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Claudio Mazza, FEE Italia: un mondo più sostenibile grazie all’educazione

L'intervista di Economia del Mare Magazine al presidente della Fondazione responsabile del programma Bandiere Blu

Del 30 Agosto 2023

Conosciamo principalmente FEE Italia per la sua attività legata all’assegnazione delle Bandiere Blu a Comuni e approdi.

Un marchio ormai sinonimo di qualità e attenzione ambientale, riconosciuto in tutto il mondo.

La Foundation for Environmental Education (FEE) è, infatti, una organizzazione internazionale senza scopo di lucro presente in 81 paesi dei cinque continenti. È riconosciuta dall’UNESCO come leader mondiale nel campo dell’educazione ambientale e dell’educazione allo sviluppo sostenibile.

In Italia opera dal 1987 attraverso la sua Fondazione, presieduta da Claudio Mazza, con il quale abbiamo voluto approfondire nel dettaglio gli obiettivi e i principali progetti in corso.

Presidente Mazza, partiamo dai vostri principali progetti nell’ambito dell’educazione sostenibile in Italia. Quali sono?

“L’educazione alla sostenibilità è alla base di tutta l’azione della Fondazione, che si sviluppa attraverso tutti i suoi Programmi internazionali: Bandiera Blu, Eco-Schools, Green Key, Young Reporter, Learning about Forests, e dal 2016 Spighe Verdi, rivolto allo sviluppo dei comuni rurali. Attraverso i nostri programmi innovativi e di successo a livello mondiale, offriamo la possibilità alle persone e alle istituzioni di intraprendere azioni significative e mirate per contribuire a creare un mondo più sostenibile.  

Anche in occasione del Transforming Education Summit del Segretario Generale delle Nazioni Unite, è stato riconfermato un ruolo centrale per la FEE, affidando alla Fondazione la guida, unitamente al Fondo Mondiale per l’Alimentazione, del Gruppo di lavoro sulle Scuole Verdi”.

Che ruolo ha l’educazione delle nuove generazioni alla tutela del mare e dell’oceano?

“La visione della FEE è un mondo sostenibile nel quale l’educazione crea un cambiamento positivo, un mondo di persone istruite e attente all’ambiente, proprio a partire dalle giovani generazioni. Non possiamo prescindere da due aspetti fondamentali: la cultura e l’amore del proprio territorio. L’educazione ambientale e l’educazione ai cambiamenti climatici passano per l’educazione formale, passano per la scuola. È lì che dobbiamo dare ai giovani sin da piccoli, consapevoli che saranno i futuri decisori, le competenze, le conoscenze, gli atteggiamenti e i valori perché possano vivere e lavorare in modo sostenibile.

La FEE con il programma Eco-Schools, il più grande programma di educazione ambientale svolto nelle scuole di 70 Paesi da oltre 20 milioni di studenti, dà una risposta.

Nelle scuole dei nostri comuni costieri, uno dei percorsi del programma è quello del mare e della costa, che deve partire dalla conoscenza del proprio territorio e dalla consapevolezza che questo e le comunità che ci vivono sono strettamente legati al proprio mare e alla sua sorte, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale”.

Che cosa possono fare le istituzioni pubbliche per favorire una crescita della cultura sostenibile, in particolare legata al mare, del nostro Paese?

“Il ruolo delle istituzioni nazionali e di quelle locali in particolare è centrale. Prima di essere un riconoscimento internazionale e un marchio riconosciuto a livello mondiale, per i comuni costieri, Bandiera Blu è un percorso, e intraprenderlo è una scelta di campo sui temi della sostenibilità da parte dell’amministrazione locale, che avvia una strada improntata al miglioramento continuo, che porta l’intera comunità a crescere, a cambiare in termini culturali e strutturali. Un grande lavoro di squadra, che a livello locale deve necessariamente coinvolgere tutti: cittadini, imprese, scuole.

Bandiera Blu non è solo qualità delle acque di balneazione, che certamente sono il primo paletto di accesso e che devono essere classificate Eccellenti negli ultimi quattro anni. I criteri del programma sono ben 32 e riguardano l’intera gestione del territorio, alla quale anche la qualità del nostro mare è strettamente correlata”.

FEE è un circuito internazionale, lei ha la possibilità di confrontarsi con altri 80 Paesi nel mondo. Sulla base della sua esperienza quali sono i punti di forza e di debolezza dell’Italia in tema di tutela e promozione della sostenibilità?

“La FEE nasce oltre 40 anni fa coinvolgendo dapprima i Paesi europei, proprio per incidere culturalmente e per un forte cambiamento in Europa. A seguito dei grandi risultati che i nostri programmi – in particolare Eco-Schools e Bandiera Blu – avevano ottenuto nel Vecchio Continente, la FEE ha sottoscritto un protocollo di partnership globale con le due Agenzie dell’Onu, del Turismo e dell’Ambiente, UNEP e UNWTO, portando i suoi programmi fuori dai confini europei. Oggi lavora sui 5 continenti, con la convinzione che sui temi della sostenibilità ogni Paese e ogni persona può fare la sua parte. Ogni giorno milioni di persone che sono all’interno dei nostri programmi fanno la differenza, ciascuno per il proprio ruolo, tutti vanno nella medesima direzione.

L’Italia vive probabilmente alcuni ritardi, ma negli ultimi anni è evidente una forte crescita di sensibilità e attenzione su questi temi. A fronte della crescita delle località che ottengono la certificazione Bandiera Blu, frutto di un grande lavoro che si è messo in atto e della qualità delle acque del nostro mare che va sempre più migliorando, non possiamo comunque non tenere presente che siamo ancora molto indietro sulla depurazione, né possiamo dimenticarci dei numerosi fiumi che rappresentano una criticità che può mettere fortemente a rischio la qualità del nostro mare.

Sullo scenario dei Paesi in cui la Fondazione è presente, certamente l’Italia non ha un ruolo secondario, tanto che quest’anno è ulteriormente cresciuta, “scalando” una posizione rispetto all’anno precedente, passando dal 5° al 4° posto per numero di territori che hanno ottenuto il riconoscimento Bandiera Blu. Con la nostra qualità e le nostre numerose eccellenze occupiamo un posto senz’altro di primo piano”.

Le BANDIERE BLU rappresentano ormai un punto di riferimento per i cittadini che ne riconoscono un sinonimo di qualità e sicurezza. Quali sono i dati più rilevanti del 2023, secondo lei?

“Le Bandiere Blu nel 2023 sono state assegnate a 458 spiagge in 226 comuni, che coprono l’intera Penisola, da nord a sud, dalle località rivierasche a quelle lacustri. Ma le località che hanno ottenuto il riconoscimento anche per il 2023 sono in realtà solamente la punta dell’iceberg. Sono molti di più infatti i comuni che hanno iniziato il percorso e che, con tempi e modalità differenti, potranno ottenere la certificazione. Intanto, il primo vero successo è senz’altro intraprendere il percorso.

A fronte di un forte e costante impegno della Fondazione nel sud del Paese, il trend delle località meridionali in questi ultimi anni, e anche per il 2023, continua a essere in crescita, sempre positivo. Io stesso ricordo sempre ai comuni Bandiera Blu che hanno una doppia responsabilità: per il proprio comune e per quelli limitrofi, che guardano a loro e ai loro miglioramenti per poter crescere. Non di rado spingiamo i comuni che hanno già ottenuto la certificazione a sostenere l’impegno dei comuni vicini, stimoliamo la collaborazione affinché comuni consolidati sul percorso possano “affiancare” nuove località nell’intraprendere questo cammino. Il successo è costante. Basti pensare che nel 1987 – primo anno – i Comuni Bandiera Blu in Italia sono 37, nel 1997 arrivano a 48, nel 2007 a 97, nel 2017 diventano 164, fino ad arrivare a oggi, con numeri soddisfacenti, ma che certamente devono continuare a crescere”.

Roberta Busatto, Direttrice Economia del Mare Magazine