, infatti, mentre Dalla Palma parla del nuovo rapporto che ha dovuto instaurare con una mamma diventata bambina, l’attore giulio Scarpati legge alcuni passi del suo libro, trasmettendo il dolore di quell’addio impossibile da pronunciare ad una madre ancora in vita eppure assente.

Un libro nel quale si parla di quella casina rossa nel Cilento, il luogo in cui Giulio, da piccolo, con la sua famiglia trascorreva le estati e in cui la mamma da bambina faceva lo stesso con i suoi genitori. Un luogo di fronte al mare. Che rapporto aveva sua madre con il mare?

“Mia madre è napoletana quindi il mare ce lo aveva di fronte. Noi, quando eravamo bambini, andavamo in questa casa rossa e quindi il mare lo vivevamo dalla fine della scuola fino ad ottobre. È quello il mare in cui ho imparato a nuotare. Ricordo che in quel mare ho anche imparato a pescare: prendevo i pesciolini per i gatti. Per me e la mia famiglia ha sempre avuto un ruolo fondamentale. E così anche per mia mamma. Quella casa era quella in cui andava da ragazzina, era la casa delle vacanze. Purtroppo, con la malattia, il mare non non lo ha potuto più vivere da vicino. C’erano troppi gradini da fare. Così un anno siamo anche rimasti a Roma: lei non poteva più muoversi, era debilitata, era a letto. E la casa era troppo arroccata per poterci permettere di partire di corsa in caso di necessità”.

E per lei cosa è oggi il mare?

“Il mare è un elemento dinamico, forte: soltanto sentire i cavalloni la notte mentre dormivamo in quella casa dava grande energia. Da una parte ti culla e da una parte ti tormenta. Credo che sia una perfetta metafora della vita”.

Nella quale, ciò che resta, in fondo, è solo l’amore.

Le tappe del tour

8 novembre 2023 – Teatro Manzoni – sarà presente Diego Dalla Palma

9 novembre 2023, anteprima – Milano – in collaborazione con Fondazione Rovati

6 dicembre 2023 – Daste Bergamo – in collaborazione con Fondazione Europea di Ricerca Biomedica ONLUS – Centro di eccellenza Alzheimer Gazzaniga

Gennaio 2024 – Teatro Franco Parenti -Milano – In collaborazione con Fondazione Ravasi-Garzanti

Teatro Franco Parenti

Febbraio 2024 – Udine – in collaborazione con Associazione Alzheimer Udine

Marzo 2024 – Bari – in collaborazione con Alzheimer Bari

Marzo 2024 – Brescia – In collaborazione con Fondazione Brescia Solidale Onlus

Marzo 2024 – Abbiategrasso – in collaborazione con Fondazione Golgi-Cenci

Aprile 2024 – Treviso – in collaborazione con I.S.R.A.A.

Maggio 2024 – Bologna – in collaborazione con Giovani nel Tempo

Ottobre 2024 – Novara – in collaborazione con AMA Novara.