«Esiste un tempo per sognare, un tempo per costruire, un tempo per cambiare orizzonte. Vivere in barca è un atto di coraggio, di amore e di devozione per il mare, è in fondo il sogno di molti, un sogno possibile direbbe l’autore, che lo ha realizzato proprio nel bel mezzo del cammin della sua vita».
E’ con queste parole che la giornalista e conduttrice televisiva Donatella Bianchi apre la prefazione di Vivere in barca (Mursia, 256 pagg, Euro 18,00) il nuovo libro di Roberto Soldatini che attraverso il racconto della sua esperienza di primo italiano ad aver ottenuto la residenza in barca e con una buona dose d’ironia svela al lettore tutto quello che serve sapere per vivere in barca.
Dall’uso delle vele, alle prese a mare, alle saracinesche, al bagno, Roberto Soldatini risponde ai quesiti che sono nella mente di chi non conosce le barche, di chi ne ha una e sogna di viverci, oppure di chi è soltanto curioso riguardo a questa scelta. Ma intende anche condividere con gli altri naviganti le esperienze di tredici anni passati in mare.
Aneddoti e consigli, piccoli infortuni e disgrazie, meraviglie e dispiaceri, ironia a profusione, in questo manuale-diario di bordo si ritrova tutto, ma soprattutto la gioia di vivere.
Perché come scrive lo scrittore e giornalista Sergio Nazzaro nella postfazione “questo è un libro sul vivere, il dove diventa quasi secondario“.
LUI CHI E’
Roberto Soldatini (Roma, 1960) è direttore d’orchestra, compositore, violoncellista e scrittore. Dall’età di quindici anni ha svolto attività concertistica come solista. Come direttore ha guidato le orchestre di alcune delle maggiori istituzioni. Dal 2011 vive sulla sua barca a vela Denecia II, alternando ogni anno sei mesi di navigazione in solitario e sei mesi in porto per svernare. Ha pubblicato La musica del mare (2014), Sinfonie mediterranee (2016) e con Mursia Denecia. Autobiografia di una barca (2018), Denecia. Approdi nella pandemia (2020), Ca’ Denecia. Vivere a Venezia (2021).