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Un’unica azione integrata di sviluppo del mare

Intervista a Vincenzo Poerio, Presidente del Distretto tecnologico per la nautica e la portualità toscano

Del 23 Maggio 2017

I numeri parlano chiaro e ci dicono che la Toscana, e in particolare Viareggio e la Versilia, sono leader nel mondo nella produzione dei mega yacht.

Da un anno la Regione ha istituito un Distretto tecnologico dedicato alla nautica e alla portualità che rappresenta oltre 200 imprese, tra cui gli otto più importanti cantieri al mondo.

Il nostro viaggio non poteva quindi che cominciare da qui, con l’intervista al suo presidente Vincenzo Poerio, AD di Benetti ed ex Presidente di Navigo, ruolo ricoperto oggi da Katia Balducci.

 

Nell’immaginario di molti la Toscana è il cuore della nautica italiana che conta. E’ così?

“L’Italia è il primo paese al mondo per produzione di mega yacht. Rappresentiamo il 40% della produzione mondiale sopra i 30 metri. La Toscana il 25%. Parliamo di 5.100 imbarcazioni nel mondo, che valgono dagli 8 milioni di euro in su.

Ogni anno vengono prodotte più di 300 grandi imbarcazioni, di queste la Toscana ne produce 80. E le previsioni confermano la crescita costante del settore.

Questo significa 10 miliardi di euro per l’economia nazionale tra produzione, subfornitura, servizi, commercio, charter, ecc.

La fortuna della Toscana è di essere il primo centro al mondo nella produzione.

La sfortuna è che ancora non siamo il primo centro al mondo nei servizi”.

 

In che modo il Distretto per la nautica e la portualità toscano che lei presiede opera per ridurre questo gap?

“Credo molto nell’importanza dei distretti per lo sviluppo dei territori. Ma sono convinto che questi debbano compiere un importante passaggio da distretto esclusivamente tecnologico a distretto strategico. È quanto noi stiamo facendo.

Ogni Paese e ogni sua regione dovrebbero avere un programma con progetti a medio e lungo termine, costruendo un percorso che aiuti a individuare dove indirizzare gli investimenti.

E il distretto dovrebbe essere il luogo di elaborazione di questo percorso.

Attraverso i distretti, è possibile entrare nelle regioni per farne emergere le peculiarità, mettendo a fattor comune problematiche simili e costruendo un unico progetto di sviluppo nazionale per l’Economia del Mare. Sicuramente il nascente Cluster Tecnologico Nazionale potrà dare in tal senso un enorme contributo”.

 

Quali sono i principali vantaggi per le imprese?

“Il Distretto tecnologico porta certamente vantaggi in termini di efficienza.

Il nostro principale punto di forza è il confronto con le imprese, attraverso il quale riusciamo a capire i problemi e a fare progetti chiari di sviluppo.

Evitando repliche, indirizzando la semplificazione, rendendo le cose più fluide e permettendo alle aziende uno sviluppo omogeneo.

Il Distretto per la nautica e la portualità toscano ha un soggetto gestore che opera per dare anche alle aziende piccole la possibilità di associarsi, con l’obiettivo di avere un luogo in cui condividere le idee e capire come svilupparle. Le imprese possono suggerire indirizzi ancora da esplorare o portare una propria idea da sviluppare con l’aiuto della rete.

Nel distretto abbiamo due comitati: uno di indirizzo rappresentato da Università, imprese ed associazioni e uno strategico-territoriale con i Comuni della costa toscana.

Siamo l’unico distretto dei dodici toscani ad accomunare tutti i territori per fare insieme strategie di sviluppo della costa.

Certamente dunque il distretto fa bene alle imprese. Con Navigo abbiamo attratto più di 10 milioni di euro per 150 progetti finanziati a fondo perduto. Ma non basta.

Dobbiamo trovare il modo per far crescere i servizi. E semplificare.

Dobbiamo guardare agli altri settori dell’Economia del Mare in un’unica azione integrata di sviluppo”.

 

Quindi dalla Nautica e dalla Portualità all’Economia del Mare?

“Assolutamente. Stiamo lavorando con la Regione affinché il nostro distretto diventi il Distretto del mare.

Non è possibile ragionare sulla nautica senza considerare la portualità, la logistica, il turismo, la pesca, l’ambiente, la formazione, la cultura, lo sport. Ed è proprio questo il modo per ridurre quel gap in termini di servizi che ancora oggi frena lo sviluppo internazionale della Toscana.

Solo integrando settori e competenze possiamo sviluppare i servizi. E solo migliorando i servizi possiamo creare ulteriori posti di lavoro e far crescere il territorio”.

 

Quali sono i principali progetti del Distretto?

“Abbiamo aperto un percorso che attraverso una nuova metodologia di confronto e l’organizzazione di eventi innovativi sia in grado di riportare la Toscana, e con lei l’Italia, al centro dell’attenzione internazionale.

Organizziamo YARE, nato per legare il mondo dei servizi con chi li usa e cioè i comandanti.

Partecipiamo al SEATEC di Carrara, l’unico salone in Italia a occuparsi di accessoristica in modo specifico.

Abbiamo lanciato il VERSILIA YACHTING RENDEZ VOUS, perché siamo i primi produttori al mondo di mega yacht e vogliamo parlare direttamente con i nostri clienti per far vedere loro le bellezze della Toscana e quello che sappiamo fare. Viareggio è un cantiere produttivo continuamente in funzione. Ed è incredibile vederlo lavorare.

Sosteniamo il MEETING ARGENTARIO, che deve essere il luogo in cui confrontarsi annualmente allo scopo di decidere le azioni comuni da portare avanti a medio e lungo termine, senza trionfalismi ma mettendo in evidenza le cose su cui lavorare.

E poi abbiamo costituito la FONDAZIONE ISYL, che ha l’obiettivo di formare personale operativo nel settore dello yachting. È un progetto importante che negli anni, mattone dopo mattone, può crescere. Abbiamo deciso di puntare sui giovani e il nostro obiettivo non è solo la formazione fine a se stessa ma l’avviamento al lavoro”.