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Navigare il Mar Rosso: gli interventi nel programma Maredì condotto da Parenzo

Al centro del confronto la crisi vista dal punto di osservazione diretto di chi naviga nell’area assicurando i collegamenti marittimi di approvvigionamento di merci, materie prime ed energia

Del 2 Aprile 2024

“Abbiamo visto tutta la filiera navigante del mare a confronto e abbiamo capito che per affrontare una crisi come quella del Mar Rosso serve che si confrontino tutti gli operatori del mare, di fronte allo scenario del Medio Oriente in continuo cambiamento”: così il conduttore David Parenzo ha sintetizzato la nuova puntata di Maredì (programma ideato da Confitarma) dedicata al Mar Rosso e andata in onda il 26 marzo su Adnkronos.

Al centro del confronto la crisi vista dal punto di osservazione diretto di chi naviga nell’area assicurando i collegamenti marittimi di approvvigionamento di merci, materie prime ed energia, fondamentali per tutti noi. “Questa crisi” – ha sottolineato il Presidente di Confitarma Mario Zanetti -“dimostra ancora una volta la centralità del trasporto marittimo ed evidenzia come ciò che accade alle navi e alle rotte si riverbera direttamente sulle nostre vite di tutti i giorni“.

Dal canale di Suez per l’Italia passa un valore delle merci pari a circa 150 mld ogni anno. Per l’Italia il Canale di Suez rappresenta circa la metà dell’import e un terzo dell’export, parliamo di numeri importanti, ma soprattutto di una ricaduta sulla vita di tutti i giorni'”. Per le navi che passano intorno all’Africa ”abbiamo impatti importanti, che si riverberano sulla catena logistica” perché le miglia percorse aumentano “quasi del doppio” e, di conseguenza, si ha ”un impatto sui costi e sulle tempistiche”. Inoltre “rende marginale il Mediterraneo rispetto al nord Europa, quindi rendendolo più conveniente'”. Lo ha affermato il Presidente di ConfitarmaMario Zanetti, durante l’ultima puntata di Maredì.

Alla fine chi sta a bordo sono sempre dei lavoratori, che non hanno scelto la carriera marittima per diventare dei militari o dover affrontare situazion di guerra, ma che purtroppo oggi le devono vivere”. Lo ha affermato il Vicepresidente di ConfitarmaCesare d’Amico. 

”È doveroso ricordare che stiamo difendendo gli interessi nazionali e l’economia del Paese permettendo a tutti di continuare a beneficiare dei prodotti”, ha sottolineato d’Amico. ”Tengo a precisare che questa scorta è fatta per rendere il lavoro dei nostri marittimi assolutamente sicuro”. ”Oggi i nostri equipaggi hanno una formazione adeguata, anche a livello psicologico, in modo da sentirsi sufficientemente tranquilli, tutelati e difesi”.

L’Ammiraglio Luigi Giardino – Capo del 6° Reparto Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto ha evidenziato che sul Mar Rosso “attualmente l’attività di sicurezza è limitata alla navigazione, quindi non entriamo nel merito di quello che è il livello di sicurezza dei porti: il livello nel Mar Rosso è massimo MarSec 3. Su un’area abbastanza vasta che è determinata da un parallelo che passa all’altezza di Riad, a nord di Gedda, e ovviamente abbraccia tutto il Golfo. È ovvio che l’interlocuzione non avviene esclusivamente a livello nazionale, ma la condividiamo a livello internazionale ed europeo”.

È compito della Marina quello di difendere il territorio dello Stato a cui è assimilata anche la difesa delle vie di comunicazione marittima vitali per il Paese e gli interessi nazionali”. Lo ha affermato il Contrammiraglio Massimiliano LaurettiCapo del 3° Reparto Stato Maggiore Marina Militare Italiana. “È necessario un corridoio contro gli attacchi degli houthi che sono una minaccia tecnologicamente avanzata dato l’utilizzo di droni che hanno una gittata tale da poter raggiungere molto vicino le navi. È fondamentale intercettarli ed abbatterli per creare quella bolla di sicurezza per far transitare le navi. Oltre alle vie di comunicazione marittime, sott’acqua passano le chiavi digitali: oggi il 98% delle transazioni digitali transitano su cavi e dorsali sottomarine e questo può essere un punto di fragilità e deve essere difeso”.

“Gli houthi esprimono un desiderio di autoaffermazione, governano nel proprio territorio e sono in grado di essere un Stato, anche se informale e non riconosciuto.  Si tratta di una realtà che sarà difficile far retrocedere, per questo la guerra che stanno combattendo americani ed inglesi rischia di creare nel tempo un ulteriore focolaio di crisi, indipendente da Gaza, aumentando l’instabilità dell’area. Sarebbe ragionevole una missione difensiva”. Queste le parole del già Ambasciatore d’Italia in Yemen e Arabia Saudita Mario Boffo.

“Ancora una volta si puo notare che l’assicurazione è un fattore abilitante per garantire il corretto svolgimento delle attività e, in questo contesto, dei traffici marittimi. Anche in virtù del ruolo sociale che ricopre, quindi, l’assicurazione si fa carico della protezione degli spostamenti in mare, anche nel Mar Rosso. Naturalmente, è comprensibile che, considerata la delicatezza del contesto e il perdurare della guerra, le compagnie debbano costruire soluzioni di copertura adeguate a coprire dei rischi elevati, in ottica di piena sostenibilità del sistema”. Lo ha affermato il Co-Direttore Generale di AniaUmberto Guidoni.