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Oggi a Genova conferenza sulla riforma dei porti realizzata in collaborazione con ASSITERMINAL Associazione Italiana Port&Terminal Operators

Rixi: "Pensiamo a una strategia unitaria e anche radicata sul territorio"

Del 13 Ottobre 2023

La necessità di una regia centrale, di una politica di sistema che non si fermi solo all’ingresso e all’uscita dei porti, ma che tenga conto anche dell’intermodalità, il bisogno di una vera semplificazione, di chiarezza sulle competenze senza sovrapposizioni. Sono le principali esigenze espresse dagli operatori nell’ambito della conferenza sulla riforma dei porti realizzata in collaborazione con ASSITERMINAL Associazione Italiana Port&Terminal Operators
Luca Becce, il presidente, evidenzia: “Gli interventi di questa mattina da parte di Massimo Seno del comando generale delle Capitanerie di porto, di Fulvio Lino Di Blasio dell’Adsp del Mas, di Pasquale Legora de Feo, presidente di Fise Uniport e di Umberto Ruggerone, presidente di ASSOLOGISTICA evidenziano che esistono opinioni convergenti tra chi si occupa con continuità di questa materia e si trova a operare in quello che non è un sistema”.

Della riforma Delrio Becce salva alcune idee a partire dal fatto che poggiasse sul piano strategico delle infrastrutture e della logistica. Oggi in Parlamento giacciono quattro proposte di riforma presentate da maggioranza (due) e opposizione (due) che hanno vari punti di contatto. “Speriamo che si faccia un provvedimento di riforma della governance senza divisioni” auspica Becce. 


Davide Maresca, partner di Maresca & Partners evidenzia: “C’è un conflitto di potere tra Mit, Autorità regolazione e Autorità di sistema, è necessario un riordino delle competenze”.

Il coordinamento centrale, avverte Andrea La Mattina, Of counsel di BonelliErede, dovrebbe tenere comunque conto della specificità dei singoli contesti. 
Nella tavola rotonda la politica, in modo bipartisan, ha auspicato che si arrivi presto a un testo condiviso. 

Lorenzo Basso (Pd), dice: “Non possiamo non mettere al centro il lavoro, la garanzia di sicurezza ed è anche fondamentale che una quota dei ricavi serva per lo sviluppo del porto”.
Domenico Furgiuele (Lega) dichiara: “Serve un piano strategico per rendere competitivi e all’avanguardia i porti e una riforma che parta dalle competenze delle Adsp con rafforzamento della governance del Mit. Bisogna anche tenere conto delle normative europee, che rischiano di danneggiare alcuni porti”. Sulla linea del Mit si colloca anche Roberto Traversi (M5S) che concorda sul fatto che serva una strategia nazionale. Roberto Bagnasco (Forza Italia) auspica un maggior coinvolgimento dei privati attraverso le Zls conservando la governance pubblica. 

Maria Grazia Frijia (Fdi) fa il punto: “L’iter in commissione con l’ascolto di tutti gli stakeholder è quasi terminato e spero che lavoreremo su ciò che ci unisce non su cosa ci divide”.


Il viceministro Edoardo Rixi conclude: “Una volta che il governo avrà ottenuto la delega dopo profonda riflessione su ciò che serve a livello portuale, sarà tutto visto in funzione del sistema economico del paese. Pensiamo a una strategia unitaria e anche radicata sul territorio”.