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Musumeci: “Modello unico per ogni calamità: la ricostruzione entro 10 anni”

Il ministro è intervenuto al convegno organizzato da ActionAid Italia "Una normativa organica per le ricostruzioni in Italia: le ragioni, l’urgenza, le richieste"

Del 15 Giugno 2023

Il Ministro Musumeci è intervenuto ad apertura dell’incontro organizzato da ActionAid Italia a Roma “Una normativa organica per le ricostruzioni in Italia: le ragioni, l’urgenza, le richieste” moderato dal giornalista Luca Calzolari.

“Questa iniziativa sottolinea l’importanza del dialogo e del confronto tra noi e il territorio e le associazioni e gli enti. A questo proposito mi scuso, ma dopo l’intervento dovrò andare via perché si apre in mattinata il Tavolo permanente con l’Emilia Romagna.

Una cosa importante da dire è che la politica ha sempre bisogno di ascoltare. E l’ascolto è un arnese sempre più raro. Ma chi ha amministrato il territorio sa quanto è importante accogliere i suggerimenti e le proposte.

Sono passati 80 anni e sulla tutela del territorio non sono stati fatti passi avanti significativi. Stamane mi confrontavo con i miei collaboratori e verificavamo come la tutela del territorio sia affidata a 6/8 organismi pubblici/istituzionali. Il che significa che manca una strategia unitaria sulla tutela del territorio.

Noi non siamo un popolo propenso alla prevenzione. Lo abbiamo detto più volte.

Noi abbiamo provato ad elaborare dato sulle vittime: siamo ad oltre 5mila morti dal 1968 ad oggi. Cioè dalla tragedia che colpì la Sicilia nella valle del Belice in provincia di Trapani dove ancora la ricostruzione non è coMpletata.

Mancando una strategia unitaria sul territorio, manca nel fare della prevenzione e nel fare ricostruzione. Noi vogliamo sempre pensare alla prevenzione perché la ricostruzione arriva dopo il danno. E noi dovremmo evitare di arrivare al danno o al danno con effetti drastici. Anche se il rischio zero non esiste, ma sicuramente si possono attenutare gli effetti.

C’è l’idea in Italia – ed è uno studio affidato alla sociologia – che il consenso, uno degli obiettivi a cui guarda un uomo politico, si ottiene di più quando si ricostruisce che quando si previene, per l’impatto psicologico che esercita sulla gente. Se ricostruisci sulle macerie di una cosa distrutta porta un risultato, se costruisci a babbo morto senza impatto emotivo in quella zona è un’altra cosa.

Chi ci ha preceduti ha compreso che ricostruire è meglio che prevenire.

Io dico che la politica italiana ha ritenuto di fare questa scelta. Ancora oggi il codice dell’ambiente in alcuni punti essenziali rimane disatteso. Risale al 2006 ed ancora oggi non è stato realizzato in alcuni punti. Mancano gli strumenti di pianificazione e previsione. Che se ci sono impediscono l’intervento a pioggia. Se hai uno strumento di pianificazione sai già dove intervenire.

Se mi chiama un amico per chiedermi di fare qualcosa, non la posso realizzare perché non è prevista nello strumento come priorità. Alla luce di queste considerazioni che appartengono più alla morale che alla buona politica che arriva dopo, noi dobbiamo responsabilizzare gli obiettivi sia in sede preventiva che in sede di ricostruzione e questo è il lavoro al quale voi guardate e continuate a guardare.

Ho letto una parte del vostro documento che trovo molto interessante. E se voi siete la sintesi della base, abbiamo fatto un passo in avanti. Perché quando si elabora una legge è difficile sentire sempre la base. Ascoltiamo l’Anci e l’Upi che sono rappresentanti dei comuni e delle province. Poi ci sono le associazioni alle quali voi appartenete. Noi come Protezione Civile e Casa Italia stiamo lavorando attraverso un processo di ascolto degli enti rappresentativi. Non può non essere così.

il titolo quinto della Costituzione prevede che i presidenti di regione abbiamo competenze su alcune questioni. E parlo anche da ex presidente di regione, di una delle più complicate regioni italiane. Quindi riteniamo utile un confronto con le Regioni, dovremmo continuare a farlo e abbiamo elaborato un progetto per la ricostruzione.

Stiamo lavorando anche ad un progetto per la prevenzione, cominciamo dal dissesto idro-geologico e poi passiamo alla prevenzione sismica, anche se qui le cautele sono assai limitate, perché sappiamo che il terremoto ci sarà ma non sappiamo né dove né quando e di che intensità.

Il codice della ricostruzione deve prevedere un modello unico per tutta l’Italia. Non è possibile che dopo ogni calamità si debba fare una legge. La legge si fa una sola volta. Poi si adotta un provvedimento di nomina del soggetto cui viene affidata l’opera di ricostruzione. Dovrebbe essere un tecnico con competenze. Ma poi come tutti i DL sarà il parlamento a decidere se integrare, sopprimere o cambiare alcune parti della proposta. Si è preferito un Disegno Legge più che un Decreto Legge perché nelle due fasi ci sia una fase di transizione che serve all’associazionismo di intervenire per apportare necessarie modifiche sempre migliorative, perché il Parlamento è sovrano.

Un modello unico, snellire le responsabilità, snellire le procedure e le competenze e fissare i tempi certi perché si completi la ricostruzione entro un determinato periodo.

Abbiamo previsto come deve svilupparsi la fase di emergenza, quella successiva alla calamità e abbiamo previsto come aprire lo stato di ricostruzione.

Dal momento in cui la adotta il consiglio dei ministri e il parlamento dovrà votare c’è di mezzo l’intervento dei cittadini che possono proporre le modifiche.

Per esempio: alcune ricostruzioni in Italia durano 50 anni.

A volte 18 anni, in altre 4. in altre 12. L’Emilia Romagna la ricostruzione del terremoto non si è ancora conclusa. Noi abbiamo immaginato un tempo di 10 anni in media. Per completare tutte le ricostruzioni, compreso il terremoto. Se si impiega di meno, meglio ancora. Il modello è unico per ogni calamità

Ed è il Governo che vigila sul commissario straordinario che opera in una cabina di regia fatta da 4 persone che rappresentano regione, province, comuni colpiti

Poi c’è la differenza della ricostruzione per i privati e il pubblico.

Perché corrono più veloci le ricostruzioni private?

Perché lì c’è il consenso. c’è l’intervento finanziario. Quello che è pubblico difficilmente produce consenso.

Come vedete il filo rosso continua a condurre ciò che dicevo all’inizio.

Nella nostra proposta di legge le due ricostruzioni devono procedere di pari passo.

Un territorio in cui si ricostruisce una casa, ma mancano le infrastrutture è un territorio destinato all’abbandono.

Non abbiamo scoperto l’acqua calda, ma il fatto che dopo 80 anni non ci fosse…

Questo è il primo passo!

Su questo provvedimento si impone una revisione sul piano delle competenze. Anche un termine prima che l’ente pubblico possa dare il proprio parere.

In Abruzzo a volte per un bene vincolato dal punto di vista artistico e monumentale la sovrintendenza può richiedere anche un anno.

E’ prevista conferenza dei servizi all’interno della quale tutti gli enti preposti si devono esprimere. Se non lo fanno subentra il commissario”.