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Umberto Masucci: “Dalla Naples Shipping Week arriva un messaggio chiaro: vogliamo una nuova governance nazionale per il mare”

L’intervista al presidente e organizzatore dell’evento che ha visto confrontarsi a Napoli lo shipping internazionale

Del 5 Ottobre 2022

Presidente Masucci, siamo a pochi giorni dalla conclusione della quinta edizione della Naples Shipping Week e possiamo tracciare un primo bilancio, che vista la qualità e la quantità delle presenze mi sembra più che positivo...

Le presenze sono state sicuramente di altissimo livello. In una settimana abbiamo avuto il numero 1 dell’IMO Kitack Lim e la numero 1 dell’EMSA Maja Markovčić Kostelac insieme in una settimana uno ad aprire e uno a chiudere la Naples Shipping Week. Poi abbiamo avuto il Med Forum con tutte le guardie costiere mediterranee ed europee, insieme alla US Coast Guard e quella giapponese. Abbiamo avuto Nave Palinuro e Nave Diciotti, CISCO con i certificatori di container da tutto il mondo. Insomma presenze sicuramente autorevolissime e che hanno dato chiaramente un significato ancora più importante alla quinta edizione della Naples Shipping Week.

Ma devo dire che abbiamo avuto anche contenuti di rilievo. Abbiamo aperto il lunedì con un confronto tra i sindaci di 8 città-porto del Mediterraneo, tra cui Valencia in Spagna e Rijeka in Croazia. Abbiamo avuto una giornata importante il mercoledì con le università, ma anche con l’Unione degli industriali che ha ospitato un convegno molto rilevante sulle ZES, ma non in chiave solo italiana, avendo portato il protagonista delle zone franche marocchine e il protagonista delle zone franche egiziane, che hanno quindi detto come loro hanno realizzato delle eccellenze a livello mondiale. Consideriamo che quella di Tanger Med è la numero 2 del mondo, ma anche quella di Suez è importantissima, dandoci quindi qualche dritta e qualche esempio per risvegliare un po’ questa bella addormentata che da 5 anni abbiamo in Italia. Abbiamo dato quindi dei suggerimenti in questo senso e delle provocazioni anche al sistema italiano che deve reagire, sennò che le abbiamo fatte a fare queste ZES!

Poi giovedì e venerdì con Port&shippingtech siamo entrati nel vivo della portualità e dello shipping nazionale ed internazionale e credo che sia stato importante che sia capitata immediatamente dopo le elezioni. Noi non eravamo preoccupati sull’affluenza né sui contenuti, abbiamo avuto un’affluenza enorme, ma piuttosto di dare anche dei segnali forti al Governo che sta per nascere relativamente all’importanza del nostro settore. Più volte ho sentito la parola “mistero del mare”. Ora qui non è che siamo innamorati della parola, noi vogliamo una governance e questo è emerso molto chiaro e forte da tutti, dai presidenti di Confitarma, Assarmatori e Federagenti, da Assoporti, dalle stesse capitanerie. Qui il problema vero è che un sistema, che ha 8.000 km di costa e che ha uno shipping italiano di grande tradizione a livello europeo e mondiale, deve essere governato e deve essere governato con una governance adeguata e non lasciata a qualche ormai ultimo povero funzionario che sta a Viale Asia. Noi vogliamo, indipendentemente che si chiami ministero del mare, dipartimento del mare, sottosegretario o quanto sia, una forte presenza di governance ministeriale che possa in qualche modo governare, aiutare, sviluppare un settore fondamentale per l’economia italiana: ecco questa è un po’ la sintesi che viene fuori anche dalle discussioni durante la shipping week.

Un altro aspetto importante che avete affrontato è quello proprio della posizione dell’Italia sia in termini geografici che geopolitici e quindi anche di potenzialità di sviluppo e questo si collega un po’ a questo discorso della governance: se c’è una governance che mette il mare al centro, allora c’è una governance che può portare l’Italia a competere a livello internazionale…

Certamente questo è stato discusso in vari convegni, ma io parto sempre prima di tutto dal discorso demografico. Secondo la Population Division delle Nazioni unite, l’UNCTAD di Ginevra, l’Europa nel 2050 scenderà da 750 milioni a 650 milioni di abitanti, l’Africa raddoppierà passando da 1,250 miliardi del 2015 a 2,5 miliardi e il Mediterraneo raggiungerà i 650 milioni. Cioè nel 2050 i Paesi del Mediterraneo diventeranno quasi come tutta Europa e quindi chiaramente la politica, la geopolitica dovrà forzatamente spostarsi anche verso Sud, verso un mare che conta come tutta l’Europa in termini demografici. Avremo ancora di più la pressione del Nordafrica e questo sicuramente sarà un problema, ma sarà anche un’opportunità in termini di reshoring e nearshoring, e tutte queste tematiche state molto discusse in questa settimana, perché l’Italia che è proprio al centro del Mediterraneo deve cogliere queste potenzialità. E devo dire, soprattutto il Sud.

Anche i dati di SRM presentati durante Port&shippingtech in qualche modo confermano questo, anche rispetto al ruolo che il Sud dell’Italia può avere nel Mediterraneo…

Fa piacere che un’eccellenza ormai internazionale come SRM abbia scelto la shipping week per presentare il proprio rapporto annuale. È la conferma che abbiamo sviluppato questo concetto di Naples Shipping Week come contenitore di esperienze a livello non solo napoletano ma nazionale e internazionale. Mi pare che questi segnali convergano e per dirlo poi in estrema sintesi, giustifichino assolutamente, anzi richiedano con urgenza una nuova governance ben strutturata per il nostro settore.

Assolutamente. E mi sembra anche che la risposta da parte delle associazioni imprenditoriali dello shipping sia stata molto chiara nel senso che si sono tutti dimostrati pronti a mettersi a disposizione di questa governance, a fare rete e dialogare, mi è sembrato abbastanza evidente. E poi alla Naples Shipping Week c’erano tutti…

Si, c’erano tutti e devo dire che hai ragione, ho notato questo e l’ha notato anche Kitack Lim, che ha due volte ripetuto, la mattina del lunedì e anche durante il pranzo ufficiale, che l’IMO ha 175 paesi del mondo al proprio interno, ma lui raramente ha visto un cluster così unito, non soltanto prettamente del business, ma anche delle scienze, dell’università e della ricerca. È un esempio che parte da Napoli della capacità di collaborare del cluster marittimo, insieme al mondo dell’università e della ricerca. E in questo senso abbiamo fortemente voluto l’inaugurazione lunedì nella nuova prestigiosa sede a San Giovanni della Federico II, l’università di Napoli, abbiamo voluto una grande collaborazione con il CRN, che soprattutto nelle prime giornate si è espressa in vari convegni e poi non dimentichiamo anche che siamo riusciti a coniugare una giornata a Procida capitale della cultura, non solo perché capitale della cultura ma per l’economia marittima dell’isola, che conta il 30% del PIL isolano.

Abbiamo cercato veramente di mettere in rete tutto, con una quarantina di eventi durante la settimana, ma con un grande gruppo che li ha organizzati, perché ci tengo a sottolineare che noi abbiamo avuto per un anno una squadra al lavoro che si è riunita ogni due mesi e che ha lavorato, una squadra pubblica e privata con l’autorità portuale, con le Capitanerie di porto, con la Marina militare, con il CNR, con il Comune, con le università e con tutte le associazioni datoriali del cluster, chiaramente coordinata dal Propeller, insieme a Clickutility che organizza la shipping week.

Avete già le nuove date del prossimo appuntamento biennale?

Si, il prossimo appuntamento è biennale. Noi abbiamo prima di tutto passato il testimone, nella serata di venerdì, ai nostri amici carissimi e colleghi di Genova, che hanno già annunciato che la loro prossima shipping week sarà all’inizio di ottobre 2023.

La data del 2024 per Napoli non l’abbiamo ancora stabilita, anche perché vogliamo condividere questo proprio con la squadra che organizza. Il propeller effettivamente è stato il promotore e l’organizzatore, però poi c’è una grande squadra e noi vogliamo che la squadra condivida tutte le decisioni su come strutturarla, quando organizzarla, ecc.

Sicuramente ci vedremo nel 2024 e credo che manterremo sempre la fine di settembre, perché un altro elemento molto positivo di questa edizione è stato il coinvolgimento delle scuole. Noi inizialmente, nelle prime due o tre edizioni, collocavamo la settimana a giugno ormai a scuole chiuse, invece a fine settembre abbiamo avuto tante scuole, soprattutto gli istituti nautici, che hanno accompagnato le due giornate di Port&shippingtech e le università già aperte, con la possibilità quindi di mettere i giovani insieme al business del mare, alle scienze del mare e alle università.

Roberta Busatto, Direttrice Economia del Mare Magazine