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Nello Musumeci: “Il piano del mare deve essere strumento agile, snello, capace di potersi esprimere nella sua complessità”

Intervenuto da remoto in mattinata al Blue Forum il ministro Nello Musumeci

Del 25 Maggio 2023

Nel corso della mattinata è intervenuto, collegandosi da remoto, il ministro Nello Musumeci.

Ad intervistarlo David Parenzo e Nunzia De Girolamo.

Prima di cominciare il dibattito Nello Musumeci ha voluto spiegare il perché della sua lontananza dall’evento.

“L’evento tragico dell’Emilia Romagna mi ha stravolto l’agenda. Ma non volevo farvi mancare la mia presenza per esprimere apprezzamento per questo secondo importante appuntamento. Avete una sessione dedicata al Piano del Mare. E scusatemi perché il mio piacere sarebbe stato stare con voi”.

In queste settimane si è parlato del ritorno del piano Italia Sicura, piano cancellato dal Conte Uno e che Draghi non ha reinserito: secondo lei in qualche modo avrebbe senso ripristinare questa funzione?

“L’Italia sicura non era un piano era raggiungere un obiettivo e poi cessa di esistere. Voluto dal Governo Renzi. Alcuni aspetti positivi li ha avuti. Adesso è superata perché dopo essere stata soppressa dal successivo governo, è stato istituito un Dipartimento Casa Italia che in gran parte assorbe le competenze che erano della struttura Italia Sicura. Ho rassicurato i promotori politici e parlamentari del fatto che nel nuovo provvedimento di legge che a giorni andrà al Consiglio dei Ministri per definire alcune linee sulla ricostruzione, abbiamo integrato gli elementi essenziali di Italia Sicura. Quindi lo spirito di quella iniziativa non è andato perso. Servono punti fermi. Voi sapete che le ricostruzioni inItalia possono durare anche 40-50 anni. E questo non può essere tra gli obiettivi di un Governo che mette la sicurezza tra le priorità”.

Sinergia, semplificazione, sistema. Qale sarà il piano del mare?

“Deve essere strumento agile, snello, capace di potersi esprimere nella sua complessità anche a favore di chi non addetto ai lavori. deve essere uno strumento di programmazione e nel quale si devono individuare le difficoltà e i vari ministeri hanno trovato per definire un dialogo. E’ necessario comprendere come si possa affrontare e risolvere un nodo che si rimanda da 60 anni. E’ necessario capire come capire e neutralizzare spinte improntate a gelosie. All’interno di alcune filiere dell’economia del mare ci sono gelosie. Le ho evidenziate in questi mesi. Dobbiamo smussare gli angoli e lo deve fare un organo di governo imparziale e che ha funzione di coordinamento. Questo strumento dovrà essere alimentato e aggiornato di anno in anno dagli stessi soggetti che hanno contribuito a redigerne la prima edizione. Vogliamo definire una strategia che sino ad ora è mancata”.

Qui è emerso che il mare è sviluppo, tecnologia, presidio, difesa, ma anche economia: la parola chiave del ministro Musumeci in prospettiva economia?

“Il mare sta diventando il motore di crescita, motore rimasto spento per tanto tempo. Motore di crescita di molte regioni italiane e soprattutto del Mezzogiorno. lo dice l’XI rapporto sull’economia del mare. Fra le tre aree del Paese, quella che più cresce è quella del Sud. Se guardiamo alle infrastrutture portuali, se guardiamo alla proiezione del mediterraneo, finalmente l’Alto Adriatico e l’Alto Tirreno possono coniugarsi con il rinnovato interesse delle aree marinare del Sud e delle Isole per le tratte brevi e non solo. Dobbiamo diventare competitivi in questo specchio di Mediterraneo. Per noi il mare è economia. E’ possibilità di crescita. E’ anche civiltà, categoria morale, cultura. Non riesco a immaginare la storia italiana senza la componente mare. Ecco perché per noi è un sentimento di emozione quando ci affacciamo al mare nelle sue diverse prospettive. Dobbiamo lavorare con grande impegno e dobbiamo rispettarlo. L’impegno deve essere unitario da parte di soggetti pubblici e privati. Vorrei essere punto di riferimento con grande umiltà, sapendo che ho tanto da imparare da chi ha dedicato una vita a questo bene”.