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Friuli Venezia Giulia sul regolamento per Guardia di frontiera e costiera europee

Del 10 Aprile 2016

La gestione delle frontiere esterne dell’Unione europea, specificatamente una proposta di regolamento per la Guardia europea di frontiera e costiera, è all’attenzione del Parlamento Europeo (EP) e del Comitato delle Regioni (CdR), in particolare della sua Commissione Civex (su cittadinanza, governance, affari istituzionali ed esterni) – di cui fa parte il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop – chiamata dall’EP a formulare osservazioni e a esprimere pareri.

Gli ambiti di interesse della proposta di regolamento – delineati in una lettera del presidente di Civex Olgierd Geblewicz al presidente del Parlamento Martin Schulz – riguardano la libertà di movimento e l’abolizione delle frontiere interne, i vantaggi in termini di sviluppo economico, sociale e culturale oltre che di cooperazione tranfrontaliera  derivante dall’assenza di confini interni; inoltre salvaguardare  i principi degli accordi di Schengen e la stabilità dell’area Schengen è in cima alla priorità, e così pure la necessità di sviluppare urgentemente un approccio comune e sostenibile alla gestione dei confini esterni dell’Europa.

Al proposito Iacop, condividendo i contenuti del testo, evidenzia l’importanza della richiesta di un diretto coinvolgimento nelle politiche di gestione delle frontiere esterne rivolta al CdR quale rappresentante delle Regioni e degli Enti locali d’Europa, visto il ruolo di prima linea che gli enti territoriali rivestono nella gestione dei flussi migratori attraverso la creazione di sistemi di accoglienza e il supporto alle autorità di pubblica sicurezza degli Stati.

Il controllo alle frontiere esterne è una misura importante – afferma ancora Iacop – per evitare il ripristino dei controlli
alle frontiere interne, tanto più che ciò avrebbe un costo anche economico (le stime indicano tra l’1 e il il 3% del PIL europeo), con impatto sugli scambi commerciali e contraccolpi sulle economie e sui tessuti produttivi regionali.

Potenziare la Guardia europea di frontiera e costiera è perciò necessario per scongiurare la chiusura delle frontiere interne: una tale situazione – sottolinea il presidente – renderebbe ingovernabile la gestione dell’emergenza migratoria delle regioni in prima linea, raggiunte via mare e attraverso la rotta balcanica con costi ingentissimi per tutti gli enti territoriali.